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Dino Latini chiede scusa nella Sala Gialla:
Francesco Pirani più vicino al ritiro
delle dimissioni da sindaco

OSIMO - Il presidente del Consiglio regionale e consigliere comunale nel tardo pomeriggio di oggi ha detto di «assumersi tutta la responsabilità di quello che è successo in questi 5 mesi. Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire, più con le cattive che con le buone, che questo è un sistema democratico e che il nostro fosse un modo giusto di interpretare le linee programmatiche. Oggi è la resa. Le dimissioni dal Consiglio comunale? Le valuterò se il bene della città passa da questo percorso». Il primo cittadino: «Apprezzo la sua responsabilità, dovremo lavorare per cercare una quadra e puntare agli obiettivi. Dobbiamo cercare di interpretare in maniera diversa la grande responsabilità che la città ci ha dato e dovremo trovare la sintesi per risolvere i problemi. Lasciare la città in una condizione disastrata come l’ho trovata, sarebbe da irresponsabile»

Dino Latini oggi in aula

 

Dino Latini fa mea culpa nella Sala Gialla e Francesco Pirani sembra propenso ad ammorbidire la sua posizione e a ritirare la sue dimissioni da sindaco. Nello scorso fine settimana, ad Osimo, si è vociferato con insistenza di una convocazione per entrambi al cospetto del governatore delle Marche Francesco Acquaroli per una chiarificazione a tre. Oggi pomeriggio in Consiglio comunale Latini ha chiesto scusa, addossandosi tutte le responsabilità di quello che è accaduto in questi mesi di tormentata amministrazione comunale. «Mi assumo tutta la responsabilità, non mi sottraggo alle responsabilità e non è nemmeno giusto darle ad altri» ha esordito il presidente del Consiglio regionale-consigliere comunale di Osimo durante le dichiarazioni di voto sulle Linee programmatiche di governo 2024- 2025 portate in aula per la quinta volta per via delle sedute chiuse senza quorum proprio in assenza dei 4 consiglieri del gruppo latinianiìo e dei 9 dell’opposizione.   «Il nostro impegno durante la campagna elettorale è stato visibile a tutti. – ha proseguito – Noi abbiamo realizzato queste linee programmatiche. Forse sono meno interessanti di quelle del 2014 o delle 2019 ma le abbiamo condivise con FdI e con loro abbiamo condiviso alcuni percorsi che rivedevano alcune scelte. Abbiamo ritenuto che il nostro modo di interpretare le linee programmatiche fosse giusto. Oggi ci ritroviamo a dover alzare le mani, è una resa».

Ha spiegato poi che «la pec è stata inviata per dire che eravamo pronti a votare i punti all’ordine del giorno dell’11 novembre e di questo Consiglio comunale, perché non vorremmo trovarci nella situazione di non votare atti fondamentali per una questione di coerenza e per il motivo per cui abbiamo fatto campagna elettorale. Questa azione non è legata a un atto in se’ ma al modo di interpretare il concetto. Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire, più con le cattive che con le buone, che questo è un sistema democratico. Se non do prova con il sangue di appartenere a questa coalizione, sono l’unico imputato di aver messo in difficoltà questa coalizione.- ha rimarcato Latini – Nessuno dei consiglieri comunali, anche quello più contrario alla amministrazione comunale,m vuole metterla in difficoltà, visto che molti sperano nelle persone chiamate a rappresentarli. A noi sembra che saper contemperare le attese di tutti sia tra i doveri più rilevanti di chi sta in Amministrazione soprattutto nel ruolo di consigliere comunale. Questo ruolo è molto più rilevante di quello che si possa pensare. E’ giusto di cercare di mediare nel solo fine dell’interesse collettivo».

Il sindaco Francesco Pirani durante il suo intervento

Di qui la scelta di rinunciare alle proprie convinzioni «per far prevalere le istanze degli altri, per metterle nelle condizioni che siano applicate. Tutto questo ci porta alla conclusione di essere ormai silenziosi spettatori, di mettersi nella condizione che l’altro prevalga e che la propria idea non per forza possa vincere. – ha ammesso Dino Latini – Più di questo non possiamo e non siamo in grado di poter dare, come  prova di impegno in una esperienza dove l’altruismo e la solidarietà da parte nostra sono stati certi, altrimenti non ci sarebbe stata questa maggioranza e questa amministrazione. Più di questo non possiamo fare». E sulle sue dimissioni da consigliere comunale che tutte le corrente della maggioranza, piraniani e antonelliani, hanno caldeggiato, Dino Latini ha detto la sua. «Non solo ci si chiede il voto dei cinque anni ma anche ci si chiede anche di non dover partecipare al Consiglio comunale. Se questa istanza verrà portata avanti solo per me, la valuterò se il bene della città passa da questo percorso di non essere più rappresentante del popolo eletto, lo farò non con spirito del martirio ma perché si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. – ha garantito – Perchè si tratta di superare le difficoltà e di camminare insieme. Le liste civiche hanno dimostrato e dimostrano che nei passaggi chiave bisogna affrontare le cose con grande determinazione e con una capacità di rinunciare in maniera totale, se ostacolano, alla situazioni più rilevanti. L’aspetto che ci interessa di più è dare la sensazione viva che dietro la nostra posizione c’era una impostazione programmatica. Oggi la maggioranza non può essere messo nella logica dello spauracchio “perché arriva un altro governare”. Cambierebbe se questo è il percorso che l’intera città ha voluto e che in maniera convinta, senza retropensieri e imposizioni o prevaricazioni si possa compiere insieme. Però se tutto ci è contro, non possiamo che accettare» ha concluso.

Angela Orsaletti

Il sindaco dimissionario ha intanto ricordato che le linee programmatiche, criticate dai consiglieri di minoranza di centrosinistra, devono «necessariamente essere generiche perchè contengono anche delle inesattezze di carattere temporale. Ad esempio avevamo puntato sul rilancio del centro storico a partire dal Tiramisù, ma bisogna prima affrontare la revisione. Le attività della Nuova Fenice invece sono partite molto bene. Sarà il Dup che metterà a terra le linee programmatiche. Comunque sono state proprio loro a indurmi ad accettare la candidatura a sindaco a febbraio 2024 perché da cittadino non mi sono trovato bene nella mia città».

Francesco Sallustio primo da sinistra

Pirani ha poi messo in controluce i 35 rilievi che il Mef  ha mosso sull’operato degli ultimi anni dell’Amministrazione comunale, quella precedente alla sua. «Mi preoccupano perché sono stati fatti alla nostra città, tra i destinatari non c’è solo il Comune ma anche la Corte dei Conti. – ha ribadito – I punti programmatici vanno in questa direzione perché quando noi parliamo di gestione, servono persone competenti per evitare le sbavature rilevate a carico dell’ente e di tutte le sue Partecipate. Cose preoccupanti che dovremo cercare di risolvere per evitare grosse conseguenze». Poi è andato dritto al punto. «Le dimissioni sono legate ai motivi stessi per cui ho accettato. Ho accettato per fare progetti. – ha detto – Se da un punto di vista politico e programmatico legato alla coalizione, e non dico che sia colpa solo di alcuni ma probabilmente c’è un concorso di colpa, se queste cose non possiamo realizzarle, tanto vale rimettere il mandato, chiedere scusa agli elettori per non essere riusciti a risolvere i  tantissimi problemi e ritentare un altro giro. Ma se ci saranno le condizioni di responsabilità, parola che è venuta fuori stasera, sicuramente questa amministrazione non si tirerà indietro perché in questo momento storico lasciare la città in una condizione disastrata come l’ho trovata, sarebbe da irresponsabile. A meno che non ci siano le condizioni per operare nella condizione che a nostro avviso bisognerebbe percorrere».

Il voto sulle Linee programmatiche di mandato 2024-2029

Pirani si è detto anche convinto che quello che è successo in Consiglio «non è stato uno spettacolo bello nel corso degli ultimi mesi. Non è una responsabilità ascrivibile a 4 o una persona o a 16. Non è bello vedere neanche vedere le minoranze nel salottino ad attendere l’ingresso o meno nell’emiciclo di qualcuno della maggioranza. Non abbiamo dato un bello spettacolo alla città. Se vogliamo fare il bene della città, dobbiamo scontraci qua dentro cercando i giusti equilibri altrimenti contribuiremo tutti uanti a quella disaffezione verso la politica e il voto». Poi ha concluso:«Apprezzo l’intervento fatto dal consigliere Latini. Non lo nego: negli ultimi mesi non abbiamo mai sposato al 100 la strada da fare. Apprezzo la sua responsabilità e dovremo lavorare per cercare una quadra e puntare agli obiettivi. Dobbiamo cercare di interpretare in maniera diversa la grande responsabilità che la città ci ha dato e dovremo trovare la sintesi per risolvere i problemi».

Il sindaco si è infine domandato se la sua sia «una coalizione incollata. Beh succede in tutti i ballottaggi ma la matrice e il Dna delle liste civiche è comune. – ha concordato con Latini – Le liste civiche sono frutto di un’unica costruzione partita 30 anni fa. La coalizione insomma ha tutti i presupposti per condividere questa strada a favore della città» ha conclusa Pirani. Le linee programmatiche sono state approvate con i 16 voti della maggioranza e gli 8 contrari dell’opposizione (non ha votato Michela Glorio in trasferta lavorativa all’estero).

Eliana Flamini

Eliana Flamini si è detta emozionata per il discorso del sindaco: «Proposte concrete da qui in avanti ne dovete fare. Abbiamo visto solo il teatro. Non mi è piaciuto l’attacco alle minoranze, questo scaricabarile è stucchevole». Nonostante la ritrovata armonia, è mancato un ping pong di battute acri tra i consiglieri di maggioranza Francesco Sallustio che aveva chiesto scusa in precedenza alla città per le dimissioni del sindaco e per quanto accaduto, e Angela Orsaletti che ha sorriso delle «dichiarazioni di Sallustio per rompere il muro del silenzio e si fa fatica a seguire le multiformi codificazioni e con sgrammaticature della sua lista, ma anche questo fa parte della dialettica politica». Sallustio ha ribattuto: «Olsaretti che attacca un collega di maggioranza fa sorridere, e questo è clamoroso. Basta un intervento impeccabile del collega Latini per far cambiare idea a una persona che fino a ieri diceva tutt’altra cosa. Comunque non è Orsaletti che deve sindacare sulle posozioni della lista che rappresento».

I rappresentati del Comitato contro gli impianti a biometano seduti tra il pubblico in aula

La più diretta di tutti, è stata ancora una volta la capogruppo del Pd, Paola Andreoni che ha specificato di non credere alla parole di Latini, domandandosi quanto sarà coerente con quanto promesso. «Vedremo cosa succederà a marzo. Pur di non arrivare a nuove elezioni si fa di tutto, non credo però che Latini alzerà le mani per 5 anni» ha gettato lì Andreoni.

La seduta di oggi pomeriggio si è aperta con il rispetto di un minuto di silenzio per le vittime del femminicidio, anche dell’osimana Ilaria Maiorano, nella ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, chiesto all’aula dal presidente del Consiglio Stefano Simoncini. E’ seguita la discussione della interrogazione di Paola Andreoni sui recenti esiti della conferenza di servizio interlocutoria relativa alla riconversione dell’impianto a biogas in biometano di via Coppa e per il secondo da realizzare a Casenuove. Nella Sala Gialla hanno assistito al dibattito numerosi esponenti del Comitato dei residenti di Villa, San Paterniano e Casenuove che si oppongono al due progetti.

 

Il minuti di silenzio osservato dall’aula per tutte le vittime di femminicidio

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