“Voglio essere l’ultima”: con queste parole si chiude la poesia che l’attivista peruviana Cristina Torres Caceres dedica alle vittime di femminicidio in America Latina. E sono queste le parole che le docenti Elisabetta Bonavita, Mariadina Bondielli, Lucia Damiani e Paola Lucarini hanno scelto per il nome del progetto che la Scuola secondaria di primo grado “G. Ferraris” di Falconara Marittima mette in atto per prevenire e contrastare la violenza di genere.
L’inaugurazione della “panchina rossa”, donata dall’organizzazione di volontariato “Ondaverde” di Falconara Marittima, rappresenta una tappa importante del Progetto.
Con questo segno simbolico, ma tangibile, le classi terze hanno celebrato oggi la Giornata contro la violenza sulle donne. Gli alunni si sono ritrovati nella palestra della scuola, accolti dalle parole di benvenuto della vicaria, prof.ssa Bondielli, che ha ringraziato la Dirigente scolastica dott.ssa Zaccaro, i docenti delle classi terze e i collaboratori scolastici. Dopo gli interventi della dott.ssa Borocci e dell’avvocata Paoletti, operatrici dello sportello “Frida-Coos Marche”, e di Lara Polita, volontaria dell’organizzazione “Ondaverde” donatrice della panchina, i ragazzi hanno dato il via all’evento: hanno suonato brani alla chitarra; hanno cantato i brani “Vietato morire” di Ermal Meta, e “Mariposa” di Fiorella Mannoia; hanno recitato le poesie “In piedi, signori, davanti a una donna” di William Jean Bertozzo e “Voglio essere l’ultima” di Cristina Torres Caceres; hanno ballato una coreografia sulla musica di “Break the chain” (Spezza la catena).
Quindi si sono spostati nel giardino della scuola, dove l’inaugurazione della “panchina rossa”, scoperta dalle docenti Bonavita e Lucarini, è stata salutata con un minuto di “rumore”, per abbattere il muro di silenzio e di indifferenza che ancora aleggia intorno alle ingiustizie subite dalle donne.
Significativa la frase della poetessa Alda Merini riportata sulla “panchina rossa”: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise solo perché donne”.
«La nostra scuola – spiega la professoressa Elisabetta Bonavita – è da sempre impegnata a promuovere percorsi volti a favorire comportamenti responsabili nel rispetto di sé e dell’altro. In quest’ottica rientra l’istituzione del Giardino dei Giusti nel 2014 e che ha portato, nel corso degli anni, all’intitolazione di Alberi a persone quali Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa; a Livia Pergoli, staffetta partigiana, e alle partigiane marchigiane; alla famiglia Virgili, che a Secchiano contribuì a proteggere e salvare la famiglia Fullembaum dalle persecuzioni nazifasciste durante il Secondo conflitto mondiale; a Sonita Alizadeh, la rapper e attivista afghana che con la sua musica denuncia il dramma delle spose bambine; a Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato ed ucciso in Egitto. La panchina consolida gli ideali espressi dal Giardino, trasmettendo alle nuove generazioni il germe di una speranza: quello di una società fondata sul legame della memoria, sul rispetto e la solidarietà tra esseri umani, sull’impegno e l’altruismo disinteressati e non monetizzabili. Il nostro sogno -aggiunge a nome di tutto l’istituto – è che negli anni il Giardino dei Giusti della scuola diventi un luogo dove poter passeggiare, sedersi sulla “panchina rossa” e riposare, ascoltando le storie raccontate dagli alberi. L’inaugurazione della “panchina rossa” è stata anche l’occasione per ricordare la nostra collega e soprattutto amica Milvia Marcelli, che per tanti anni è stata in prima fila nel trasmettere ai suoi studenti i valori espressi in questa giornata».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati