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‘Questo non è amore’:
la polizia vicino ai cittadini

JESI - In occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, in corrispondenza di alcuni centri commerciali jesini e nell’area d’ingresso dell’ospedale Carlo Urbani, sono stati distribuiti opuscoli ministeriali contenenti preziose informazioni per prevenire casi di violenza di genere


In occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Jesi, Paolo Arena, unitamente al personale del Commissariato, in corrispondenza di alcuni centri commerciali jesini, e nell’area d’ingresso dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, ha interagito con la cittadinanza per sensibilizzarla sul triste fenomeno della violenza alle donne, nell’ambito della campagna denominata ‘Questo non è Amore’, distribuendo gli opuscoli ministeriali contenenti preziose informazioni per prevenire casi di violenza di genere.

Il dirigente ha spiegato come negli ultimi anni, le vicende di violenza di genere hanno avuto un incremento preoccupante, specie nei rapporti tra ex coniugi o conviventi. «Perché tale violenza? La risposta che si può dare, alla luce degli eventi affrontati professionalmente, è che il violento fondamentalmente è una persona fragile che difficilmente ammette la sua vulnerabilità e preferisce usare violenza per avere una situazione di controllo, dominio e potere sul partner, per affermare di esistere nella società. Il dramma dell’abbandono è inaccettabile e per evitare ciò il violento adotta le sue strategie: innesca una vera e propria spirale di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, in danno della sua vittima per far deserto attorno a lei e costringerla a ritornare suoi propri passi, con falsi pentimenti e false riappacificazioni, minacciando di farsi del male».

Cosa fare in questi casi? «La cosa migliore è denunciare. La legge ha prospettato, dal 2009 sino alla legge nr.168 del 2023, un ventaglio di soluzioni efficaci per contrastare e laddove possibile prevenire in tempo utile questo grave fenomeno criminale e sociale. Anzitutto, la possibilità dell’Ammonimento da parte del questore , su istanza della vittima per atti persecutori o diffusione di immagini e video sessualmente espliciti (cosiddetto revenge porn) o addirittura d’ufficio ovvero d’iniziativa da parte della Polizia o su segnalazione di terze persone che resteranno anonime, anche per altri reati quali minacce, violazione domicilio, danneggiamento ed ancora l’arresto in flagranza ed in flagranza differita entro 48 ore, l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare col divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa con l’applicazione del braccialetto elettronico. La vittima che denuncia i fatti di violenza domestica, potrà usufruire del gratuito patrocinio a spese dello Stato a prescindere dalle sue condizioni reddituali, riceverà ogni utile comunicazione circa l’applicazione, modifica o revoca di misure cautelari inflitte all’autore della violenza e potrà essere messa in contatto coi centri antiviolenza dislocati in ambito territoriale. Solo con un ascolto qualificato della vittima, sarà possibile valutare attentamente il rischio di recidiva e predisporre un efficace piano di sicurezza per la vittima».
I numeri sono quelli del 112 o il centralino del Commissariato di Jesi 0731/21831.

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