Si è svolto alla Loggia dei Mercanti il Convegno “Confronto e riflessioni sulla crisi vocazionale nel settore marittimo: quali soluzioni?”, organizzato dalla Capitaneria di Porto di Ancona con la collaborazione della Camera di Commercio delle Marche e del Collegio Nazionale dei Capitani e con la sovvenzione del Comune dorico ed il patrocinio dell’International Propeller Club di Ancona.
Ad aprirlo, sono intervenute le Autorità locali tematicamente coinvolte, e da remoto il presidente del Collegio Giovanni Lettich, che hanno omaggiato l’evento portando i propri saluti, ai quali si sono aggiunti quelli del rappresentante dell’Ufficio Ufficio Scolastico Regionale.
La realizzazione di tale giornata è stata fortemente auspicata dal moderatore, il Comandante del porto di Ancona e Direttore marittimo delle Marche, Ammiraglio Ispettore Vincenzo Vitale, in virtù della rilevante duplice missione che con tale evento si è inteso perseguire: la prima, di provocare una riflessione riguardo alla sempre più attuale ed evidente crisi vocazionale che affligge il settore marittimo, nel quale è da ricomprendere anche la marineria da pesca marchigiana; la seconda ed altrettanto rilevante, di rappresentare una preziosa opportunità di orientamento all’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani studenti che nel breve periodo vi si affacceranno, con particolare riguardo alla professione di “navigante”.
Ai lavori, di respiro locale, hanno comunque partecipato importanti relatori, scelti tra personalità di spicco nel panorama marittimo nazionale e internazionale e che si sono susseguiti con i seguenti interventi.
Gian Enzo Duci, professore di Economia dell’Università di Genova e Amministratore delegato di Esa Group, ha sottolineato l’attuale elevata richiesta di mercato di Ufficiali e marittimi qualificati, ponendo, altresì, l’attenzione sulle sfide che gli incessanti progressi tecnologici pongono per il futuro.
Stefano Canestri, comandante d’armamento della società armatrice Montanari Navigazione, si è soffermato sulla circostanza che la vera sfida per attrarre le nuove generazioni rimane quella di puntare a garantire un livello di welfare a bordo ed una gestione mirata delle risorse umane, che riducano il differenziale fra vita di terra e vita di bordo, puntando sul progresso tecnologico e sulla garanzia di una efficace comunicazione terra-bordo.
Massimo Comelato, che per lunghi anni ha assolto l’incarico di Capitano di Armamento in società armatrici, quali Stargas e Motia, ha analizzato le attuali carenze relative alle figure professionali nel settore, ponendo l’accento sulle cause e sulle possibili soluzioni al fine raggiungere una maggiore attrattività, facendo tesoro della tradizione e del percorso storico, da lui illustrato, che ha caratterizzato il lavoro del navigante dagli anni ’60 dell’altro secolo ad oggi.
Alberto Rossi, nella sua veste di armatore, ha sottolineato il bisogno di sostegno verso la professione del navigante, la ricerca di maggiore consapevolezza generale, da conseguire attraverso una mirata comunicazione che ne esalti le prospettive di crescita, con l’opportunità di incentivarne l’impiego sulla conduzione del segmento Yacthing. Ha anche rimarcato la necessità di investire adeguando la preparazione degli studenti all’evoluzione tecnologica delle navi, rivolgendosi al modello aeronautico con un lungo ed efficace addestramento ai simulatori.
Andrea Morandi, Ceo del “Gruppo Morandi”, anche quale storico agente marittima di Ancona, ha delineato il quadro delle prospettive di reimpiego a terra dei futuri naviganti, il valore aggiunto che essi portano a loro volta alle imprese, e l’impegno locale nel sostegno agli Istituti Nautici che come Impresa Morandi lui assicura e continuerà a fare.
Renato Ricci, professore ordinario all’Università Politecnica delle Marche e responsabile del nuovo e peculiare corso di Laurea Magistrale “Ingegneria delle infrastrutture energetiche e della logistica in ambito portuale”, ha posto il focus su quello che sarà il profilo professionale e gli sbocchi occupazionali al termine del suo corso, che inquadra il porto quale ambito di impiego coerente con l’opera che nei prossimi anni deve essere affidata a tale nuova figura di ingegnere altamente specializzato.
All’evento hanno partecipato numerosi rappresentanti del Cluster marittimo, portuale e della pesca di Ancona. In diretta streaming erano collegate le 15 sedi regionali del Collegio Capitani e gli Istituti di Fermo e di Venezia.
Le conclusioni sono state affidate al professor Duci, che ha inteso rilevare come non esistano soluzioni alla crisi generale, seguendo essa i grandi fenomeni sociali che accomunano all’Italia alle altre nazioni emergenti e in via di sviluppo. Tuttavia, bisogna generare fiducia nelle interfacce che il trasporto ed il mare rappresentano, anche attraverso importanti prospettive di sviluppo come i cavidotti e le pipelines. E poi è necessario puntare a nuovi percorsi universitari, a potenziare gli Its, oltre ad accrescere l’addestramento del personale navigante mutuando il modello aeronautico, e rivolgersi altresì maggiormente alla professionalizzazione del settore Yacthing. Infine, se le Scuole sono già aperte e pronte ad accogliere le imprese che intendono sostenere i loro percorsi, lo sforzo di queste ultime deve invece essere più convinto, strutturato e maggiore.
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