Aveva visto un annuncio sui Social, in cui veniva messo in vendita un raccoglitore di olive al prezzo di 250 euro.
Contattato il numero indicato nell’annuncio, ai fini dell’acquisto gli veniva richiesto il pagamento della somma pattuita tramite un bonifico.
Effettuato il pagamento, ecco che l’acquirente, una 35enne jesina, lo comunicava alla venditrice tramite un messaggio su Whatsapp.
Successivamente però gli venivano richiesti ulteriori 250 euro, questa volta per la certificazione di conformità e atto di vendita, da corrispondere sempre a mezzo bonifico.
La donna ha quindi effettuato anche un secondo bonifico. Comunicato l’avvenuto pagamento, la venditrice ecco che le richiedeva altri 250 euro per il perfezionamento della transazione. Comunicato il pagamento, ecco la richiesta di altri 100 euro, adducendo motivazioni pretestuose. Effettuato il pagamento delle 100 euro, come se non bastasse, la vittima veniva persuasa a sborsare altri 250 euro per concludere le operazioni di conformità.
A questo punto, la venditrice la rassicurava dicendole che l’avrebbe ricontattata per chiederle l’indirizzo dove spedire l’oggetto. Da quel momento in poi, si è però resa irreperibile e la 35enne si è resa così conto di essere stata raggirata.
Rivoltasi alla polizia per sporgere denuncia, gli agenti del Commissariato sono riusciti a risalire all’intestatario dell’iban legato al conto corrente nel quale erano confluite le somme di denaro: una giovane donna della provincia di Foggia. Tramite accertamenti presso l’ufficio antiriciclaggio, si è riusciti a individuare l’intestataria della carta PostePay sulla quale la vittima aveva effettuato la ricarica e risultata un’altra donna, sempre della provincia di Foggia.
Raggiunte dalla polizia del posto su delega dei colleghi di Jesi entrambe, di 20 e 47 anni, sono state denunciate per il reato di truffa in concorso aggravata dall’essere commessa a distanza attraverso strumenti telematici idonei ad ostacolare la loro identificazione.
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