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Francesco Pirani in pressing,
a mezzanotte dimissioni irrevocabili:
Dino Latini lascia la Sala Gialla

OSIMO – La data è slittata di 24 ore per l’interpretazione di legge fornita dalla Prefettura ma il sindaco non ha cambiato idea e non ha partecipato alle riunione di maggioranza nel tardo pomeriggio di oggi al termine della quale il presidente del Consiglio regionale ha inviato la pec con le dimissioni di consigliere comunale. Il Comune va verso il Commissariamento e sarebbe la seconda volta, dal dopoguerra a oggi, che un commissario prefettizio viene nominato per amministrare la città fino alla prima finestra utile per andare al voto per il rinnovo delle cariche elettive

Francesco Pirani (foto Bruno Severini)

 

Aggiornamento delle ore 21.20 – Mentre il conto alla rovescia è già scattato per rendere irrevocabili le dimissioni del sindaco Francesco Pirani, come aveva annunciato ore fa, stasera Dino Latini ha inviato una pec per rassegnare le sue dimissioni da consigliere comunale. La decisione è stata formalizzata al termine della riunione del tardo pomeriggio di oggi alla quale non ha preso parte il sindaco Francesco Pirani. Dimissioni che serviranno a poco se lo stesso Pirani non tornerà sui suoi passi sempre a suon di pec (l’Ufficio protocollo del Comune è chiuso), per annunciare che vuole restare ancora alla guida della città. A subentrare nella Sala Gialla, al consigliere Dino Latini, come primo dei non eletti della ‘Lista Latini’ sarebbe Gilberta Giacchietti, attuale presidente del CdA dell’Istituto Campana, che quindi con più probabilità lascerebbe il seggio al secondo dei non eletti, Pietro Gazzella. Un latiniano doc che non cambierebbe la struttura del gruppo consiliare ‘Liste ciiche-Su la Testa’ mantenendo inalterato lo schema dei 4 voti compatti sui 16 di maggioranza (15 più quello del sindaco) che in questi 5 mesi ha fatto saltare in più occasioni il numero legale in Consiglio comunale.  «Da ieri non è cambiato solo il tempo, per il resto nulla» ha commentato Francesco Pirani. Il Commissariamento del Comune ormai sembra vicino e certo.

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Non sono finiti i tormenti del sindaco dimissionario Francesco Pirani che a quest’ora resta fermo nel suo proposito di abdicare, tanto da decidere di non partecipare alla riunione di maggioranza convocata alle ore 18. Tra le trattative ad oltranza intavolate per fargli cambiare idea, si è allungata di 24 ore, fino alla mezzanotte di oggi 4 dicembre, anche la data di scadenza per definire effettive e irrevocabili le sue dimissioni e stabilire la sua decadenza. E’ questa l’interpretazione resa dalla Prefettura al segretario comunale di Osimo, Mauro Sopranzetti, sulla scorta del Tuel che fa scattare il conteggio dei 20 giorni di decorrenza per la convalida delle dimissioni dal giorno successivo alla data di protocollo delle stesse. La lettera di dimissioni di Pirani porta il timbro del protocollo del 14 novembre scorso. Come è successo spesso negli ultimi mesi ad Osimo, qualcuno riteneva invece che l’articolo 30- comma 6- dello Statuto comunale fosse stato chiaro nello stabilire che il decorso del termine di venti giorni si conta “dalla presentazione (computando il giorno di presentazione)”, quindi ieri, 3 dicembre.

Formalità a parte, l’Ufficio protocollo del Comune ha chiuso i battenti oggi alle 14 senza comunicazioni di ripensamenti a firma del primo cittadino ed l’unico che può certificarli. Sembra però che il ritiro delle dimissioni possa essere formalizzato non solo a mano ma anche via pec. Nel vortice di leggi, cavilli vari e contatti, Francesco Pirani a quest’ora, conferma lui stesso, non ha cambiato orientamento. Si è invece amplificata l’ansia da dimissioni di assessori e consiglieri comunali di maggioranza alla ricerca del lieto fine dopo 5 mesi difficili, interpuntati anche di incongruenze.

Dino Latini ieri dal presidente Sergio Mattarella

Negli ultimi giorni si sono susseguiti vertici, telefonate, ed incontri per far pressing sul sindaco dimissionario. Le condizioni per cambiare il copione della legislatura sono rimaste le stesse da giorni: l’ala piraniana e antonelliana della maggioranza sollecitava le dimissioni di uno dei 4 consiglieri latiniani, se non quelle di Dino Latini, quelle di Emanuele Carpera della lista elettorale ‘Su la Testa’ che farebbe entrare in surroga nella Sala Gialla Giorgia Capomagi come prima dei non eletti. Nome più allineato alla maggioranza del sindaco che avrebbe dato garanzia dei 13 voti per il quorum nell’aula consiliare. Una condizione considerata indispensabile per governare «in serenità» la città. Il mandato dei consiglieri comunali viene però assegnato dagli elettori a differenza delle nomine di giunta o delle partecipate che sono decretate dal sindaco. Nessuno quindi può invocare le dimissioni che possono essere rassegnate per motivi personali o politici. Pare che lo stesso capogruppo del gruppo ‘Liste civiche-Su la Testa’, Dino Latini, infatti non l’abbia fatto. Semmai, ieri al rientro da Roma dove ha partecipato alle celebrazioni dei 30 anni della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative e delle Province autonome, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, Latini si sarebbe reso disponibile a rassegnare la proprie dimissioni senza ricevere però feedback positivi da Pirani. Ogni mossa sullo scacchiere viene ritenuta ormai tardiva anche se in molti sperano che qualcosa possa concretizzarsi in serata, nel breve scorcio di tempo che resta.

L’atrio con le statue acefale ‘senzatesta’ di Palazzo comunale

Allo scadere del ventesimo giorno, se in queste poche ore non si registreranno colpi di scena, arriverà il commissario prefettizio e sarebbe, comunque, la seconda volta che accade nella storia di Osimo dal dopoguerra a oggi. La prima è avvenuta all’inizio del 1951 tra il mandato amministrativo del sindaco Ugo Muzio Montanari, al governo di Osimo dal 5 dicembre 1947 al 12 gennaio 1951, e l’elezione del sindaco Vincenzo Acqua al timone della città dal 14 giugno del 1951 al 20 giugno del 1956. Secondo la procedura, con proprio decreto il prefetto di Ancona dovrà sospendere il Consiglio comunale, nominando un commissario in attesa del decreto di scioglimento dell’assemblea cittadina firmato dal presidente della Repubblica. Anche gli incarichi di giunta verranno azzerati.  Il commissario amministrerà poi il Comune con poteri ordinari e straordinari fino alla prima finestra utile per andare al voto per il rinnovo delle cariche elettive, del sindaco e del Consiglio comunale, da tenersi probabilmente nella primavera del 2025.



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