«Non permetteremo la desertificazione industriale di Fabriano. Il confronto con l’azienda che si sta tenendo in queste ore è fondamentale per scongiurare definitivamente i licenziamenti e prevedere tutte le azioni possibili per contrastare gli effetti della scellerata decisione di fermare la produzione dei prodotti office (risme di carta per stampanti), che mette in discussione il futuro di 195 lavoratori». Lo dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, il segretario generale Cgil Marche Giuseppe Santarelli e il segretario generale della Slc Cgil Riccardo Saccone.
Lunedì prossimo alle 14 al Mimit è previsto il tavolo di crisi sulla vertenza Giano del gruppo Fedrigoni, e i dirigenti sindacali spiegano che per la Cgil «oltre al ritiro dei licenziamenti e alla puntuale verifica del piano sociale a tutela di tutti i lavoratori di Fabriano, è indispensabile che l’anno di tempo che abbiamo guadagnato serva per rilanciare il sito». Inoltre «vanno tutelati tutti i lavoratori somministrati: hanno diritto al pari dei diretti degli ammortizzatori sociali che verranno individuati per accompagnare il percorso di reindustrializzazione, che deve avvenire nel corso del 2025».
«Per questo – concludono Gesmundo, Santarelli e Saccone – chiediamo alle istituzioni locali, regionali e nazionali di contribuire, da subito, all’individuazione di un soggetto industriale che sia interessato a rilanciare la produzione e a continuare a scommettere su Fabriano, sfruttando anche le possibilità derivanti dalla area industriale di crisi complessa del fabrianese ex Antonio Merloni». Ieri nel confronto con i sindacati l’azienda ha aperto alla possibilità degli ammortizzatori sociali con la richiesta al ministero di 12 mesi di cassa integrazione per mettere fuoco i ricollocamenti dei 195 lavoratori magari anche con incentivi alle uscite volontarie.
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