«Comprendo lo stato d’animo di Francesco Pirani provato da mesi difficili, incomprensibili e irrazionali. Capisco anche lo sfogo e le aspettative ma non posso non evidenziare come molte delle vicende in questa storia esulavano completamente dalle dinamiche politiche e da reali possibilità. Mi dispiace per questo epilogo che vanifica mesi e mesi di lavoro, ma alla fine l’unica grande responsabilità che mi attribuisco è quella di aver voluto provare a dare ad Osimo una nuova stagione. Certamente questa vicenda non potrà restare senza conseguenze». A parlare sui social dopo giorni di silenzio è il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli (FdI). Risponde alle parole amare dell’ex sindaco di Osimo Francesco Pirani le cui dimissioni sono effettive dallo scorso 4 dicembre. Da ieri la città dei ‘senzatesta’ è stata commissariata dal prefetto di Ancona.
Emergono di ora in ora i retroscena che hanno accompagnato le fine dell’impero. Oggi Pirani racconta a telefono che «quando ho contattato il presidente Acquaroli per annunciare le mie dimissioni mi ha detto: “Osimo non può cadere” e io gli ho risposto: “E te ne accorgi ora?”. Lo sapeva bene che i problemi non erano emersi dopo quella mia scelta del 14 novembre ma già dal primo Consiglio comunale a luglio quando il presidente del consiglio regionale e consigliere comunale Dino Latini non si è presentato in aula perché impegnato in una inaugurazione. Nella seconda seduta consiliare, lui e i suoi consiglieri hanno votato contro. non allineandosi alla maggioranza. No, non mi sono sentito garantito rispetto a quelli che erano gli indirizzi venuti fuori dalla campagna elettorale. Acquaroli avrà fatto tutto per ricomporre la frattura con Latini ma gli esiti finali li conosciamo. Mi aspettavo una protezione da tutto l’apparato politico-partitico. C’è stata da parte di Fratelli d’Italia ma è stata insufficiente per riportare sulla retta via Latini che svolgeva anche il ruolo di presidente del Consiglio regionale. Da una parte era garante dell’assise regionale, dall’altra oltraggiava il nostro Consiglio comunale non presentandosi in aula, nè lui né i suoi 3 consiglieri. Un comportamento istituzionale opinabile- obietta – Non sarei meravigliato, anzi quasi me lo aspetto, se farà una traversata verso altri lidi, magari in area centrosinistra, alle prossime elezioni regionali»
Da sindaco che si è dimesso, dopo 5 mesi dall’elezione e di amministrazione tormentata da faide e incomprensioni, torna anche a ribadire che nella sua coalizione composta da liste civiche con esponenti di Fi, Lega e da FdI, unico partito con simbolo, «la maggioranza l’hanno garantita Fratelli d’Italia e la Lega. Forza Italia non era rappresentata in Consiglio comunale però il coordinatore provinciale mi ha telefonato per chiedermi un posto in giunta per un suo esponente sostenendo che mi aveva portato 1200 voti che forse invece erano 60» evidenzia. A malintesi e lotte fratricide si è aggiunta anche la nota dolente delle spese elettorali. Francesco Pirani ha pagato di tasca propria cifre a tre zeri «Gli accordi non erano quelli – ricorda – ma se non lo avessi fatto avrebbe passato i guai per il mancato pagamento il committente elettorale responsabile e io non lascio nessuno in mezzo a una strada» tiene a precisare.
Volano stracci e nel dibattito sulla resa dei conti, va dietro alle parole del presidente Acquaroli anche Fratelli d’Italia Osimo che sostiene di comprendere «la rabbia, la delusione ed il rammarico dell’ex sindaco. Possiamo dire, però, che troviamo ingiusti i toni usati nei confronti del presidente Acquaroli, che ha sempre creduto nella figura di Francesco Pirani e si è speso in prima persona per farlo eleggere. – scrive il direttivo osimano, unico partito della coalizione elettorale civica appena naufragata – FdI ha dimostrato fin da subito serietà e dedizione , tenendo un profilo assolutamente responsabile, anche nei momenti più difficili, come quando ci è stato chiesto di rinunciare ad un assessore, fatto riconosciuto anche dallo stesso Pirani. La garanzia che il governatore poteva dare su Latini era ricompresa nell’ambito della normalità, buona fede e responsabilità politica, che mai come in questo momento storico si richiede a chi viene eletto ad amministrare il bene comune, mentre il gruppo che fa capo a Latini ha sempre anteposto altro al bene di tutti, fino al drammatico epilogo». Anche Eleonora Antonelli candidata con la lista civica dei giovani ‘Rinasci Osimo’ che ha sostenuto al primo turno il candidato sindaco Sandro Antonelli e al ballottaggio Francesco Pirani, spiega sui social di essere «umanamente vicina al governatore, che si ritrova ad Osimo probabilmente senza “soldati” politicamente all’altezza. L’attacco dell’ex sindaco è sferrato anche a Forza Italia nella persona di Gianluigi Tombolini di cui ho grande stima. Insomma un vero disastro. In queste situazioni, cari esponenti di FdI Osimo, vi consiglio di prendervi le vostre responsabilità e almeno per qualche giorno di tacere» mette in controluce quasi a quantificare le ‘macerie’ del centrodestra. Antonelli chiarisce che la sua «vuole essere una semplice e onesta analisi politica. All’indomani delle dimissioni di Pirani gli esponenti di FdI hanno lanciato l’#iostoconfrancescopirani a cui hanno fatto seguito scene di supplica per sollecitare un suo ripensamento. Noi di ‘Rinasci Osimo’, ci siamo limitati a prendere atto di quelle dimissioni e abbiamo subito chiesto scusa ad Osimo e agli osimani ma siamo stati criticati proprio da FdI. Oggi dopo questo intervento kamikaze dell’ex sindaco che scarica molti, qualcuno continua a muovere critiche alla nostra lista di centrodestra, dimostrando di avere davvero una scarsa lungimiranza politica».
Michela Glorio, candidata sindaca del centrosinistra alle Amministrative 2024, osserva, invece, dall’esterno che «l’ex sindaco Francesco Pirani attacca tutti: gli ex alleati civici, gli ex alleati di partito, gli ex garanti regionali, l’ex amministrazione comunale. La lista di chi viene accusato è lunga. Ma una domanda sorge spontanea: possibile che le responsabilità siano sempre degli altri e mai le sue? Forse sarebbe il caso di fare un piccolo esame di coscienza. – evidenzia – È curioso che lo stesso Pirani, dopo aver già abbandonato il ruolo di vicesindaco nel 2011 “sbattendo la porta”, oggi si dimetta da sindaco puntando il dito contro tutti. Un sindaco che fin dall’inizio sente il bisogno di un garante per svolgere il proprio ruolo dimostra, nei fatti, di non avere piena fiducia nelle proprie capacità. La politica richiede responsabilità e capacità di confronto, non solo con gli alleati, ma anche con le difficoltà che ogni amministratore deve affrontare. Continuare a scaricare le colpe sugli altri non è solo poco credibile, ma allontana sempre più da ciò che un sindaco dovrebbe rappresentare: un punto di riferimento per la propria comunità» conclude Glorio.
(m.p.c.)
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