Le Associazioni Enpa, Lav, Leidaa, Lndc, Animal Protection e Oipa «hanno chiesto e ottenuto dal giudice il permesso di supportare l’assistenza veterinaria dei cani ancora presenti nell’allevamento di Trecastelli – fanno sapere le associazioni -, struttura posta sotto sequestro nel 2021 e nella quale, da tempo, è presente un focolaio di Brucellosi canina, una patologia trasmissibile anche all’uomo molto probabilmente esplosa a causa di cuccioli importati illegalmente dall’estero prima che alla struttura fossero messi i sigilli».
Grazie all’ausilio di attrezzature da campo, «una delegazione composta da tre medici veterinari di fiducia delle Associazioni e da propri operatori, assieme ai volontari dell’Associazione locale Amici Animali – proseguono -, ha effettuato a campione uno screening utile a valutare lo stato di salute generale degli animali. Inoltre, preso atto che gli ultimi test ufficiali sui cani risalgono allo scorso anno, sono stati eseguiti, sempre a campione, test rapidi per rilevare nei cani la presenza della brucellosi canina nella speranza da avere un’idea dell’andamento della malattia».
Su 60 cani analizzati «solo uno è risultato positivo al test. Se la negatività fosse confermata dagli esami ufficiali – più approfonditi e precisi – eseguiti dall’Istituto Zooprofilattico di competenza, per almeno una 50ina dei 268 cani presenti nell’allevamento potrebbe finalmente aprirsi la porta dell’adozione, con una ricaduta positiva sia sugli animali sia sulla collettività tutta considerato che il mantenimento dei cani grava sulle casse regionali».
«Alla luce di questi risultati confidiamo che l’Istituto Zooprofilattico di Teramo effettui con urgenza i test per la brucellosi su tutti i cani in modo che possano essere avviati tempestivamente l’osservazione e il monitoraggio di quelli che risulteranno negativi per essere finalmente adottati e al contempo non essere più a carico delle Istituzioni. I cani presenti nell’allevamento sono docili e tranquilli, molte famiglie sarebbero disposti ad adottarli, non è accettabile privarli della possibilità di una casa che li accolga – dichiarano le Associazioni –. Anche coloro che, invece, a causa della malattia non potranno lasciare l’allevamento potrebbero trarre un beneficio dall’alleggerimento della struttura in quanto potrebbero avere più spazi e maggior tempo loro dedicato. È un dovere morale, professionale e civile monitorare il decorso della malattia e trovare la soluzione migliore per la gestione dei cani e del loro inserimento in famiglia».
Questa attività di supporto all’assistenza sanitaria dei cani è una dimostrazione di come le Associazioni «vogliano e possano essere di fattivo aiuto in questa complessa situazione, rinnoviamo quindi la richiesta urgente di un tavolo di confronto anche con il Ministero della Salute, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e quello di Umbria e Marche per la gestione degli animali e il monitoraggio della loro salute nella speranza che si individui un percorso terapeutico che possa debellare la Brucella canis».
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