Annullata per il quinto anno consecutivo il Presepe vivente di Genga, un evento che è sempre stato uno dei fiori all’occhiello per l’intera regione Marche e che dal 1981 ha portato oltre 400mila persone a visitarlo nel periodo natalizio. Un’attrazione di fama nazionale per l’entroterra anconetano, la più grande al mondo per estensione: ben 30mila metri quadri, che si snodava lungo il costone roccioso che conduce fino al Santuario di Valadier.
A confermarlo è Mario Vescovi, storico fondatore dell’associazione che si occupava del Presepe Vivente e oggi assessore al comune di Genga con deleghe ad arredo e decoro urbano, viabilità, trasporti, polizia municipale. «Con dispiacere comunico che anche quest’anno la manifestazione natalizia tanto ammirata da migliaia di visitatori, non si terrà. Mi sono confrontato con il gruppo organizzatore ed è emerso che vi è un generale sentimento di perdita di motivazioni dovuto anche alle stringenti normative emanate per onorare la safety/security. Non solo, quest’ anno a causa dei lavori per il raddoppio della ferrovia Falconara-Orte, sono venuti meno i tanti posti auto/parcheggi che prima avevamo a disposizione nell’area della Cuna», evidenzia Vescovi, lasciando intendere che questo stop prolungato potrebbe andare avanti ancora per molto tempo.
Non è la prima volta, nel corso degli ultimi anni, che viene annullato il Presepe vivente a Genga. Maltempo, Covid-19 e, ora, un mix fra problematiche legate alla sicurezza, alla burocrazia e alla generale stanchezza degli organizzatori. L’ultima rappresentazione risale al 2019, poi nel 2021 era tutto pronto, ma un’ordinanza sempre in materia di sicurezza ha di fatto impedito entrambe le rappresentazioni del 26 dicembre e del 2 gennaio, come da tradizione. In pratica, esiste solo una via di ingresso e una di uscita e non va bene. Inoltre, ad oggi, potrebbero entrare contemporaneamente per ammirare il Presepe vivente al massimo 2mila persone in contemporanea. Un numero troppo esiguo, considerando che solo i figuranti sono circa 300, cui si aggiunge il personale dell’organizzazione, che venivano impegnati per la rappresentazione della Natività che, dal 1981, anno della sua nascita, enfatizzava la magia delle feste del Natale. Soldati romani, pastori, artigiani, popolo, lungo il sentiero nel bosco, luci e suoni rendevano davvero suggestivo l’ambiente, fino a entrare nella gola dove si poteva godere di uno spaccato della vita quotidiana in Palestina ai tempi della Natività. La fine del percorso si trovava nella grotta che custodisce il prezioso Tempio del Valadier, mentre il suono delle cornamuse accompagna i visitatori lungo il tratto finale della salita. Come sempre, tolte le spese vive, il ricavato dei biglietti è sempre stato devoluto in beneficenza.
Sono state oltre 400mila le persone che in questi anni sono accorse a Genga. Lungo il sentiero che porta alla Natività pastori, pescatori, contadini intenti al loro lavoro scandiscono la salita verso la contemplazione dell’evento che si celebra. Una volta giunti alla grotta naturale del Santuario di Frasassi si potevano ammirare esperti artigiani: falegnami, fabbri, cestai, fornai, calzolai, scultori, vasai, ricamatrici e tessitrici tutti con gli antichi strumenti della loro arte. Un appuntamento irrinunciabile non solo per gli appassionati del genere dell’entroterra fabrianese visto che, negli anni, sono arrivati a Genga anche visitatori provenienti da fuori regione che avevano approfittato per trascorrere una giornata nel territorio e visitare, tra l’altro, anche le grotte di Frasassi.
(Redazione CA)
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