Dopo l’ultima relazione di Greenpeace che ha messo in luce il problema della contaminazione dell’acqua potabile da Pfas, la consigliera d’opposizione Mirella Giangiacomi ha presentato una interrogazione per fare il punto sulla situazione di Ancona. «Riguarda tutti i Paesi del mondo ma anche noi, in modo abbastanza sensibile, perché le Marche sono tra le regioni con tasso di inquinamento da perfluorati. Ancona risulta essere da questa relazione una delle città delle Marche con maggiore problemi di inquinamento delle acque, comunque al di sotto dei limiti di legge. E’ vero però che in Europa parecchi Paesi si stanno muovendo per sollecitare un cambiamento radicale nella valutazione dei livelli, al di sopra dei quali ci sono grossi rischi per la salute. Come approcciamo ad Ancona questo tema?» ha chiesto ieri in aula la consigliera del Pd all’assessore Manuela Caucci.
L’assessore ha ricordato in premessa che un decreto del 2023 ha introdotto per la prima volta l’obbligo del monitoraggio dei Pfas sulle acque destinate al consumo umano i cui limiti entreranno in vigore il 12 gennaio 2026. In relazione ai Pfas il decreto introduce 2 parametri di riferimento: la somma di Pfas il cui valore limite è fissato a 0.10 µg/l e il Pfas totale il cui valore limite è fissato a 0,50 µg litro. L’analisi del parametro somma di Pfas prevede l’analisi di 24 composti stabiliti dal decreto le cui concentrazioni sommate tra loro vanno a definire il valore somma Pfas. Il parametro Pfas totale invece è dato dalla somma delle concentrazioni dei 24 composti che concorrono al parametro somma, più eventuali altri composti della stessa famiglia che il laboratorio dovesse andare ad analizzare.
«Greenpeace ha affidato le analisi a un laboratorio accreditato di Prato specializzato in questo tipo di analisi il quale ha ricercato anche ulteriori Pfas rispetto ai 24 che sono stabiliti dalla legge – Ha fatto osservare Caucci – Abbiamo appurato che tale laboratorio utilizza strumentazioni di alta sensibilità e bassa precisione, che ha consentito di rilevare anche tale concentrazioni di pochissimi per nanogrammi/litro. Il laboratorio ha rilevato con accuratezza concentrazioni fino a 0,001 µg litro. Parliamo dunque di tracce di composti che sono ubiquitari perché presenti su tanti oggetti di materiale comune. Viva Servizi, dove ha fatto le campionature Greenpeace, ha analizzato 4 punti rilevando a falconara nessuna traccia, a Fabriano tracce di composto Pfas con concentrazione di 2,8 ng/l. Ad Ancona1 hanno in rilevato quanto presenti tracce di Pfas con concentrazione di 3,0 ngl e Pfas in concetrazione 5,3 ngl per un totale di 8,3 ng litro che corrispondono a 0,0 0 83 µg litro. Ad Ancona2 hanno rilevato tracce di Pfas in concentrazione di 3,4 ng/l corrispondenti a 0,0 0 34 µg litro. Gli esiti analitici evidenziano che le concentrazioni rilevate sono molto basse e notevolmente inferiori ai limiti di legge che entreranno in vigore nel 2026 tanto che la stessa Greenpeace ha collocato Ancona sul podio delle 3 città con le concentrazioni più basse. Ci tengo a far presenti che in ogni caso Viva Servizi sta attuando degli ulteriori monitoraggi» ha annunciato l’assessore.
Caucci ha inoltre specificato che «l’analisi dei Pfas, come degli altri parametri di legge, è stata inserita in una nuova gara in via di proprio in questi giorni per l’individuazione di un laboratorio in grado di eseguire analisi accreditate sulle acque destinate al consumo umano per tutti i parametri per i quali il laboratorio aziendale non è ancora accreditato. La nuova gara sarà affidata entro fine marzo o inizio di aprile 25 e le analisi di Pfas è prevista in tutte le analisi che includono i parametri degli allegati previsti dalla normativa, in un numero recente sottoposto all’azienda sanitaria territoriale e per il quale stanno ancora attendendo la condivisione. Nelle more dell’affidamento della gara, l’azienda sta comunque provvedendo ad incaricare mediante un affidamento diretto un laboratorio accreditato di fuori regione per le analisi di alcuni campioni. Voglio ringraziare sia il direttore Moreno Clemente e il presidente di Viva Servizi per la tempestività con cui hanno operato» ha concluso l’assessore.
«Non c’è dubbio che si stia lavorando bene nel sistema di monitoraggio, – ha replicato Giangiacomi – Il problema è come agire come istituzione ed ente locale rispetto a una serie di fatti di situazioni che possono aiutare a ridurre l’accumulo di queste sostanze prodotte da diverse fonti, a partire dalle padelle antiaderenti, senza creare situazioni di allarmismo ovviamente».
(Redazione CA)
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