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Cassa integrazione in aumento:
Macerata al secondo posto nelle Marche

OCCUPAZIONE - Nel 2024 registrata una crescita di 7 milioni di ore rispetto all'anno precedente, con una percentuale pari al +44,9%. Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche: «A soffrire, sono soprattutto la meccanica e metallurgia, il calzaturiero e il tessile-abbigliamento che rappresentano i settori trainanti l’economia regionale»

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Eleonora Fontana, segretaria regionale Cgil

Cassa integrazione, nel 2024 le Marche hanno visto un aumento di 7 milioni di ore rispetto all’anno precedente, con una percentuale pari al più 44,9%. Tra le province marchigiane, quella di Macerata è al secondo posto con un aumento di ore di Cig pari al più 68,8%.

Ma andiamo per ordine. Nel 2024 sono state richieste e autorizzate complessivamente 23,4 milioni di ore di Cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà.

«Il dato complessivo del 2024 – dice Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche – conferma la profonda crisi che investe la regione e in particolare il settore manifatturiero.  Crisi che stiamo denunciando da tempo e che ci ha visti impegnati per salvaguardare posti di lavoro e salari». Il settore dell’industria è quello più colpito.

In particolare, la Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a circa 23,2 milioni di ore, mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a poco più di 270mila ore. 

Rispetto all’anno precedente, nelle Marche la cassa integrazione registra un aumento di 7 milioni ore (+44,9%). La tendenza risulta essere molto più accentuata rispetto al valore medio italiano (+21,1%) e a quella del Centro Italia nel complesso (+12,1%).

La provincia che ha registrato l’aumento maggiore è quella di Fermo (+126,4%). Seguono Macerata (+68,8%), Ascoli Piceno (+65,7%), Pesaro Urbino (+32,3%) e Ancona (+20,7%).

Osservando i dati relativi alla distribuzione delle ore nei singoli rami di attività corrispondenti alle diverse gestioni Inps della Cassa integrazione guadagni, l’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (22,5 milioni). Le ore registrate nel terziario sono state 148mila, mentre nell’edilizia ammontano a 451mila.

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L’aumento delle ore di Cig rispetto al 2023 è totalmente imputabile al ramo dell’industria, il quale registra un saldo di +7,4 milioni di ore (+49%). Al suo interno, i comparti che osservano l’incremento maggiore sono pelli, cuoio e calzature (+163,8%) e  tessile e abbigliamento (+326,7%). Seguono Chimica, gomma, plastica (+36,9%) e meccanica e metallurgia (+32,8%), la quale in termini assoluti occupa quasi la metà delle ore di Cig autorizzate nell’industria. 

Per ciò che concerne il terziario, si registra un calo di 142mila ore (-48,9%), riscontrabile in maniera più o meno accentuata in tutti i comparti. L’edilizia registra un calo di 99 mila ore (-18,1%).

«A soffrire, sono soprattutto la meccanica e metallurgia, il calzaturiero e il tessile-abbigliamento che rappresentano i settori trainanti l’economia regionale – sottolinea Fontana -. È chiaro dunque che non sono più rinviabili, da parte della Regione, politiche per invertire tale tendenza. Di fronte a questi dati, auspichiamo che il Governo e la Regione considerino prioritaria una programmazione di politiche industriali». 

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