Nella giornata di ieri, il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Jesi Paolo Arena, nell’ambito del progetto di legalità per l’anno 2025 denominato “Educhiamo insieme alla Legalità”, ha incontrato gli studenti delle classi prime dell’Istituto di Istruzione Superiore Marconi-Pieralisi, diretto dalla dirigente scolastica Rita Fiordelmondo.
La tematica affrontata ha avuto quale titolo: “I rischi legati al bullismo, cyberbullismo, uso di alcool e droghe: la cultura del rispetto delle regole e delle Istituzioni”.
Arena, in un interscambio e confronto coi giovani studenti, si è soffermato sull’importanza della conoscenza delle leggi ed in particolare della Costituzione: «conoscere i principi basilari della Costituzione, frutto del sacrificio di quanti hanno creduto fermamente negli ideali di libertà, uguaglianza, rispetto delle diversità. La carta Costituzionale, non è espressione di una singola individualità, ma di una pluralità di apporti differenziati: conoscere e studiare la Costituzione, non può essere uno studio vuoto finalizzato ad un’interrogazione meramente scolastica ma approfondimento costante, finalizzato a creare ed alimentare la cultura del rispetto delle regole, una preparazione alla vita, acquistando consapevolezza dell’essere cittadini, dei diritti e, naturalmente, anche dei doveri».
Tuttavia oggi l’adolescente «vive una fase più inquieta, più carica di malessere, di disagio espresso in tutte le forme, nel vivere le esperienze al limite (sfide coi motorini, mancato fermo all’intimazione dell’alt da parte delle forze di Polizia, assunzione di alcol , droga, violenza gratuita, e come new entry picchiare i compagni di scuola nel giorno del compleanno quale rito propiziatorio) con un rifiuto netto di tutto ciò che è regola e che costituisce Istituzione Statale, specie delle forze di polizia in prima linea quotidianamente nella lotta per garantire la sicurezza pubblica. Il flagello della droga, imperversa seminando tante vittime tra giovani: fumare hashish , marijuana, sniffare cocaina, usare il fentanyl sembra divenuto normale mentre è da combattere categoricamente perché crea dipendenza e non ci sono giustificazioni all’uso di droghe».
La causa del disagio che porta a scelte estreme, «va cercata nel senso di smarrimento, vuoto, solitudine , nella mancanza di modelli sani di riferimento, mentre abbondano, purtroppo, quelli negativi. I giovani hanno paura di soffrire, ed è per questo che ricorrono all’anestesia del loro dolore indossando le vesti della persona aggressiva, menefreghista. Tale condotta, si manifesta soprattutto a scuola dove ad esser preso di mira è il timido di turno o magari lo studente etichettato come secchione, o il più sensibile vittima di atti di bullismo, perpetrati da ragazzi e ragazze, che costituiscono veri e propri reati come estorsioni, aggressioni fisiche, minacce, furti che provocano soprattutto un danno esistenziale alla persona. Spesso, si parla di cyber bullismo perché tramite sms o filmati video , o foto si ricatta e diffama la vittima, denigrandola mettendola alla berlina con una diffusione incontrollata via web. La legge 71/2017 ha introdotto in tutte le scuole la figura del referente per le iniziative di contrasto al bullismo in tutte le sue forme, la possibilità di oscuramento del web con la rimozione dei dati del minore diffusi in rete, nonché l’ammonimento del Questore con la convocazione dei genitori del minore, provvedimento che avrà efficacia fino al compimento della maggiore età».
Il dirigente del Commissariato, infine, ha commentato con i giovani studenti la proiezione di un cortometraggio invitandoli alla riflessione e a scelte intelligenti.
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