Sit-in dei lavoratori Imr in Regione:
cassa integrazione agli sgoccioli,
incertezza sul piano industriale (Foto/video)

ANCONA - A tre anni dalla chiusura della vertenza con la promessa di nuove produzioni per Lamborghini, i macchinari non sono stati ancora riaccesi. Stamattina la protesta con i sindacati e il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiodelmondo. Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una mozione e l'assessore Stefano Aguzzi ha riferito che il piano sarà presentato entro marzo, prevedendo per il sito jesino il reimpiego di tutte le maestranze e di essersi rivolto al Mimit per avere rassicurazioni riguardo a un prolungamento della cig

 

E’ tornata in primo piano la vicenda della Imr. l’ex Caterpillar di Jesi. Questa mattina in Regione i rappresentanti delle sigle sindacali e dei lavoratori dello stabilimento jesino si sono riuniti in presidio nella sede della Regione Marche, nel Piazzale Loi, antistante l’ingresso di Palazzo Leopardi, dove era in corso la seduta del Consiglio regionale, ed hanno incontrato a margine l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi e i capigruppo. Nel corso della seduta assembleare è stata votata all’unanimità una mozione di sostegno ai lavoratori di Imr.

Il presidio dei lavoratori Imr. ex Caterpillar di Jesi davanti alla Regione Marche (foto Fb Fiom Ancona)

Primo firmatario della mozione è stato il presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, Dino Latini. L’approvazione del provvedimento è arrivata subito dopo l’incontro delle rappresentanze sindacali con i capigruppo e le rassicurazioni rispetto al sostegno alla mobilitazione in atto. Nelle premesse viene evidenziata la preoccupazione per l’incertezza del piano industriale proposto dall’azienda e vengono fissati gli obiettivi, attraverso l’impegno rivolto alla Giunta regionale, ad esercitare un ruolo attivo e ad adoperarsi affinché la Imr presenti un nuovo piano industriale in coerenza e nel rispetto di quello già presentato. Un nuovo piano industriale che assicuri la tutela dell’occupazione e specifichi le produzioni che verranno destinate al sito di Jesi, come già avvenuto tre anni fa. Inoltre, si chiede l’impegno a coinvolgere il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per superare l’attuale fase di crisi, proseguendo il percorso già in essere e aggiornando la situazione in atto.

In questa sede è intervenuto in aula sulla vicenda il presidente Francesco Acquaroli, che ha ribadito l’impegno della Regione a seguire attentamente la vicenda. «Manteniamo alta l’attenzione sulla vicenda. Il nostro obiettivo – ha detto il presidente – è quello di tutelare i lavoratori ed allo stesso tempo anche gli investimenti, necessari per lo sviluppo e l’economia di tutto il territorio. È necessario capire quali siano le cause che hanno portato alla mancata realizzazione del piano industriale e degli impegni sottoscritti ed occorre conoscere quali saranno a questo punto i tempi richiesti per il rispetto degli accordi». Il presidente Acquaroli ha voluto rimarcare la ferma volontà della Regione a trattare la vicenda anche attraverso l’apertura di un tavolo regionale di confronto con azienda e rappresentanti sindacali. «Mi fa piacere – ha evidenziato il presidente – che ci sia ampia condivisione tra le parti politiche su questi temi che devono unire tutti, per tutelare il lavoro e il nostro territorio».

L’assessore Stefano Aguzzi, incontrando i lavoratori, ha espresso loro piena e completa solidarietà: «È giusto alzare l’attenzione su questa vicenda – ha detto – perché l’impegno congiunto della Regione, dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano durato tre anni è stato intenso per giungere a una soluzione della vertenza legata alla ex proprietà. Impegno che ha coinvolto anche il Ministero. Il piano industriale promesso non è stato ancora attuato e la cassa integrazione straordinaria che doveva durare un anno ne è durata tre e scadrà a maggio. La preoccupazione dei lavoratori è legittima e ho subito accolto la richiesta di attenzione sulla vicenda da parte dei loro rappresentanti nel momento in cui sono venuti qui in Regione a parlare del problema, prendendo atto della situazione e intervenendo nell’immediato. Ho chiamato l’azienda e la scorsa settimana abbiamo avuto un incontro».

Stefano Aguzzi con i Il presidio dei lavoratori Imr, l’ex Caterpillar di Jesi

Dai colloqui intercorsi, Aguzzi riferisce che la proprietà ha ammesso la difficoltà a realizzare il piano industriale previsto ma che è in fase di redazione un piano globale per tutta la Imr, all’interno del quale è inserito anche lo stabilimento di Jesi. «Mi è stato detto che il piano sarà presentato entro marzo 2025, prevedendo per il sito di Jesi il reimpiego di tutti i lavoratori. Allo stesso tempo sono state paventate incertezze riguardo ai tempi per il reinserimento dei lavoratori nel ciclo produttivo che potrebbe quindi avvenire oltre i termini di scadenza della cig straordinaria. Per questo ho deciso di rivolgermi direttamente al ministero del Lavoro per avere rassicurazioni riguardo a un prolungamento della cassa integrazione e sono stato rassicurato nel caso appunto vi sia un piano industriale e una richiesta dell’azienda. Ho avuto contatti anche con il ministero del Made in Italy, per cui l’attenzione sulla vicenda è vigile. Ribadisco che la Regione e l’assessorato al Lavoro seguiranno la situazione della Imr di Jesi, ponendo in essere tutte quelle misure necessarie per poter dare finalmente a questi lavoratori risposte chiare sul loro futuro».

A tre anni dalla chiusura della vertenza con la promessa di nuove produzioni per Lamborghini, i macchinati non sono stati ancora riaccesi e stamattina i quasi 100 lavoratori insieme ai sindacati e al sindaco di Jesi, Lorenzo Fiodelmondo, hanno seguito i lavori del Consiglio regionale. A loro è stata espressa la solidarietà del gruppo assembleare del Partito Democratico. «Abbiamo convintamente votato a favore dell’ordine del giorno presentato questa mattina al consiglio regionale dalle organizzazioni sindacali, anche perché il suo contenuto coincide pienamente con quello degli atti e delle mozioni depositate dal nostro gruppo assembleare a prima firma Manuela Bora negli ultimi mesi. Auspichiamo che questo documento serva finalmente a stimolare un maggiore impegno da parte della giunta regionale, fino a oggi rimasta troppo timida, se non addirittura distratta, di fronte alla pretesa della Imr di mettere in discussione gli obiettivi del piano industriale varato tre anni fa e ormai prossimo alla scadenza» spiega in una nota il gruppo assembleare del Partito Democratico.

«Non vorremmo – continuano i dem – che questa retromarcia dell’azienda possa preludere a un disimpegno ancora più grave. La Regione Marche ha il dovere di pretendere sia dal Ministero dello Sviluppo economico, garante dell’accordo siglato dalle parti sociali, sia dalla stessa azienda, che il nuovo piano industriale sia capace di assicurare la tutela dell’occupazione mantenendo i contenuti di quello vigente (200 lavoratori). Dunque bene l’unità dimostrata oggi dalle forze politiche con il voto espresso all’unanimità dal consiglio regionale sul documento dei sindacati, ma ora serve un deciso cambio di passo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a sostenere tutte le iniziative utili per salvaguardare ogni singolo posto di lavoro, ma va da sé che è compito della giunta regionale uscire dall’ombra e dimostrare di avere la volontà politica necessaria a salvare il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie».

(foto Fb Uilm Ancona)

La consigliera regionale Mirella Battistoni (FdI), in una nota ricorda che «la crisi della ex Caterpillar ha avuto inizio tre anni fa con la messa in cassa integrazione di numerosi dipendenti. Il 10 luglio 2022, il passaggio di proprietà ha segnato la trasformazione dello stabilimento con il cambio di produzione, passando dai cilindri oleodinamici ai componenti per l’automotive. Imr, sollecitata dalla Regione Marche, aveva presentato un piano industriale con l’impegno di reimpiegare i 92 lavoratori in cassa integrazione e riportare la forza lavoro a circa 200 unità, in linea con l’occupazione garantita dalla ex Caterpillar. Tuttavia, l’azienda non ha concretizzato il piano, che prevedeva il trasferimento a Jesi di tutte le produzioni legate a Lamborghini. Questo ha generato incertezza sul futuro dei circa 100 lavoratori ancora impiegati nello stabilimento. L’urgenza della situazione è accentuata dalla scadenza della cassa integrazione prevista per il 24 maggio 2025, generando forte preoccupazione tra i lavoratori. Oggi il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e l’assessore Aguzzi hanno ribadito il massimo impegno della Regione Marche nel gestire le crisi industriali che coinvolgono il territorio, inclusi gli stabilimenti marchigiani della Beko Europe a Fabriano e Comunanza e del Gruppo Fedrigoni a Fabriano e Pioraco» conclude Battistoni.

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