«Ancora una volta siamo qui per denunciare una situazione che è diventata insostenibile per alcune aziende del territorio provinciale. Infatti lo sciopero avvenuto lo scorso lunedì a Fabriano per dire no agli esuberi e ai licenziamenti allo stabilimento Beko Europe di Melano dove rischiano il posto 226 persone, ci spinge ancora una volta a prendere posizione in difesa, assieme ai sindacati, delle maestranze e dei lavoratori».
A dirlo è il Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Ancona, che spiega come «Sia nel caso della Beko, specializzata nella produzione di elettrodomestici, sia nel caso della Cnh di Jesi dove si producono macchine agricole e relativa componentistica per il gruppo Stellantis, troviamo delle situazioni insostenibili, con minacce di esuberi e ricorsi impropri alla cassa integrazione. Non bastano più i proclami di Acquaroli o le proteste delle opposizioni in consiglio regionale. Sono assolutamente necessari – aggiungono – dei piani di rilancio per le due aziende e una nuova programmazione che possa riassorbire tutti i lavoratori che oggi rischiano il posto. La rivalutazione delle competenze delle maestranze specializzate è fondamentale nel percorso che porti a far rientrare queste crisi ormai conclamate».
Come Rifondazione Comunista Federazione di Ancona, «chiediamo che queste nostre proposte siano realizzate tenendo conto anche del caro vita e del caro bollette che sta colpendo in questo momento le fasce più deboli della popolazione italiana, non di meno i lavoratori delle fabbriche. Con stipendi fermi a 30 anni fa è difficile che la situazione migliori per queste categorie di persone. L obiettivo è quello di scuotere chi oggi ha responsabilità gravi per la desertificazione industriale che sta subendo la nostra provincia da anni e che ormai e diventata strutturale. Il Prc sostiene quindi le lotte dei lavoratori invitandoli a non mollare di un centimetro. I prossimi referendum voluti dalla Cgil saranno un occasione d’oro per poter cambiare le cose dopo anni di precariato».
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