Controlli dei carabinieri forestali
di Gianluca Ginella
Nell’inchiesta della Dda di Ancona legata a presunti illeciti sversamenti in affluenti dell’Esino finisce il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi, indagato in qualità di funzionario della Regione. Gli viene contestata la corruzione. In sintesi per gli inquirenti avrebbe rilasciato un provvedimento per convertire un impianto a biogas in provincia di Ancona in impianto a biometano senza avere il parere preventivo dell’Arpam, in cambio – sostengono gli inquirenti – avrebbe ricevuto promesse di dazioni (Cicconi non ha comunque ricevuto nulla).
Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco
Una ricostruzione che il legale di Cicconi, l’avvocato Salvatore Santagata, contesta in toto. «Il mio assistito non riesce a spiegarsi la contestazione della corruzione di cui ha appreso dalla stampa. Sta raccogliendo tutta la documentazione dell’iter amministrativo contestato e appena avrà raccolto tutte le carte predisporrò una memoria difensiva per dimostrare che è stato fatto tutto nella legalità – dice l’avvocato Santagata -. Chiederemo ai pubblici ministeri di essere ascoltati. Confidiamo che con i documenti riusciremo a dimostrare che è stato fatto tutto nella legalità».
Il legale del sindaco di Pioraco aggiunge che «Vogliamo uscirne il prima possibile con una richiesta di archiviazione. Il mio assistito non ha fatto nulla di illegale, l’iter è stato regolare, non ha niente da nascondere, non c’è stata nessuna promessa e nemmeno dazione di alcunché».
Per la presunta corruzione è indagato anche un 81enne di Morrovalle, assistito dall’avvocato Renato Coltorti, in qualità di amministratore formale di un allevamento di bovini (che si trova ad Agugliano) e di due società (una titolare della seconda, che gestisce un impianto di biogas, sempre ad Agugliano).
L’avvocato Renato Coltorti
Stando alle indagini, da parte dell’81enne ci sarebbe stata una promessa di una dazione, da qui la contestazione di corruzione (di fatto nulla sarebbe stato dato a Cicconi).
L’avvocato Coltorti sulla contestazione spiega: «Il mio assistito nega di aver fatto un tentativo di corruzione, siamo fiduciosi di poter dimostrare che l’ipotesi è frutto di un fraintendimento. È sereno e sa di non aver mai posto in essere nulla di illecito».
L’indagine della Dda di Ancona, che ha coordinato i carabinieri forestali, si lega, oltre all’episodio della presunta corruzione, ad un presunto versamento illecito di liquami e digestato nel fiume Esino. In tutto sono otto le persone indagate e 4 società di cui 3 con sede nel Maceratese. Escluso Cicconi, le contestazioni, a vario titolo, vanno da quelle legate a reati ambientali, all’illecita gestione di rifiuti.
Gli altri indagati, a vario titolo, sono un responsabile tecnico di un impianto a biogas, 42 anni, residente ad Ascoli, un responsabile tecnico dell’allevamento di Bovini, un 63enne di Treviso, un 70enne di Polverigi e un 55enne di Campobasso, entrambi titolari di un impianto biogas a Polverigi, un 80enne di Morrovalle che risulta proprietario amministratore di fatto dell’allevamento, e un 52enne romano che risulta socio della società che ha la proprietà del biogas il cui amministratore formale è l’81enne di Morrovalle.
Secondo gli inquirenti (contestazione che non riguarda Cicconi) sarebbero stati sversati in torrenti affluenti al fiume Esino oltre 3.800 tonnellate di liquami e digestato. I rifiuti erano costituiti principalmente da liquame bovino e residui della produzione di biogas. Oggi sono stati sequestrati tre impianti di biogas e un allevamento di bovini (che si trova ad Agugliano, e con sede legale a Sarrocciano di Corridonia) che ospitava circa 500 bovini, a fronte di un’autorizzazione per soli 300 capi, sostengono gli inquirenti.
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