Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e il vice sindaco Samuele Animali con gli operai dell’ex Caterpillar, oggi Imr, durante un sit-in a Roma (Archivio)
«Riportare al Ministero dell’Industria, da dove tutto era partito, il tavolo di confronto tra proprietà, organizzazioni sindacali e istituzioni per la vertenza Imr. Perché è inaccettabile quello che sta accadendo sulla pelle dei lavoratori e della città di Jesi». Lo chiede il sindaco Lorenzo Fiordelmondo all’indomani dell’annuncio dei vertici dell’azienda di voler richiedere altra cassa integrazione straordinaria, con un piano di assunzioni triennale limitato a 65 unità, rispetto alle 91 presenti.
«Al Ministero – continua il sindaco – era stato solennemente annunciato un accordo che avrebbe dovuto dare un futuro ai lavoratori ex Caterpillar. Ed invece gli impegni sono stati puntualmente disattesi. E se in Regione non si riesce a trovare una via di uscita per il rispetto di quanto IMR aveva sottoscritto, è bene che si torni a Roma, coinvolgendo anche quelle figure istituzionali che allora si erano fatte garanti dell’operazione. Non esiste la scusa della crisi dell’automotive per stravolgere quanto concordato, perché questa situazione di difficoltà era ben nota già tre anni fa, eppure si era data assicurazione su un piano industriale ambizioso che avrebbe dovuto assumere ben più dei 91 operai attuali. Incontrerò prossimamente le organizzazioni sindacali, perché oltre alla solidarietà dovuta verso i lavoratori ex Caterpillar e le loro famiglie che continuano a vivere in cassa integrazione, occorrono azioni concrete ed immediate, da condividere insieme. È bene che si sappia che la città di Jesi non intende lasciarli soli».
La stessa richiesta viene rivolta dalla consigliera regionale del Pd, Manuela Bora alla giunta regionale. «L’ignavia e la poca serietà con cui la giunta Acquaroli ha affrontato e continua ad affrontare la vertenza Imr è di estrema gravità. Alla luce del nuovo piano industriale triennale presentato ieri dall’azienda, che prevede il reimpiego di soli 65 dipendenti, a oggi rischiano di rimanere fuori ben 26 lavoratori. Purtroppo avevamo denunciato questo pericolo già parecchio tempo fa e avevamo portato la questione all’attenzione del consiglio regionale, tanto che, lo scorso 18 febbraio, in aula era stata approvata all’unanimità una risoluzione che impegnava la giunta regionale a sollecitare un nuovo piano industriale a tutela del sito produttivo e dell’occupazione, con il coinvolgimento del Ministero delle imprese e del made in Italy. Oggi dalle dichiarazioni dell’assessore Aguzzi scopriamo che nulla è stata fatto a tal proposito e che il Ministero del Made in Italy, che doveva essere il garante degli accordi sottoscritti dall’Imr ai tempi dell’acquisizione dell’ex Caterpillar, non è stato per nulla coinvolto nelle nuove trattative. Quale ne sia il motivo non ci è dato saperlo, ma è evidente che questo atteggiamento pilatesco di Acquaroli e Aguzzi potrebbe costare molto caro ai lavoratori e al nostro territorio» sostiene la consigliera regionale del Partito Democratico Manuela Bora.
Sulla questione Bora ha presentato una nuova interrogazione per sollecitare la giunta regionale ad attivarsi immediatamente con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e con la Imr per chiedere la revisione e il miglioramento delle condizioni contenute nel nuovo piano industriale previste per lo stabilimento jesino. «Acquaroli e Aguzzi – attacca Bora – non possono continuare a fare gli arbitri: se i sindacati non potranno contare sul concreto sostegno della Regione Marche, la partita per salvare i posti di lavoro rischia di essere persa già in partenza. Il nostro atteggiamento è stato sempre responsabile e costruttivo sia nei confronti della giunta che dell’azienda, perché sappiamo bene che quando in gioco ci sono le vite dei lavoratori e delle loro famiglie le polemiche devono essere lasciate da parte. Ma adesso è ora di dire basta, poiché abbiamo l’impressione che alcuni si stiano approfittando di questa nostra responsabilità. Basti dire che nonostante già a novembre del 2023 si registrasse da parte dell’Imr un inaccettabile ritardo nell’attuazione del piano industriale, la giunta Acquaroli è rimasta in silenzio. Una debolezza che oggi consente all’azienda di mettere la Regione Marche di fronte al fatto compiuto, con una nuova pianificazione assolutamente irricevibile».
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