«Acquaroli, Ciccioli e mezza giunta:
tutti candidati senza dimettersi,
destra fallimentare e disperata»

REGIONALI - Il Pd fa quadrato dopo l'esternazione dell'europarlamentare Fdi che ha chiesto le dimissioni di Ricci in quanto candidato alle prossime elezioni. Alessia Morani: «C'è un limite anche al ridicolo. Qui siamo già a vette altissime». Maurizio Mangialardi: «Incredibile che parli chi si è aggrappato alla poltrona con le unghie e con i denti, dimettendosi solo due mesi dopo essere stato eletto»

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Da sinistra: Alessia Morani, Carlo Ciccioli e Maurizio Mangialardi

Il Partito Democratico si schiera subito al fianco di Matteo Ricci, dopo l’affondo del suo collega Carlo Ciccioli che chiede al candidato presidente per le prossime regionali di dimettersi dalla sua carica di europarlamentare.

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Lo screenshot pubblicato da Morani sui suoi canali social

In prima fila a parare il colpo c’è l’ex deputata Alessia Morani, che rimarca il doppiopesismo dimostrato da Ciccioli con la sua richiesta. «Consiglio alla fallimentare e disperata destra delle Marche di trovare altri argomenti per la campagna elettorale – dice Morani –  vorrei ricordare allo smemorato Ciccioli che nel 2022 quattro assessori di Acquaroli si sono candidati senza dimettersi alle elezioni politiche: Mirco Carloni, Giorgia Latini, Guido Castelli e Stefano Aguzzi. Lo stesso Acquaroli non si è mai dimesso e non ha mai completato nessun incarico elettivo, né da sindaco, né da consigliere regionale e da parlamentare.  Infine, l’onorevole Ciccioli, quando si è candidato all’Europarlamento, era consigliere regionale e non si è dimesso dall’incarico. Capisco la preoccupazione perché è cominciato il conto alla rovescia per Acquaroli e company, ma c’è un limite anche al ridicolo. Qui siamo già a vette altissime».

A rincarare la dose è arrivato anche Maurizio Mangialardi, che ha preceduto Ricci nel ruolo di candidato alla presidenza della Regione cinque anni fa. «Le dichiarazioni odierne di Carlo Ciccioli, secondo il quale Ricci dovrebbe dimettersi sin da subito sia per opportunità politica sia “in quanto oggetto di una inchiesta”, hanno sollecitato l’immediata reazione sdegnata e durissima di tutte le persone di buon senso – sottolinea Mangialardi – tanto per cominciare, si tratta di affermazioni false e denigratorie, in quanto Matteo Ricci non è oggetto di alcuna indagine. Inoltre, per ciò che concerne l’opportunità politica, in molti hanno ricordato casi analoghi e ben più significativi di esponenti del centrodestra che si sono candidati per un nuovo ruolo senza dimettersi previamente da quello che ricoprivano precedentemente. E pensare che il caso più clamoroso è proprio il suo. Non solo Ciccioli non si è assolutamente dimesso all’atto di accettazione della candidatura, come invece sollecita di fare al suo collega Ricci, ma si è aggrappato con le unghie e con i denti alla sua poltrona anconetana. Pensate che la presa d’atto delle sue dimissioni risale a quasi due mesi dopo, nella seduta dell’Assemblea legislativa del 30 luglio 2024. Io, al contrario, mi sento di ringraziare di cuore Matteo Ricci per aver messo a disposizione la sua candidatura. Avrebbe potuto rimanere al Parlamento Europeo, nel consesso più prestigioso del continente, e ha invece preferito mettersi ancora una volta a servizio del suo territorio».

Ciccioli al candidato governatore Ricci: «Ora si dimetta da europarlamentare»

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