Invecchiamento della popolazione:
Polverigi, Offagna, Osimo e Castelfidardo
tra i Comuni più ‘giovani’ dell’Anconetano

DEMOGRAFIA - L’ex vice sindaca della città dei ‘senzatesta’, Paola Andreoni (Pd), analizza gli ultimi dati dell’Istat. La provincia di Ancona ha un’età media in linea con quella regionale di 47,7 anni. Senigallia, Fabriano, Falconara, Numana a differenza delle città della Valmusone si distinguono per  essere più 'anziane'

Veduta aerea di Osimo centro e della sua immediata periferia (foto Bruno Severini)

 

La popolazione osimana, come quella marchigiana, continua ad invecchiare. «I dati solo allarmanti: l’emergenza non è solo il riscaldamento globale, ma anche l’inverno demografico» osserva la ex vice sindaco di Osimo Paola Andreoni (Pd) che ha analizzato gli ultimi dati Istat  sull’andamento anagrafico comunale e provinciale, mettendoli in correlazione con quelli nazionale e regionali.

Paola Andreoni

L’indice di invecchiamento che da anni non trova un freno e coinvolge anche i nostri comuni deve essere motivo di un’approfondita analisi e studio per formulare proposte politiche a livello nazionale, regionale e poi locale dei singoli territori. Formule magiche non ce ne sono, ma sperimentare, come stanno facendo in Francia,  con un  forte impegno verso le famiglie, investendo il 2,2% del Pil nel sostegno familiare (contro l’1% dell’Italia) porta i suoi frutti: la Francia con la Svezia sono gli unici Paesi europei dove il saldo demografico è positivo. Per invertire la drammatica situazione della denatalità nel nostro  Paese occorrono politiche di flessibilità lavorativa e un generoso sistema di tassazione basato sul quoziente familiare: part-time nei primi anni di vita dei figli, con lo Stato che compensa parte della perdita di reddito; un sistema scolastico organizzato per includere tempo pieno facilitando ulteriormente la conciliazione lavoro-famiglia; Asili nido e servizi educativi gratuiti per le famiglie; Sostegno economico con un sistema fiscale con il quoziente familiare che alleggerisce la tassazione in base al numero di figli a carico, garantendo maggiore equità. Ho avuto modo di sentire e apprezzare che il candidato alla guida della nostra Regione Marche, Matteo Ricci,  ha posto il problema dello spopolamento e dell’invecchiamento tra le sue priorità.

Per comprendere meglio la questione ho estrapolato i dati demografici dei principali comuni della nostra provincia mettendo a confronto i dati del 2002 e quelli ricavati dalle tabelle Istat 2024. L’attuale indice di vecchiaia (è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino a 14 anni) dell’Italia è 199,8%. L’indice di invecchiamento della Regione Marche è pari 226,4%( nel 2002 era di 168,4)  vale a dire ci sono 226,4 anziani ogni 100 giovani. Il grado di invecchiamento della Provincia di Ancona è pari a 225,8 ( era di 176,2 vent’anni fa). Meglio della provincia di Ancona registrano i dati di Pesaro Urbino 214,7 e Macerata 224,3. Solo 4 comuni ( con maggiore popolazione e limitrofi alla nostra area della Vallesina) della provincia hanno un valore inferiore al valore nazionale, vale a dire: Osimo, Castelfidardo, Polverigi e Offagna. Preoccupante, comunque,  la generalizzata tendenza all’invecchiamento della popolazione della provincia di Ancona che è del 225,8% mentre la Regione Marche è al 226,4%. Raffrontando questo valore su  alcuni comuni, Osimo  ha il grado di invecchiamento a 174,0 il comune di  Castelfidardo ha l’indice di vecchiaia a 182,6 che dice che ci sono 182,6 anziani ogni 100 giovani. Senigallia ha un valore di 252,6 altissimo superiore al dato regionale e di gran lunga anche di quello nazionale che è 199,8. Interessante il dato di due comuni vicini e accomunati da diversi servizi ma con indici demografici di vecchiaia estremamente diversificati: Polverigi ha un indice di 147,7 mente Agugliano è al 205,7.

Nelle Marche vivono 388.839 over 65, il 26,22% dell’intera popolazione ( poco più di un quarto dell’intera popolazione regionale), di questi, circa il 44% è rappresentato dagli uomini ed il 56% dalle donne. Secondo le proiezioni dell’Istat, nel 2033 supereranno quota 400.000. Attualmente l’età media dei marchigiani è 47,7 anni mentre l’età media nazionale si assesta a 46,6 (l’età media è l’ età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l’aspettativa di vita di una popolazione). Rispetto agli anni passati l’età media dei marchigiani si è innalzata costantemente (nel 2002 era di 44,1) e secondo le proiezioni Istat è prevedibile, con questo trend, che nel 2035 l’età media dei marchigiani supererà i 50 anni.

La provincia di Ancona ha un’età media in linea con quella regionale di 47,7. Comuni come Senigallia, Fabriano, Falconara, Numana si distinguono per  l’età media molto alta,  mentre tra i comuni più giovani della provincia di Ancona si collocano: Polverigi 44,6; Offagna 45,4; Osimo 45,9 e Castelfidardo 46,00. Anche la quota della popolazione marchigiana con oltre 75 anni è destinata a crescere. Attualmente, dati 2024, è di  131.615 mila unità ( 39% rappresentato da uomini e 61% dalle donne)  nelle proiezioni Istat passerà ad  oltre 155mila unità (+18,2%). Immaginate una popolazione di 75enni corrispondente all’attuale, complessiva popolazione dei comuni di Ancona, Osimo e Castelfidardo. Un dato demografico che deve far riflettere che liberato dalle percentuali segnala che nella Regione e a livello provinciale siamo ad un passo dal traguardo, non invidiabile, che un residente su dieci ha più di 75 anni. 

Importante rilevare anche  la popolazione over 85, definita quella dei “grandi vecchi” che rappresenta la fascia di popolazione dove si concentrano gli “anziani fragili”, persone con grado di autonomia a rischio e bisogni di salute diversi. Tale indicatore rileva l’aumento della longevità alla quale si è assistito negli ultimi anni, con  una crescita sia in termini assoluti sia relativi non solo della popolazione anziana nel suo complesso, ma anche della sua parte più invecchiata. Focalizzare l’attenzione sugli over 85 consente proprio di analizzare il segmento di popolazione anziana più fragile maggiormente esposto, come ricordato precedentemente, al rischio di malattie gravemente invalidanti, che richiedono assistenza e interventi mirati da parte delle strutture sanitarie.

In Italia nel 2024 gli over85 sono più di  2.3 milioni di unità, pari al 3,93% del totale della popolazione. A livello regionale sono più di 70 mila e a livello provinciale sono 22 mila dell’intera popolazione. Le percentuali rilevano un dato superiore del dato nazionale in quasi tutti i comuni della Provincia rilevati. Tra i comuni con percentuali maggiori di  longevi rispetto al totale della popolazione, il primato spetta al comune di Falconara M.ma (1.361 unità il 5,30% della popolazione) mentre Polverigi, Agugliano e Offagna hanno percentuali inferiori rispetto all’indice nazionale. Da notare anche  l’incidenza  del peso della componente femminile sul totale dei residenti all’aumentare dell’età: a livello regionale la proporzione di donne è del 58,6% tra gli anziani over 75, sale al 64,6% tra gli over 85, seppure le donne rappresentino la maggioranza in tutte le classi di età considerate (forbice che si allarga al crescere dell’età).

Se l’invecchiamento è il segnale positivo di un’aspettativa di vita che si allunga, l’aumento di anziani determina un incremento del fabbisogno di assistenza socio sanitaria. Soprattutto in quella categoria così detta di “grandi vecchi ” dove si concentrano gli “anziani fragili” e con grado di autonomia ridotta  e che necessitano di servizi diversi e che si trovano spesso soli. Infatti la rete familiare rappresenta un supporto fondamentale per gli anziani, e il segmento di popolazione di 50-64 anni rappresenta il sostegno nel futuro per genitori o parenti anziani. Inoltre, gli anziani che vivono da soli sono quasi un terzo del totale della rispettiva fascia di età e ciò segnala la necessità di un sostegno per cura e assistenza.

Questi dati demografici che ci danno una fotografia del cambiamento demografico in corso nel nostro territorio, nella nostra Regione e in tutto il Paese, con l’aumento della vita media, il cambiamento epidemiologico per il quale osserviamo un aumento delle patologie cronico-degenerative e delle cronicità in genere, un cambiamento sociale e socio-economico con l’aumento delle famiglie costituite da un solo componente e l’aumento delle situazioni di povertà che impediscono a taluni di curarsi adeguatamente, il calo drammatico delle nascite, il calo dell’immigrazione e la fuga dei nostri giovani verso opportunità all’estero, devono far riflettere e devono essere la premessa delle  future scelte socio sanitarie programmatiche della nostra Regione. Emergono nuovi bisogni di salute nella popolazione a cui occorre far fronte un nuovo sistema socio sanitario, nuove risposte adeguate ai tempi. Ad esempio, con la popolazione che invecchia sarebbe opportuno attivare ed implementare la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità ( figura già prevista dal Dm 77/2022). Non sono utili solo i medici di Medicina Generale ma sarebbe utile, attivare l’Infermiere di Famiglia e Comunità per fornire quei servizi assistenziali indispensabili soprattutto per la popolazione anziana che ha più necessità di un riferimento costante per le grandi e piccole fragilità. Una figura professionale  che prende in carico questa fascia di popolazione a rischio.

Uno strumento importante di sostegno alla domiciliarità rivolto alle persone anziane e alle loro famiglie, che si innesti in un quadro composito di servizi ed interventi come: servizio di assistenza domiciliare, i pasti a domicilio, il trasporto sociale, le misure economiche di sostegno, interventi caregiver che garantisca la dignità e la tutela di legami affettivi. Poi ci sono gli anziani non autosufficienti per i quali il servizio di assistenza domiciliare non riesce a garantire una adeguata copertura e per i quali il ricovero in una Rsa (Residenza socio sanitaria per anziani) diventa spesso un obbligo. Tuttavia, il confronto tra le pensioni medie degli anziani e il costo medio giornaliero delle rette evidenzia come solo in pochi casi i conti tornino senza l’aiuto dei figli, che non sempre riescono a destinare una parte dello stipendio all’assistenza sanitaria dei genitori. E questo è un’altra grande priorità a cui occorrerà far fronte.

Paola Andreoni

 


Tab.1 Indice di invecchiamento 2002 – 2024 e raffronto. Dati di alcuni Comuni della provincia raffrontati con il dato Provinciale di Ancona, Regione Marche e Italia

Tab.2 Indice Età media 2002 – 2024 e raffronto. Dati di alcuni Comuni della provincia raffrontati con il dato Provinciale di Ancona, Regione Marche e Italia

Tab.3 Incidenza over 75 sul totale popolazione raffronto. Dati di alcuni Comuni della provincia raffrontati con il dato Provinciale di Ancona, Regione Marche e Italia

Tab.4 Incidenza over 85 ( i “Grandi Vecchi”) sul totale popolazione raffronto. Dati di alcuni Comuni della provincia raffrontati con il dato Provinciale di Ancona, Regione Marche e Italia

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