Nuova doccia fredda sulla procedura per l’individuazione del gestore unico provinciale dei rifiuti per l’Ato2 Ancona. Il Tar Marche si è pronunciato sul ricorso presentato da Marche Multiservizi in parte ritenendolo inammissibile, in parte accogliendolo e di conseguenza annullando la delibera 16/2024 dell’Ata2 che aveva scelto AnconAmbiente come gestore ‘in house provinding’ per il ciclo integrato dei rifiuti nella nostra provincia piuttosto che optare per una gara. I giudici amministrativi si sono domandati dove sta la convenienza per i cittadini nella decisione di intraprendere questo iter. «Si evince, ad esempio, che nel 2024 il costo pro capite del servizio rifiuti espresso in euro per abitante per anno, è stato nel territorio di Ato 2 Ancona di euro 199,2 e nel 2025 di euro 207,8, mentre sulla base del progetto AnconAmbiente spa per il passaggio al gestore unico in house per l’intero Ato 2, tale dato medio nel periodo dell’affidamento 2027-2039 è stimato in euro 206,33. – si legge nelle sentenza del Tar Marche – Quindi, confrontando il dato reale odierno con quello stimato e inerente la gestione unica in house, non emerge alcuna convenienza in termini di costo per abitante. Lo stesso dicasi per il costo euro/tonnellata, pari nella attuale realtà a euro 397,3 nel 2024 ed euro 414,4 nel 2025, laddove il dato stimato medio di periodo 2027-2034 è dato da AnconAmbiente in euro 441,09 per l’ipotesi di gestore unico in house. Sulla base di tali indicazioni la decisione per la scelta del modello gestionale effettuata, appare non adeguatamente sorretta da idonea motivazione».
Il Tar ha ritenuto fondati anche i motivi del ricorso inerenti il tema del titolo partecipativo e quello del controllo analogo contenuti nella relazione della delibera che vedono coinvolti Astea ed Ecofon Conero. «Il Tar delle Marche ha annullato definitivamente la delibera di affidamento del servizio di raccolta rifiuti in house della Provincia. Il 27 settembre scorso avevamo espresso la nostra contrarietà alla delibera e così il Comune di Morro d’Alba.- commenta in una nota Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia- Diverse le criticità che la delibera presentava, in particolare avevamo rilevato che non fosse stato specificato come quella deliberata fosse l’offerta più vantaggiosa, tale da giustificare la scelta di non ricorrere ad una gara pubblica. Venerdì il Tar ha effettivamente rilevato questa carenza, ponendola alla base della sua decisione di annullamento della delibera. Ricordo che nei giorni successivi alla delibera siamo stati vittime di critiche feroci da parte di consiglieri comunali di minoranza e del PD che ci avevano esortato a modificare la nostra posizione, dandoci di fatto degli incapaci, nonostante le nostre argomentazioni fossero precise. A nulla è valsa la mia comunicazione, in cui ribadivo che la nostra scelta era frutto di un’attenta analisi della delibera, che presentava evidenti carenze».
«Nonostante infatti le nostre puntualizzazioni, le repliche avverse sono rimaste generiche e pretestuose, dimostrando che, come al solito, nessuno dei “critici di professione” aveva realmente letto o compreso il testo. – prosegue Olivetti – Dopo la notizia della sentenza ho atteso invano diverse ore per vedere se chi ci criticava all’epoca avesse dato la notizia o commentato l’epilogo della vicenda. Come prevedevo nessuno di loro ha scritto nulla in merito. D’altronde nessuno di loro ha mai lamentato, come avrebbe dovuto, che dal 2017 questa è la terza delibera di affidamento in house bocciata dal giudice amministrativo (da quando amministriamo Senigallia abbiamo sempre votato contro a queste delibere), nessuno di loro si è mai posto il problema che, a causa di questa insistenza nel prendere decisioni non corrette, l’inutile contenzioso è aumentato. Nessuno di costoro ha mai posto il dubbio, come abbiamo fatto noi nelle sedi competenti che il servizio così delicato e di rilevanza economica continua a essere gestito con proroghe, senza ricorrere a un nuovo affidamento, il che solleva non poche perplessità».
Tutto tace, sottolinea il sindaco di Senigallia. «Nessuno dei solerti critici locali si pone il problema se questo sistema, contro cui ci siamo opposti, possa avere ricadute negative sulla tariffa e, quindi, sui cittadini. Ora, dopo la sentenza di oggi, tutto ricomincia da capo, e ho già garantito al presidente della Provincia e ai colleghi Sindaci con cui ho parlato ieri la nostra disponibilità a trovare una soluzione condivisa e legittima per superare questo stallo. Permettetemi, però, di rivolgermi oggi ai politici di Senigallia che ci hanno ingiustamente criticato. A tutti costoro rispondo che la maggioranza consiliare a Senigallia non “segue il branco”, come invece loro suggerivano e sono abituati a fare, ma decide autonomamente, dopo essersi documentata, ponendo come prioritaria la tutela del benessere dei cittadini. Mi auguro che tutti i consiglieri comincino a seguire questo sistema: avremo certamente un dibattito politico costruttivo e degno di questo nome».
Sulla questione dice la sua anche il presidente del Consiglio regionale. «Sul gestore unico dei rifiuti in provincia di Ancona – e in seguito alla sentenza del Tar di venerdì 28 marzo – torno a ripetere ciò che sosteniamo come Liste Civiche dal 2017: dove sta la convenienza per i cittadini? Non c’è» sottolinea Dino Latini che esprime il proprio parere in merito alla decisione del Tribunale Amministrativo Regionale che ha disposto l’annullamento della delibera votata lo scorso 27 settembre dall’Assemblea territoriale d’ambito. Latini spiega nel dettaglio: «Nel modo in cui è stato proposto il servizio la convenienza per i cittadini non c’era, non c’è e anzi sarà sconveniente con un aumento della Tari (tassa sui rifiuti) che penalizza gli utenti. Non sono e non siamo contro la gestione in house, vale a dire da parte di tutte le aziende pubbliche esistenti sul territorio riunite in consorzio, anzi lo abbiamo sempre caldeggiato, ma sono e siamo contro la penalizzazione molto forte a carico dei cittadini sia in termini di tassazione che in termini di servizi. È giusto garantire il posto di lavoro per coloro che lavorano nelle aziende che svolgono il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ma è altrettanto giusto che i cittadini siano tassati nel minor modo possibile e che al tempo stesso possano usufruire di un servizio adeguato».
Evidenzia quindi «la necessità di definire un progetto chiaro, unitario ed evidente in termini di espletamento del servizio in modo uniforme su tutta la provincia di Ancona e una tassa rifiuti con un aumento contenuto – se non nullo – considerando anche i positivi dati in chiave raccolta differenziata. Un progetto industriale che quindi sia sostenibile e che non lasci incertezze e vessazioni per i cittadini che pagano la tassa. Tutto questo è possibile poiché le aziende interessate sono in grado insieme di dar vita e sostenere un progetto a favore della comunità che preveda razionalizzazione dei costi e garantisca l’occupazione; un progetto che sia condiviso dai cittadini e che tenga conto della virtuosità degli stessi in termini di contributo legato alla raccolta differenziata», conclude Latini.
L’Ata2, dopo le verifiche svolte dai propri legali sulle possibili ed eventuali ipotesi per migliorare il progetto alla luce della pronuncia del Tar, tornerà presto a confrontarsi. Intanto prima della scadenza prevista per il 31 marzo, nell’ultima sessione lavori ha ratificato la proroga fino a dicembre 2025 alle concessioni dei rispettivi gestori del ciclo dei rifiuti nei Comuni della provincia.
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