Ancona ripudia la guerra con distinguo:
la maggioranza boccia la mozione
di Pesaresi e approva quella di De Angelis

SCINTILLE in Consiglio comunale oggi pomeriggio durante la discussione sull’atto presentato dall’esponente d’opposizione di ‘Ancona Diamoci del Noi’ che proponeva di esporre lo striscione della campagna di sensibilizzazione di Emergency sulla facciata di Palazzo del Popolo. I banchi di opposizione si sono svuotati per protesta e ha rischiato di saltare il numero legale

Carlo Maria Pesaresi

 

«Non esiste una pace di serie A e una di serie B. Mi dispiace che sia fatta una distinzione tra la mozione presentata dal consigliere di minoranza Pesaresi, che è stata rigettata, e quella della consigliera di maggioranza De Angelis, che è stata invece approvata. E’ vero che la pace ha bisogno della politica ma anche e soprattutto di messaggi di unità che nascono dal basso». Le parole del consigliere Massimo Mandarano (Gruppo Misto – Iv) pronunciate dai banchi d’opposizione oggi pomeriggio hanno racchiuso il senso dell’azione di protesta assunta da molti consiglieri del Pd e di ‘Ancona Diamoci del Noi’ che hanno abbandonato l’aula consiliare prima del termine dei lavori consiliari.

Maria Grazia De Angeli oggi era connessa con l’aula consiliare da sistema remoto

Entrambi gli atti portati all’attenzione dell’assemblea cittadina parlavano di ripudio della guerra, come diritto sancito dalla nostra Costituzione, uno però è stato bocciato, l’altro invece approvato sempre con i voti della maggioranza. Andiamo per ordine. La mozione firmata da Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) chiedeva di esporre sulla facciata di Palazzo del Popolo lo striscione ‘Questo Comune ripudia la guerra’, slogan sulla campagna di sensibilizzazione ‘R1pud1a’ promossa da Emergency . Un evidente richiamo all’articolo 11 della nostra carta costituzionale che recita “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione alle controversie internazionali”.

Arnaldo Ippoliti

Pesaresi in premessa aveva spiegato che «in Italia 300 Comuni e 500 scuole hanno già aderito alla campagna, ritenendo opportuno il gesto per i venti di guerra che colpiscono il pianeta e per riaffermare questo principio fondamentale della Costituzione. Ancona è ‘Città della Pace’ come recita il suo Statuto e aderisce al Coordinamento nazionale degli enti per la pace di cui sono stato in passato vice presidente. Approvare questa mozione significherebbe dare un forte segnale di impegno». Nel dibattito l’aula però si è spaccata. In maggioranza il consigliere Arnaldo Ippoliti (Ancona Protagonista) ha evidenziato che «nessuno è contrario alla Costituzione e nessuno vuole la guerra ma anche il premier D’Alema era contrario alla guerra poi però ha dovuto farla in Kossovo per ragioni di Stato. Dalla mozione si potrebbe togliere il lenzuolo con su scritto ‘R1pud1a’ invece che appenderlo fuori dal Comune» ha suggerito.

Riccardo Strano

Il consigliere Riccardo Strano (FdI) ha ribadito di essere d’accordo «sulla pace e contro la guerra. ‘Ripudia’ non è un termine assoluto e che lascia aperto un ragionamento, a differenzia invece di quello che dice invece nettamente nella Costituzione del Giappone». Per rafforzare il concetto, il consigliere Jacopo Toccaceli (FdI) ha ricordato che «proprio un governo di centrosinistra anni fa si era inventato il termine la ‘difesa attiva’».

Susanna Dini

«Vi state arrampicando sugli specchi per non votare questa mozione» ha fatto osservare a quel punto la consigliera Mirella Giangiacomi (Pd) e sulla stessa lunghezza d’onda si è attestata Susanna Dini (Pd) per evidenziare che qualche passaggio intercorso era intriso di ipocrisia: «Non volete esporre questo manifesto ma ripudiate la guerra. Queste iniziative sono sempre state sostenute dal nostro Comune». Anche il consigliere Andrea Vecchi (Pd) ha obiettato che «in aula si sono fatte differenze tra il significato dei verbi. È ovvio se veniamo invasi dobbiamo difenderci ma comunque ripudiamo la guerra».

Andrea Vecchi

Pesaresi stesso si è detto curioso di sapere «cosa farete nella mozione successiva alla mia,  a firma della vostra consigliera Maria Grazia De Angelis, che richiama anch’essa l’articolo 11 della Costituzione, e chiede che il sindaco e la giunta si facciano portavoce affinché si attivi “un intervento diplomatico di cessate il fuoco, per continuare a sostenere percorsi di attivazione alla pace e ai diritti umani per favorire cultura del rispetto reciproco e per continuare a collaborare con enti ed istituzioni che operano a favore della pace”. La mia stessa mozione vuole sensibilizzare la cittadinanza su un principio universale sancito dalla Costituzione . Oltretutto la mia mozione riguarda l’esposizione dello striscione e se mi chiedete di toglierlo equivale a dire di rinunciare alla mozione» ha concluso.

L’arrivo del sindaco Silvetti in aula

In questo contesto la consigliera Maria Grazia De Angelis (FdI) ha precisato di aver presentato la sua mozione «ad ottobre 2024, l’ho ritirata e poi ripresentata dopo gli ultimi fatti in Palestina. Non è stata presentata per contrastare quella del consigliere Pesaresi. Non sono gli striscioni che dimostrano quello che un’amministrazione sostiene, pensa e vuole. Non si deve fare per forza perché lo fanno tutti. Emergency – ha proseguito – porta avanti valori importanti però mi chiedono d’erano questa e altre associazioni quando nel 2020 c’erano 59 conflitti in atto per lo più sconosciuti all’opinione pubblica».

I banchi di minoranza vuoti

L’epilogo è stato che la mozione Pesaresi è stata bocciata dalla maggioranza con 16 no e 12 sì. Quella De Angelis è stata approvata con i 18 voti di maggioranza, quello di Massimo Mandarano e con l’astensione di Francesco Rubini (Aic) e della consigliera connessa da remoto Federica Fiordelmondo (Pd), mentre gli altri consiglieri dem (Giacomo Petrelli era presente  ed è stato verbalizzato tra i non votanti) e di ‘Ancona Diamoci del Noi’ se n’erano già andati. Ha rischiato di saltare il numero legale, tanto da far arrivare in aula in fretta anche il sindaco Daniele Silvetti che era stato assente per tutta la seduta.

Massimo Mandarano

«Non sono uscito per protesta come gli altri ma credo che le due mozioni si potevano unire dopo un lavoro di maggioranza e minoranza. – ha spiegato Mandarano nelle dichiarazioni di voto per la seconda mozione– Avrebbero dato un unico messaggio». Rubini ha motivato la sua astensione invece «per le mie posizioni sul riarmo diverse dalle vostre in maggioranza e per il grave errore di non votare la mozione del collega Pesaresi».

Francesco Rubini

Nel corso della seduta di oggi è stata bocciata dai voti di maggioranza (18 no e 12 sì) anche la mozione dell’attivazione del Climate Clock ad Ancona proposta dal consigliere Rubini perché è stato spiegato che il costo dell’operazione si sarebbe aggirato sui 41mila euro per 5 anni. Cifra ritenuta onerosa dai consiglieri che sostengono l’amministrazione comunale anche se la proposta di Rubini non si sostanziava  in un impegno per la giunta ma piuttosto in una sorta di indirizzo politico amministrativo. Approvate invece in precedenza e all’unanimità la delibera di sospensione annuale al termine di adeguamento oneri di urbanizzazione, e la mozione proposta dal consigliere Andrea Vecchi ((Pd) sulla possibilità di istituire nel poliambulatorio Bonarelli un servizio di ambulatorio per chi è affetto da Linfedema che colpisce 100 soggetti l’anno ad Ancona.

(Redazione CA)

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