di Federica Serfilippi
Un accertamento tecnico irripetibile per analizzare il tetto del serbatoio Tk61, quello al centro dello sversamento di benzene avvenuto lo scorso aprile in raffineria e causa delle esalazioni sentite in tutta Falconara per quasi una settimana. È quanto chiesto e ottenuto dalla procura coordinata dal procuratore capo facente funzione Irene Bilotta per mettere un altro tassello nell’inchiesta aperta contro l’Api dopo le oltre mille denunce sporte dai cittadini di Falconara, compreso il sindaco Brandoni. La nomina di un consulente che dovrà svolgere accertamenti sulla sommità della cisterna avverrà lunedì mattina. Verrà nominato per la procura Gabriele Annovi, ingegnere specializzato nella determinazione delle cause di guasto e malfunzionamento nei settori industriale-manifatturiero. Anche le 1035 parti offese e i sedici indagati (tra le ipotesi di reato lesioni colpose e inquinamento ambientale colposo) potranno nominare un loro consulente per prendere attivamente parte all’accertamento tecnico. Annovi è il secondo perito nominato dalla procura, ma il primo che seguirà delle analisi di natura irripetibile, con il coinvolgimento delle parti. All’inizio dell’inchiesta, era stato chiamato un ingegnere ambientale, docente alla Politecnica delle Marche, per capire le cause dell’incidente avvenuto sulla sommità della cisterna (leggi l’articolo).
Esalazioni raffineria Api, sono sedici gli indagati Ipotesi di inquinamento ambientale
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