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Pediatria di Fabriano,
quindici giorni per salvare il punto nascite

FABRIANO - "Fino a nuove comunicazioni l’assetto organizzativo dell’Area Materno Infantile di Fabriano rimane invariato". La nota ufficiale da parte dell'Asur 2 arriva dopo il presidio di associazione Fabriano Progressista, Coordinamento per la salvaguardia dell'ospedale e del punto nascita, Forum regionale per la Sanità pubblica. Alcune voci su possibili proroghe per 15 giorni

Il presidio di sabato scorso a difesa del punto nascite

Stamattina l’associazione Fabriano Progressista era a far volantinaggio davanti all’Ospedale Profili. Il giorno clou, quello che metteva a rischio il dipartimento di Pediatria lasciandolo con un medico, a quanto paventato dagli esponenti dell’associazione fabrianese, che hanno protestato sabato scorso contro la possibile chiusura di Pediatria. Ora arriva la notizia ufficiosa di quindici possibili giorni di salvezza. Due settimane che tamponano soltanto la situazione che si ripresenterà poi, in assenza di contratti stabili. Il pediatra facente funzione a Fabriano, il dottor Maddaloni, è in aspettativa e riprenderà servizio il 15 giugno. Un altro pediatra dovrebbe essere disponibile dal 2 giugno. Due settimane di tempo per riprogrammare il lavoro di più di un reparto ospedaliero, per cui la direzione si è messa in moto con ricerche di pediatri in tutte le Marche.

Una stringata comunicazione quella invece diffusa da parte della Direzione Medica Ospedaliera del Profili di Fabriano. “Fino a nuove comunicazioni l’assetto organizzativo dell’Area Materno Infantile di Fabriano rimane invariato”. Senza ulteriori dettagli, né  spiegazioni, se non quelle, alle nostre domande, che “la comunicazione vuole essere una rassicurazione: non comunichiamo i dettagli tecnici o numerici, ma il Reparto per ora non chiude”.  Significa, se interpretiamo bene, che restano in piedi i numeri dei medici a oggi presenti nel reparto di Pediatria, sperando nella buona riuscita delle ricerche di specialistici comunicate ieri dall’Area Vasta 2.

Il Consiglio Comunale discuterà del problema sanità il 7 giugno a Palazzo del Podestà. Non prima, come richiesto dal consigliere Giombi nella Commissione Istituzionale; si valuterà la mozione dei consiglieri Pd sul presidio unico di area vasta che raggruppi Senigallia, Fabriano e Jesi. Ma non è quello che risolve il problema per Arteconi e Silvestrini dell’associazione Fabriano Progressista, poiché medici solo in transito dagli altri ospedali di area sono sempre pochi per coprire i tre turni giornalieri compresa la guardia e la disponibilità per il punto nascita: “inutile la concessione di trasferimenti e aspettative del personale in dotazione senza procedere al necessario ricambio”, dice Arteconi. “Ad oggi potenzialmente risultano sulla carta nel reparto tre medici, di cui uno è in aspettativa fino al 14 giugno, un altro è in congedo parentale, il terzo, seppure in organico, è in congedo per ragioni di famiglia e addirittura in attesa di aspettativa”. Il centro sarebbe l’assenza di programmazione delle politiche sanitarie. “Siamo di fronte ad una dirigenza miope che non sa gestire i flussi di personale, precarizzandone il lavoro, quando non riducendolo numericamente, a tutto svantaggio di un bene prezioso ed essenziale come la salute del cittadino, in un territorio che attraversa una profonda crisi strutturale sia economica sia sociale”. Annotazione tagliente dell‘Associazione Fabriano Progressista, la “denuncia dell’assenza totale di qualsiasi informazione alla popolazione relativa a comportamenti da seguire in caso di bisogno da parte della Dirigenza Area Vasta 2”. “L’Associazione Fabriano Progressista – continua la nota del gruppo fondato da Arteconi – che con il Presidio inaugurato sabato 26 maggio davanti all’Ospedale di Fabriano ha segnalato la gravità della situazione, continuerà a battersi con forza perché venga tutelato il diritto alla salute costituzionalmente garantito di tutti i cittadini del comprensorio e perché venga a cadere qualsiasi progetto economicistico di privatizzazione della sanità a cominciare dalla proposta di legge regionale 145”.

“Se non avessimo fatto un polverone noi, non avrebbero fatto nulla e ci saremmo svegliati un bel giorno con il reparto chuso” –  dice Katia Silvestrini del Coordinamento per il punto nascite.  -“Siamo abituati a far battaglie, ci facciamo il ponte del 2 giugno e poi ritorneremo a protestare. Vogliamo quello che ci ha promesso il dirigente dottor Marini, e cioè  che quello di Fabriano, se pur declassato a ospedale di primo livello, sia il punto di riferimento della zona montana. I nostri figli dovrebbero altrimenti nascere a Branca, in Umbria”, spiega Silvestrini.

Nessuna programmazione a lungo termine è stata dunque ufficilamente comunicata,  ma azioni su vari fronti di tamponamento dell’emergenza, quello della direzione dell’Area Vasta 2: si cercano medici specialisti nelle Marche e in Umbria. (S.B.)

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