Il Coc, Centro Operativo Comunale, riunito per ripristinare la viabilità alla Baraccola e in altre zone periferiche del capoluogo colpite dal violento nubifragio che si è abbattuto sulla città nelle prime ore del mattino. «Un evento meteorologico di eccezionale portata − si legge in una nota diramata dal Comune − con precipitazioni fino a 62 millimetri cadute in appena 1 ora e mezza, come non accadeva dal 1959». La situazione d’emergenza, che ha visto impegnato il personale della polizia municipale con 25 unità, i vigili del fuoco, la protezione civile, e il gruppo comunale di protezione civile, è stata monitorata costantemente dal Coc presieduto dall’assessore alla Protezione civile e alla Viabilità, Stefano Foresi con il comandante della polizia municipale Liliana Rovaldi e il dirigente dei Lavori Pubblici, Ermanno Frontaloni. «Gli allagamenti – che hanno interessato più strade – hanno causato forte disagio alla viabilità e preoccupazione tra gli automobilisti, alcuni dei quali rimasti bloccati nei veicoli fino all’arrivo dei soccorsi. Data la portata dell’evento è stato necessario chiudere alcune strade, che sono state riaperte nel pomeriggio grazie al lavoro indefesso di tutte le forze coinvolte, in particolare via Albertini, via Primo Maggio, via Caduti del Lavoro, la strada Cameranense, la strada tra Montacuto e Varano, e il sottopassaggio di via Filonzi». Risolti anche alcuni problemi al PalaPrometeo Estra.
Rimarca l’eccezionalità del caso anche Multiservizi che assicura in una nota: «L’allegamento della Baraccola non è dovuto al sistema fognario, dimensionato per raccogliere carichi normali di acqua reflua, ma alla quantità di acqua caduta in breve tempo e intensamente. Multiservizi è in ogni modo impegnata nel monitoraggio della rete per garantire la massima sicurezza».
I PRECEDENTI DI OSIMO E CASTELFIDARDO – A settembre del 2006 il mondo produttivo del distretto plutisettoriale industriale di Ancona Sud, ad Osimo Stazione, a pochi chilometri in linea d’aria dalla Baraccola, era stato messo in ginocchio da una cascata di fango dopo una pioggia torrenziale. La campagna era stata devastata da una bomba d’acqua che si era poi scaricata sull’Aspio e sui suoi affluenti, Scaricalasino e Rigo, rigonfiati dai 70 ml/mc di pioggia caduti in un’ora e mezza, e subito esondati. I campi arati avevamo fatto il resto facendo colare fango mentre i fossi ai lati della linea ferroviaria, ostruiti da canneti e rovi, non erano riusciti a recepire tutta l’acqua in eccesso.
Un territorio martoriato di 150 km/q con 100 le aziende in difficoltà ad Osimo, 70 a Castelfidardo, 10 le famiglie evacuate dalla proprie abitazioni, 8 a Osimo, 2 a Castelfidardo e 1 ad Offagna, oltre 60 in difficoltà tra i vari Comuni. Scuole chiuse per giorni. Il giorno dopo l’ondata di piena e l’emergenza idrogeologica lo scenario era sconfortante. L’area era stata visitata dall’allora capo della protezione civile nazionale Guido Bertolaso accompagnato dal presidente della Regione in carica Gian Mario Spacca.
Nel marzo del 2011, di nuovo acqua e fango, l’incubo dell’alluvione 2006 è tornato dopo 3 giorni di pioggia battente. La rabbia e la disperazione ha travolto ancora gli imprenditori delle zona industriale di MonteCamillone di Castelfidardo, ai confini con Osimo Stazione. Le aziende sono finite di nuovo sotto il fango tracimato dal fosso Rigo con melma alta dai 30 ai 60cm nei capannoni. Una tempesta di pioggia che aveva minacciato persino l’area direzionale commerciale con i capannoni di Ikea e Carrefour per l’esondazione del fiume Aspio tra Camerano, via Cameranese ad Osimo Stazione e Castelfidardo con il sottopasso Fs completamente allagato e impraticabile a Mirano Vittoria e a lambire Loreto con la chiusura in via precauzionale del ponte sul Musone a Villa Musone. Tutti Comune erano tornati a chiedere lo stato di calamità naturale.
Pioggia torrenziale, città sott’acqua e disagi alla circolazione (Foto/video)
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