Punto nascita di Fabriano, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, si appella al ministro della Salute Giulia Grillo: «Conceda la deroga». Dopo che ieri (17 luglio) in aula il governatore ha comunicato che la titolare del dicastero non aveva concesso la deroga per il reparto dell’ospedale di Fabriano, Ceriscioli chiede al ministro di tornare sulla sua decisione. «Due anni fa la Regione ha chiesto al ministero della Salute la deroga per il punto nascita dell’ospedale di Fabriano. Reparto al quale abbiamo garantito medici, servizi h24 e tecnologie, per dare a mamme e bambini la massima sicurezza − spiega Ceriscioli −. L’unico problema restava quello del numero: 300 parti all’anno sono inferiori ai 500 previsti per legge. Solo per questo aspetto abbiamo chiesto la deroga. Dopo due anni è arrivata la risposta dal ministero, inaspettata, che anziché darci la deroga ce la nega, mettendo a rischio il punto nascita. Senza questa deroga non è possibile continuare. Non ci basta la riposta del direttore generale del ministero − continua Ceriscioli −, noi vogliamo l’intervento del ministro perché crediamo che quegli aspetti legati al sisma, alle aree interne, a un’area di crisi complessa, meritino attenzione politica visto che non ci sono altri temi se non la numerosità dei parti. Quindi aspettiamo di ricevere la risposta del ministro. La Regione continuerà a tenere aperto il reparto se ci arriverà la deroga − afferma il presidente − permetteremo ancora a quel territorio di avere un servizio a portata di mano. Se la deroga non dovesse arrivare non avremo altre alternative che chiudere. Non possiamo dare questa responsabilità agli operatori sanitari della struttura che in questi anni se la sono presa senza la copertura di chi invece ha il dovere di valutare lo stato dei punti nascita e di concedere la deroga quando ce la meritiamo. E noi, l’ospedale di Fabriano e i cittadini di quel territorio ce la meritiamo».
I parlamentari 5Stelle Sergio Romagnoli e Patrizia Terzoni definiscono, invece, «strumentale» l’utilizzo fatto dal presidente Ceriscioli del parere del ministero sul punto nascita di Fabriano: «non è vincolante − affermano − e si basa sui dati forniti dalla stessa Regione che non sono corretti. Il governatore la smetta di fare lo scaricabarile. La chiusura del punto nascita rappresenterebbe a livello sociale una sconfitta per tutto il territorio e a livello sanitario un impoverimento assoluto per la cittadinanza. Ceriscioli dovrebbe, invece, è provvedere finalmente ad una riqualificazione completa dell’ospedale di Fabriano e nel caso specifico ad un potenziamento del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Il numero dei nati appartenenti al territorio, infatti, supera i 600, ma a causa delle condizioni di incertezza in cui versa da anni l’ospedale di Fabriano le neo mamme preferiscono recarsi in strutture lontano dalla propria città, con evidenti disagi e pericoli per la salute. Il numero dei nati appartenenti al territorio, infatti − proseguono −, supera i 600, ma a causa delle condizioni di incertezza in cui versa da anni l’ospedale di Fabriano le neo mamme preferiscono recarsi in strutture lontano dalla propria città, con evidenti disagi e pericoli per la salute. Sulla vicenda − concludono Romagnoli e Terzoni − non molleremo di un millimetro e ci stiamo attivando insieme anche all’amministrazione di Fabriano per scongiurare un atto così grave e irresponsabile».
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