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Vendita Cinema Concerto,
 lanciata class action per fermarla

OSIMO - Argentina Severini (LeU), dal 2011 impegnata nella battaglia per salvare la vecchia sala cinematografica invita gli osimani a mobilitarsi per far valere i propri diritti e a presentare l'impugnativa per bloccare l'iter contrattuale e l'inizio dei lavori previsto entro la fine dell'anno

Una protesta del comitato guidato da Argentina Severini davanti al Cinema Concerto: gli attivisti si erano incatenati nel 2016

Argentina Severini durante una manifestazione davanti al Concerto

Dopo la firma del contratto preliminare di vendita tra Comune di Osimo Ordine francescano dei Minori Conventuali, tra poche settimane dovrebbero partire i lavori di ristrutturazione delle sale ex banda e  del Cinema Concerto (chiuso dal 2009), ridimensionati in parte in un auditorium comunale e per il resto destinato ad accogliere i nuovi locali della biblioteca francescana delle Marche e  nuove camerette dell’ostello del convento. Una operazione considerata da sempre  “antistorica e antieconomica” da Argentina Severini (LeU), impegnata fin dal 2011 insieme al gruppo ‘Concertazione’  nella battaglia per riaprire la vecchia sala cinematografica di via San Francesco. Ad atti sottoscritti, l’ex consigliera comunale lancia l’idea di ‘impugnare’ l’iter con una class action pubblica e invita gli osimani a mobilitarsi per far valere i propri diritti e a presentare l’impugnativa per bloccare l’iter contrattuale e l’inizio dei lavori previsto entro la fine dell’anno.  

Argentina Severini

Antistorica e antieconomica l’operazione Cinema Concerto

Antistorica perché getta per sempre alle ortiche l’opportunità di dare ai cittadini osimani un vero luogo di incontro capace di soddisfare le esigenze di una popolazione, in continua espansione, di quasi 35.000 cittadini. In cambio pare si avrà una micro-saletta di 99 posti, ben al di sotto di quanto già offre il teatrino Campana. Beate le cittadine come Cingoli, Filottrano, Castelfidardo che godono di vere e proprie sale cinematografiche, belle, ristrutturate, eleganti. Da noi, no. Antieconomica perché di fatto spoglia la città di immobili preziosissimi ad un prezzo da far ridere ai polli. Ci hanno raccontato e continueranno a raccontarci che in questo modo verrà riqualificata un’area inutilizzata e che per il comune l’operazione sarà a costo zero. Ma se ben andiamo a guardare, capiamo che non sarà così e che, se entro la fine del 2019 non sarà concluso il collaudo dell’immobile ristrutturato, “il comune rischia di perdere i 400.000 euro che la regione ha inserito a bilancio per l’intervento” (cit. Corriere Adriatico di giovedì 20 settembre). In realtà il cronoprogramma stabilito dalla regione, ad oggi è già ampiamente saltato: o si recupera a tempi da record, oppure ci ritroveremo con una bella micro-sala da pelare.

La foto storica, il gruppo Concertazione protesta davanti all’ex cinema Concerto di Osimo nel 2011, contro il progetto di trasformarlo in un parcheggio

Chiederemmo al sig. Sindaco di rendere pubblici tutti gli atti di tale operazione, su cui da subito sono emerse le assurde contraddizioni, prima tra tutte la mancanza di un bando europeo, come la legge prescrive. Ma in base agli accordi iniziali, di cui come comitato eravamo venuti a conoscenza, il comune non avrebbe dovuto ricevere il pacchetto completo? Ora esce fuori che il comune deve fare un bando per affidare i lavori? Ma se il progetto è dei frati, perché bando e lavori sono a cura del comune? Il pasticcio continua, la confusione aumenta, le parti si scambiano e si confondono, il tutto a detrimento della trasparenza e della pubblica utilità. Quello che viene da domandarsi è, se anche il poverello di Assisi avrebbe approvato tale ingarbugliata operazione in cui ciò che più mortifica, è la vacua percezione delle cose fatte all’italiana, senza rigore logico, in cui tanto più le situazioni sono contorte, tanto meno i cittadini hanno la possibilità di agire, difendersi, tutelare. Perché l’operazione è tanto impantanata da far impantanare chiunque cerchi di entrarvi dentro. Come certamente sarà difficile entrar nel micro-auditorium in cui si starà come le sardine nelle scatole ognigiorno… perché sapete? Se i posti fossero stati 100 le norme sulla sicurezza avrebbero imposto rogne ben più complicate da rispettare! Allora, sì: distruggiamo pure un cinema storico e stiamo tutti stretti, vicini vicini. A qualcuno piace così. A noi no. E ci siamo battuti per questo. E cercheremo di entrare ancora nel pantano, anche sporcandoci tutte.Perciò… qualcuno è interessato a portare avanti una class action? Se ci sono persone interessate, scriviamoci su Fb. Qualcosa si potrà fare. Ma in fretta.

Argentina Severini

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