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Fdi: “Sì alla variante nord,
il centrosinistra ha perso 25 anni”

ANCONA - La destra accusa. "Era la nostra proposta di decenni fa. Qualcuno non dovrebbe pagare per queste responsabilità? Adesso vigileremo perché il documento di buoni propositi firmato da Delrio non serva solo alla campagna elettorale"

Il coordinamento comunale di Fratelli d’Italia

 

Accende il dibattito il summit con il ministro Delrio (leggi l’articolo) e la firma sul patto per le grandi opere di Ancona. Ministero, Anas e Rfi hanno preso impegni per oltre 400 milioni di euro per risolvere il collegamento tra il porto e la grande viabilità. Fdi approva la soluzione, ma attacca per la melina durata decenni e dubita sul fatto che gli impegni poi saranno effettivamente mantenuti.

“Per la prima volta una forza di opposizione come la nostra dice si ad una proposta presentata anche dalla giunta comunale di Ancona – ha detto Angelo Eliantonio, portavoce comunale Fratelli d’Italia-AN – : l’uscita Nord va bene ed è l’unica soluzione di buon senso”. “Peccato che la destra ad Ancona, prima come Msi poi come Alleanza Nazionale – ha aggiunto Carlo Ciccioli, portavoce regionale Fratelli d’Italia-AN – l’avevano proposta 25 anni fa e la Camera di Commercio guidata dall’allora Presidente Franco Ferranti, approfondendo i flussi di traffico portuali aveva stabilito in uno studio autorevole, a metà degli anni 70, che il 65% degli autoveicoli e delle merci andavano a nord e il 35% ad ovest e a sud. Per cui la soluzione naturale era l’uscita Nord con il riempimento di una fascia di mare tra la Stazione ferroviaria e Torrette. Ciò finalizzato anche, come avevano stabilito gli esperti, guidati dal prof. Vincenzo Cotecchia, a stabilizzare il piede della frana Barducci. Ci sono però tre coincidenze molto sospette. La prima: l’anno prossimo si rinnova l’amministrazione comunale di Ancona. Si presenta solo ora un progetto definito certo, finanziato e realizzabile. Era successo così anche nel 2015, alla vigilia delle elezioni regionali con Ceriscioli: l’allora ministro dei trasposrti Lupi e il viceministro Nencini annunciarono che l’uscita ovest è cosa fatta. Sappiamo come è andata. La seconda: i plaudatores, cioè quelli entusiasti senza se e senza ma, di qualsiasi cosa propone il centrosinistra, sono sempre gli stessi e sostengono che questa è la scelta perfetta, come la precedente e la precedente ancora. La loro credibilità perciò sta a zero. Terzo: Ancora una volta il nodo essenziale del progetto è assolutamente fumoso – spiega Ciccioli -. Allargata la linea di costa per realizzare la corsia portuale, raddoppiata la variante alla statale adriatica 16, anch’essa attesa da vent’anni, la strada di collegamento tra Torrette e la Variante non è stata ancora minimamente definito. Ipotesi: in galleria, all’incirca all’altezza della concessionaria Bartoletti, ma li esistono due criticità; la pendenza che non può essere eccessiva per evitare problemi ai Tir con carico pesante; la linea di frana che per non creare rischi deve mantenere una prudente distanza di sicurezza. Bisogna perciò identificare il tracciato perfetto che deve essere assolutamente stabile e deve tutelare la vivibilità del quartiere di Torrette. Lasciare un problema aperto di questo tipo sottrae credibilità a tutta l’operazione e ne dilata come al solito i tempi all’infinito. Il tempo non è una variabile irrilevante, se avessimo già realizzato l’opera forse il porto di Ancona e l’economia della città sarebbero molto più forti, con grande vantaggio per la città” ha concluso Ciccioli. “ Il passato ci è chiaro, nel 1997 fu aperto agli Archi il passante di uscita dal porto con un progetto a sud che prevedeva l’abbattimento delle case di via Marchetti, doveva correre in sopraelevata attraversando il viadotto della Ricostruzione e tutto Piano San Lazzaro e da lì andare passando per la Baraccola fino al casello autostradale – ha detto Fabrizio Del Gobbo, dirigente nazionale Fratelli d’Italia-AN. Soluzione fotocopia di quella realizzata in sopraelevata al quartiere Tiburtino di Roma e che oggi è già in parte chiusa al traffico nelle ore notturne perché dichiarato incompatibile con la vita dei cittadini. L’uscita sud si fermò li e grazie a Dio non fu più portata avanti”. “Allora, sempre gli scienziati di sinistra, per non fare marcia indietro, decisero di andare ad ovest, alla faccia di tutte le politiche di risparmio del territorio. La conclusione è di questi giorni – ha proseguito Eliantonio -: sempre un uomo di sinistra, il ministro Delrio, ha deciso che costava troppo, ed era irrealizzabile. Bisognava andare a nord, ma dai 40 ai 25 anni di ritardo, a seconda della datazione. Qualcuno non dovrebbe pagare per queste responsabilità?” “Finalmente siamo fuori dal pantano, ha detto la Mancinelli dopo la firma del protocollo e dopo decenni di progetti e carte bollate. Anche ai più inguaribili ottimisti ciò appare piuttosto come un episodio di autoerotismo politico” ha commentato sarcasticamente Stefano Benvenuti Gostoli, dirigente provinciale Fratelli d’Italia AN. “Vigileremo – hanno concluso i dirigenti di Fratelli d’Italia AN – poiché il protocollo d’intesa non è un atto amministrativo operativo o un provvedimento esecutivo del Ministero delle Infrastrutture o dell’Anas o delle Ferrovie; necessitano di successivi atti separati: è un documento di buoni propositi che, senza le decisioni conseguenti, lascia il tempo che trova, il più delle volte solo per avere spazio sui giornali e sulle televisioni”.

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