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Kum Festival, FdI:
«Nessuna gara per l’iniziativa,
valutiamo esposto alla Corte dei Conti»

ANCONA - La kermesse culturale curata da Massimo Recalcati finisce nel mirino del partito di opposizione. Contestati il costo (125 mila euro, di cui 105 mila pubblici) ed il «pensiero unico» dei relatori

da sinistra Angelica Lupacchini, portavoce giovani FdI, Stefano Benvenuti Gostoli, il consigliere comunale, Carlo Ciccioli, il portavoce FdI comunale, Angelo Eliantonio

 

Ha fatto appena in tempo a calare il sipario sul Kum Festival che già spuntano le prime polemiche. La kermesse culturale curata dal famoso psicanalista e scrittore, Massimo Recalcati, e ospitata alla Mole Vanvitelliana dal 19 al 21 ottobre, è finita nel mirino di Fratelli d’Italia per i costi ritenuti eccessivi e per la scarsa pluralità di opinioni. Ma la stoccata più pesante, il partito di opposizione la dà sull’affidamento dell’appalto dell’organizzazione all’associazione Esserci di Civitanova senza previa gara, mossa dietro alla quale si profilerebbe, secondo gli esponenti Fdi,  un «vero e proprio reato». 

La tre giorni giunta alla seconda edizione, che quest’anno si è occupata di «Resurrezioni – curare, educare, governare», è costata in totale 125 mila euro, di cui «35 mila di contributo regionale − fa l’elenco il portavoce comunale Fdi, Angelo Eliantonio −, 15 mila dell’azienda comunale Mobilità & Parcheggi (cioè i proventi di circa 15 mila ore di sosta pagata dagli anconetani dirottati invece di promuovere asfaltature, come dovrebbe essere la ragione sociale della società), e 55 mila dai fondi comunali, trasferiti anche dai capitoli di spesa dedicati al turismo, servizi sociali, educativi e scolastici, raschiando il fondo dei residui di fine anno». Circa 10 mila euro derivano invece dagli sponsor privati e Fdi punta i riflettori anche sul fatto che le sale e gli spazi della Mole siano stati concessi gratuitamente, mentre di solito il Comune tende ad affittarli. «Considerando le circa 6 mila presenze dichiarate dall’organizzazione − commenta sarcastico il consigliere comunale Carlo Ciccioli − e che di queste circa la metà hanno partecipato per almeno due giorni, è come se il Comune avesse regalato ad ognuno dei 3 mila partecipanti reali un biglietto per 40 euro per farlo assistere alle conferenze».

Ciccioli punta poi il dito contro «l’appalto dell’organizzazione all’Associazione Esserci di Civitanova Marche, attribuito senza alcuna gara o trattativa privata in competizione, in deroga a tutte le leggi sulla Pubblica Amministrazione, un vero e proprio reato. Per questo evento e queste spese − prosegue l’invettiva − non c’è stato alcun dibattito, né all’interno della commissione Cultura né all’interno del Consiglio comunale. L’assessore Paolo Marasca ha fatto tutto da solo perché, come ha detto, chi vince le elezioni fa come gli pare»

Aspre critiche sono state mosse anche sui relatori «tutti schieratissimi e per la quasi totalità penne di Repubblica ed Espresso. Il culmine c’è stato sabato sera − ha puntualizzato Eliantonio − quando il tema è stato la risurrezione della sinistra, a due voci tra il sindaco Valeria Mancinelli e la giornalista Concita De Gregorio, già direttrice dell’Unità, che ha concluso simpaticamente affermando che se ne sarebbe tornata a Roma senza aver capito qual è il modello Ancona». Modello descritto invece da Fdi come «un dirigismo che vede amministratore unico il sindaco, comprimari sbiaditi tutti gli assessori tranne l’anarca Marasca e la tecnica del porto Simonella, settori in cui la sindaca non mette bocca, anzi ignora con insofferenza».

Ironico l’identikit, tracciato da Ciccioli, dei Kumisti, neologismo da lui creato per definire i partecipanti al festival: «cappello e sciarpa anche dentro la sala, e abbigliamento originale che li denota come orfani dei figli del ’68».

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