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Altra Idea di Città,
mozione in difesa della 194

ANCONA - Dopo il «caso Verona», il partito di opposizione deposita il documento per chiedere la piena applicazione della legge che tutela il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza

 

A difesa della legge 194, che tutela il diritto e la libertà delle donne ad una maternità consapevole e all’interruzione volontaria di gravidanza, Altra Idea di Città deposita una mozione che ne chiede la piena applicazione. «Il Consiglio comunale di Ancona deve discutere di temi d’importanza fondamentale come quello della piena attuazione della legge 194 − scrive il partito di opposizione in una nota −, già resa inoperante a causa dell’obiezione di coscienza (ad esempio, all’ospedale di Jesi, dove il 100% dei medici sono obiettori, ndr) e dall’inadempienza delle amministrazioni sanitarie, ora attaccata e strumentalizzata politicamente per finanziare strutture e associazioni private anti-abortiste».

L’iniziativa vuol fare da contraltare a quanto accaduto nel Consiglio comunale Verona, dove lo scorso 4 ottobre «è stata approvata una mozione, presentata dal consigliere Leghista Alberto Zelger che, celandosi dietro il sostegno alla cultura di accoglienza della vita, di fatto − afferma Aic −, ha inferto un duro attacco alla legge 194 e ha disposto  un congruo finanziamento pubblico alle associazioni prolife per la realizzazione di progetti a sostegno della maternità. Progetti che spesso si traducono in colloqui dove le donne che hanno scelto di interrompere la gravidanza vengono sottoposte a pressioni psicologiche all’interno dei servizi consulturiali che, invece di essere potenziati, hanno subito negli anni azzeramento di risorse economiche e professionali». Lo stesso copione visto a Verona si è ripetuto a Ferrara e il prossimo lunedì sarà la volta di Roma, per effetto di mozioni presentate da Lega e Fratelli d’Italia. «La mistificazione dei principi della 194 − attacca Aic − esprime quanto il sodalizio tra estrema destra e l’integralismo cattolico si fondi sullo smantellamento dei diritti civili e dell’autodeterminazione delle donne».

 

 

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