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Siro, un rettile preistorico
al liceo scientifico

ARCHEOLOGIA - Luca Natali, archeologo ed esploratore che per primo ha individuato le impronte dell'animale lungo la costa del Monte Conero, ha spiegato a studenti e studentesse l'importanza della "pista" da seguire


Accattivante venerdì archeologico e paleontologico al Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Macerata: l’animale preistorico Siro, nella foto in alto, gentilmente concessa dall’archeologo ed esploratore Luca Natali, ha affascinato gli studenti delle due classi prime, sezioni C ed M.
Le impronte pinnate di un rettile marino preistorico, vissuto circa 110-120 milioni di anni fa nell’oceano Tetide, sono state rinvenute sul monte Conero, in un’area interdetta al pubblico per ragioni di sicurezza: difficile da raggiungere e a rischio frane. La zona, sottoposta alla tutela della “Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche”, è stata recentemente indagata da un’equipe di esperti dell’Università di Camerino, dopo la segnalazione del ricercatore maceratese Luca Natali, che, in collaborazione con il geologo Giuseppe Crocetti e il biologo Alessandro Blasetti di Unicam, ha studiato le orme lasciate dal rettile su quello che doveva essere un antico fondale marino profondo e oggi presenti sulle rocce affioranti del Monte Conero, pubblicando un articolo dettagliato nella rivista scientifica internazionale Cretaceous Research.

Ricostruzione ipotetica dell’animale Siro nelle acque dell’oceano Tetide

Lo studio, di cui Cronache Maceratesi ha divulgato la notizia, è stato presentato ufficialmente a Camerino nel Convegno di giovedì 18 ottobre., in occasione della Settimana nazionale del Pianeta Terra.
Successivamente, Luca Natali è stato ospite d’eccezione al “Galilei” di Macerata, dove nell’aula multimediale 1 di via Manzoni 95 ha incontrato gli studenti di due classi prime, attualmente impegnate nello studio della preistoria.

Con vivo interesse gli allievi, coordinanti dalle insegnanti Giuseppina Capodaglio e Annalisa Campanaro, hanno ascoltato la relazione dello studioso, che mediante fotografie, mappe e puntuali indicazioni bibliografiche li ha istruiti sull’importanza della “pista” – così in gergo si definisce la sequenza delle impronte di un animale che ha camminato su un antico sedimento non ancora diagenizzato, ovvero non ancora divenuto roccia- e sulle probabili dimensioni di questo esemplare d’animale preistorico, che presto avrà anche un nome scientifico. La lezione ha previsto anche un momento di confronto con i giovani studenti, che, dopo la affascinante presentazione, hanno rivolto all’archeologo Natali numerose domande, soprattutto in merito alle competenze necessarie ad uno studioso di preistoria per comprendere e datare la “pista”.

Le insegnanti ringraziano calorosamente l’archeologo Natali, che si è detto disponibile ad incontrare ulteriormente gli allievi del Galilei, per aggiornarli sugli sviluppi dello studio d’equipe con gli esperti dell’Unicam.

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