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Azienda unica dei rifiuti,
dopo il Tar arriva la bocciatura
del Consiglio di Stato

SENTENZA - A dieci mesi di distanza dal verdetto dei giudici amministrativi, arriva la seconda battuta d'arresto per il progetto dell'Assemblea Territoriale d'Ambito (Ata) che nel luglio 2017 aveva deliberato l'affidamento diretto della gestione dei servizi di igiene urbana a una new company, partecipata all'85% da Multiservizi e al 15% da Ecofon Conero

Foto d’archivio

 

Seconda battuta d’arresto per l’azienda unica dei rifiuti dopo lo stop del Tar. Il Consiglio di Stato ha ribadito, attraverso una sentenza resa nota ieri, l’annullamento della delibera di affidamento in house (diretto) dei servizi per l’igiene urbana che l’Ata aveva decretato nel luglio 2017, favorendo la realizzazione di una new company partecipata all’85% da Multiservizi e al 15% da Econfon Conero. All’affidamento diretto, senza passare da un appalto, si erano opposte due società: la Marche Multiservizi, attiva su Senigallia, e la Rieco, operante principalmente nella provincia di Pesaro. Entrambi i ricorsi presentati erano stati accolti dai giudici amministrativi che avevano decretato come Multiservizi e la Ecofon non avessero i requisiti per ottenere l’affidamento diretto. Dopo la bocciatura, l’Ata è ricorsa al Consiglio di Stato. E qui è stato confermato il verdetto di primo grado. Anche se i giudici hanno rivalutato la posizione della Ecofon (società del gruppo Astea), di fatto riabilitandola rispetto a quanto decretato dal Tar. Diversa la questione per la Multiservizi che detiene partecipazione di società (Estra ed Edma) che non hanno nulla a che fare con il servizio idrico integrato. Ed è proprio la fornitura di gas ed energia che pesa maggiormente sul fatturato globale del gruppo societario. Insomma, Multiservizi non è indipendente dalle altre aziende satellite. Inoltre, la produzione ulteriore rispetto al limite di fatturato”, ovvero di oltre l’80% realizzato nello svolgimento dei compiti affidati dagli enti pubblici partecipanti, “è consentita a condizione che la stessa produzione permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso dell’attività principale della società”. Questa condizione, secondo il Consiglio di Stato, non persiste. Dunque, ora che succederà? Se l’Ata volesse andare avanti con il progetto dell’azienda unica dei rifiuti dovrebbe provvedere a indire un bando di gare, oppure – per perseguire il modello in house – rimodellare la costituzione di Multiservizi, dato che Ecofon ha passato l’esame della magistratura romana.

Il Tar boccia l’azienda unica dei rifiuti: va fatta la gara per l’appalto

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