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Crollo del ponte in A14:
«Mancava progetto ad hoc per alzarlo,
non calcolato il rischio di rotazione»

ANCONA - È quanto emerge dalla perizia depositata in procura dall'ingegnere Gabriele Annovi, incaricato dal pm Bilotta di cristallizzare le cause che il 9 marzo 2017 hanno portato il troncone a collassare sulla corsia nord dell'autostrada, uccidendo una coppia di Spinetoli. Per l'esperto il cedimento è legato a una serie di concause. A breve potrebbero partire gli avvisi di chiusura delle indagini

Il crollo del ponte in A14 (foto d’archivio)

 

di Federica Serfilippi

Dietro il crollo del ponte dell’A14 ci sarebbero stati una serie di errori, a partire dalla mancanza di un progetto specifico per innalzare il troncone centrale. E’ il quadro che emerge dalla relazione tecnica redatta dall’ingegnere Gabriele Annovi per conto della procura per individuare le cause che hanno portato al collasso del cavalcavia 167, quello che ha provocato il 9 marzo 2017 la morte di Antonella Viviani ed Emidio Diomede, coniugi di Spinetoli (Ascoli). Stando alla perizia, la serie di concause che ha portato al crollo «ha come punto di partenza la sottovalutazione sia in fase di progetto che esecutiva del possibile movimento di rotazione attorno all’asse verticale passante per il baricentro di un ponte impalcato obliquo durante le operazioni di movimentazione». L’obliquità dell’asse non sarebbe stata sufficientemente presa in considerazione, spingendo a innalzare il ponte con le stesse modalità con cui in precedenza erano stati sollevati gli altri cavalcavia dell’A14 per fare posto alla terza corsia. Dunque, le operazioni si sarebbero basate su progetti generici, non idonei al 167 che per natura aveva caratteristiche diverse dai suoi “simili”. Durante le fasi di innalzamento ci sarebbe stata una progressiva rotazione del troncone, non prevista correttamente secondo la perizia dell’ingegnere. La progressiva rotazione – si legge nella relazione – ha raggiunto all’ultimo sollevamento un valore tale per cui non era più soddisfatta la condizione di equilibrio e il ponte è sfuggito ai collari posti attorno ai pistoni dei martinetti non vincolati alla sottostante stilata in acciaio», crollando poi sull’asfalto e piombando sulla strada dei coniugi Diomede.

Gabriele Annovi

E ancora: «La possibile rotazione di un ponte con impalcato obliquo e le possibili cause di innesco del fenomeno di rotazione non sono mai state prese in considerazione in alcun documento di progetto del sollevamento e quindi non è mai stato preso in considerazione come fenomeno da monitorare». Durante il collasso, erano anche rimasti feriti tre operai romeni che stavano lavorando su alcune impalcature. Due erano della Delabech, la ditta esecutrice materiale dei lavori appaltati dalla Pavimental che a sua volta aveva ricevuto l’incarico della società Autostrade. La fase progettuale era invece in mano alla Spea Engineering. Tutte e quattro le aziende figurano nel registro degli indagati. A breve dovrebbero partire le notifiche per l’avviso di conclusione delle indagini. Su 42 indagati iniziali, la procura avrebbe stralciato qualche posizione. Gli eredi dei Diomede sono usciti dal procedimento avendo ottenuto un risarcimento in sede civile.

 

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