Chiusura del Punto nascita di Fabriano, atto secondo. In attesa di conoscere se la richiesta di sospensiva sarà accolta dal Tar Marche e la sala parto dell’ospedale di Fabriano sarà riaperta, il direttore del Dipartimento Materno – Infantile dell’Area Vasta 2, il primario Nelvio Cester, ieri ha comunicato le modalità di invio delle gestanti dell’area montana presso l’ambulatorio “Gravidanza a termine” di Senigallia e all’Ostetricia di Jesi e di Gubbio. Per quanto riguarda la gravidanza ‘a basso rischio’, alla 36° settimana l’Area Vasta 2 consiglia di telefonare al n. 071 79092173 al mattino nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì per prenotare la presa in carico nell’ambulatorio della gravidanza a termine. In caso di gravidanza ‘a rischio’, se ne consiglia la presa in carico presso l’ambulatorio dedicato con le seguenti modalità: in caso di urgenza, telefonare al n. 071 79092504; nelle altre ipotesi, inviare un fax al n. 071 79092163 indicando il numero di telefono al quale la paziente può essere contattata. “Qualora si tratti di gravidanza con indicazione al taglio cesareo, alla 34° settimana- specifica il comunicato – è necessario telefonare al numero 071 79092173 al mattino di lunedì, mercoledì e venerdì per prenotare la presa in carico, specificando l’indicazione al taglio cesareo. Nel colloquio verrà valutata la possibilità di un parto vaginale in caso di pregresso cesareo. Se l’esame ecografico a 32 settimane riscontra un feto in presentazione podalica, inviare un fax al n. 071 79092508 per programmare il rivolgimento, procedura che si esegue alla 37° settimana in regime di ricovero”.
Per quanto riguarda l’Ospedale di Jesi, è necessario invece telefonare dopo aver effettuato l’ecografia del 3° trimestre al numero 0731 534489 al fine di prenotare la preospedalizzazione da effettuare alla 38° settimana. Se la gestante ha già effettuato un taglio cesareo, deve essere inviata una scheda di segnalazione con i suoi dati e il suo recapito telefonico al fax 0731 534486. Nell’ipotesi di presentazione podalica, è indicato telefonare al n. 0731 534489 a 32 settimane per eventuale moxibustione. Le gestanti che si rivolgeranno all’Ospedale di Gubbio devono prenotare al recapito telefonico 075 92704568 la visita ostetrica, che si effettuerà alla 38° settimana con impegnativa che prescrive “visita ostetrica di controllo”. Nell’ipotesi di precedente taglio cesareo o di presentazione podalica, telefonare al n. 075 9270467 a 35 settimane.
In un lungo post pubblicato sui social media Katia Silvestrini, coordinatrice del comitato cittadino Punto Nascita e Ospedale E. Profili, prende atto con rammarico della chiusura del reparto di Ostetricia del ‘Profili’. “Non abbiamo più il nostro punto nascita, è questa la realtà, la dolorosa realtà che riteniamo assolutamente inaccettabile. – scrive- Noi del coordinamento ci siamo battute con tutto il nostro spirito, con tutta la nostra anima contro la sciagurata chiusura del Punto nascita di Fabriano che, a nostro avviso, si configura come un vero e proprio attacco, non solo al territorio di Fabriano ma anche a tutte le aree interne montane. Un attacco a tutto il personale, alla loro professionalità. Medici, ostetriche ed infermiere che nonostante le difficoltà hanno fatto l’impossibile per rendere il servizio davvero impeccabile”.
Secondo la Silvestrini, “l’atto di chiusura, oltre ad evidenziare una grave disattenzione da parte della burocrazia ministeriale e regionale rispetto alle problematiche delle aree interne, rappresenta l’ennesimo danno per il territorio e va in direzione contraria rispetto alle dichiarazioni della Politica sulle soluzioni da apportare a difesa delle aree montane. L’atteggiamento di chiusura netta palesato dal Cnpn, non tiene conto della necessità dei servizi nell’entroterra e si scontra con le effettive esigenze delle popolazioni che con sacrificio e difficoltà continuano a vivere nel territorio”. Come se le persone residenti in montagna fossero “considerate cittadini di serie B e che la volontà della politica, dietro parole come sicurezza e ottimizzazione è esclusivamente quella volta a smantellare un pezzo alla volta gli ospedali delle zone più disagiate”
La coordinatrice del comitato esprime anche preoccupazione per il senso di agitazione e disorientamento che le gestanti in questo frangente. “Perché negarci il riconoscimento di Ospedale quale punto di riferimento di una vasta area montana sganciata da Jesi e Senigallia?” si domanda la Silvestrini, augurandosi “che il ricorso abbia l’esito sperato, ci auguriamo che il Ministro faccia in fretta, ci auguriamo che la politica tutta, senza rancori, senza ripicche, si adoperi per far riaprire il reparto e farlo finalmente restare attivo con tutte le certezze che negli anni ci sono mancate”. Poi la promessa finale: “D 451 deve continuare ad esistere… noi continuiamo a lottare con la certezza che nessuno può tornare indietro e creare un nuovo inizio, ma chiunque può ricominciare oggi e creare un nuovo finale”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati