Il bebè ha fretta e nasce sul divano di casa. Poi è stata solo una corsa contro il tempo in ambulanza per raggiungere da Fabriano l’ospedale di Jesi. Giovedì scorso (ma la notizia si è appresa oggi) la telefonata del marito preoccupato della partoriente fabrianese con le doglie e in fase avanzata di travaglio, hanno fatto scattare il protocollo d’urgenza-emergenza. L’ospedale ‘Profili’ di Fabriano da febbraio non ha più il suo Punto nascita e da marzo ha visto riconvertire il reparto di Pediatria in un ambulatorio aperto solo 6 ore al giorno per la carenza di specialisti. Giovedì il medico del 118, partito dal Pronto soccorso per aiutare la mamma, ha capito subito che mancavano davvero pochi minuti prima che il piccolo venisse al mondo. La situazione non poteva essere risolta trasferendo subito in ambulanza la donna all’ospedale più vicino, secondo le indicazioni dell’Asur, il presidio ospedaliero di Jesi. E per evitare rischi a partoriente e figlio il medico ha preferito far nascere il piccolo fabrianese nella sua abitazione. Un parto velocissimo, il primo in casa a Fabriano, dopo lo smantellamento della Maternità. E’ andato tutto bene ma subito dopo la donna e il suo bambino sono stati trasferiti nel reparto neonatale del ‘Carlo Urbani’ da dove sono stati dimessi all’inizio della settimana. Il caso ha riaperto una ferita non rimarginata. Ne è convinta Katia Silvestrini, la coordinatrice del comitato cittadino che si batte per la salvaguardia dell’ospedale ‘Profili’ si domanda se questo sia il miglior servizio e tutela della maternità
«Il nostro è un territorio montano, lontano dalla costa e la viabilità è quella che conosciamo tutti, non mi stancherò di ripeterlo – commenta –. Non avrebbero dovuto chiudere il reparto di Ostetricia del nostro ospedale. Io mi metto nei panni di questa mamma a bordo dell’ambulanza, quali angosce avrà vissuto? La dottoressa del 118 è stata bravissima nell’assistenza durante il lieto evento ma questa è la dimostrazione della sconfitta politica. In queste settimane la politica fabrianese è rimasta ferma, inerte ad aspettare il responso del Tar sul ricorso contro la chiusura del Punto nascita, fissato per il prossimo 22 maggio. Un immobilismo incomprensibile considerando quello che è accaduto sole poche notti fa, quando una bimba di appena un anno, in condizioni di emergenza è stata visitata da un pediatra dopo ore all’ospedale di Jesi perché al ‘Profili’ non ce n’erano. Siamo tornati indietro di anni luce. E’ questa la sicurezza tanto decantata e auspicata per gli utenti? A questa partoriente è andata bene ma, per le prossime volte, mi domando se dovremo attendere l’intervento dello Stam, il sistema di trasporto materno assistito e neonatale d’urgenza».
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