di Martina Marinangeli
Lo scorso gennaio aveva suonato, insieme alla collega di Falconara, Stefania Signorini, la chiamata alle armi per i 23 sindaci degli altrettanti Comuni affacciati sul mare, affinché si compattassero per dire no al progetto della barriera fonoassorbente lungo la linea Adriatica targata Rfi. Ora, quella dichiarazione di intenti affidata ad una lettera aperta, la sindaca Valeria Mancinelli e la sua giunta l’hanno tradotta in un atto ufficiale che dà un parere di «non conformità urbanistica dell’intervento di risanamento acustico» ed esprime la contrarietà al progetto. Anche Ancona, dunque, si unisce al coro dei «no» al muro con un atto di giunta del 21 maggio, che ora dovrà essere votato in Consiglio comunale. «L’Amministrazione – si legge nel documento – ritiene insostenibile per il territorio l’opera progettata da Rfi e ritiene altresì che il progetto risulti carente sia per la mancata valutazione di possibili soluzioni alternative, sia per la mancata verifica degli effetti che le barriere antirumore possono produrre sulle altre matrici ambientali, sulla salubrità e sui settori di governo del territorio». Un parere tranchant – trasmesso anche alla Regione – che, esprimendo la non conformità, innesca il procedimento che porta alla Conferenza dei servizi, convocata a livello ministeriale, per valutare la posizione di ogni singolo Comune. Palazzo Raffaello ha già fatto sapere che in quella sede appoggerà incondizionatamente le decisioni delle amministrazioni. Le ragioni del no sono messe in fila in un elenco che parte con «l’impatto visivo paesaggistico ed ambientale», per poi proseguire con «la compromissione del patrimonio edilizio storico, l’impatto sul settore immobiliare e sul comparto turistico, l’impatto sulla salubrità e qualità della vita e, l’impatto sui programmi di riqualificazione urbana».
Il progetto definitivo delle opere di mitigazione acustica prevede, all’interno del Comune di Ancona, la realizzazione di una barriera tra la linea ferroviaria e via Flaminia, nella fascia compresa fra l’abitato di Palombina e la fine di quello di Torrette. «L’area attraversata dall’infrastruttura è caratterizzata dalla presenza di numerosi edifici abitativi lungo la Flaminia stessa, mentre sul lato opposto si trova la spiaggia. Il progetto prevede che le barriere siano interrotte in corrispondenza di alcuni sovrappassi o di abitazioni a ridosso dell’area ferroviaria». Alcuni edifici si troverebbero ad una distanza inferiore ai 10 metri dalle barriere. La giunta chiede dunque a Rfi, «in quanto tenuta per legge a porre in atto misure per la mitigazione del rumore generato dalla infrastruttura ferroviaria, di dare attuazione al Piano di Risanamento acustico nel territorio comunale prevedendo opere ed interventi alternativi a quelli proposti, individuati con modalità sostenibili e compatibili quali prioritariamente: rinnovo dei materiali rotabili e dei treni circolanti o interventi di risanamento acustico presso i recettori puntuali».
L’atto dà mandato al sindaco «di attivarsi, insieme agli altri Comuni coinvolti e alla Regione Marche affinché i Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, forniscano riscontro a quanto
evidenziato da RFI il 20 agosto 2018 indirizzata ai Ministri Costa e Toninelli, con particolare riferimento alla richiesta di un intervento legislativo statale che consenta un nuovo approccio progettuale alle opere relative al Piano di Risanamento acustico in questione». L’11 maggio scorso, anche la Commissione Locale per il Paesaggio del Comune di Ancona, ha espresso parere negativo sul progetto.
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