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Giusti farmaci e in minor numero,
parte la sperimentazione dell’Ambulatorio
di riconciliazione farmacologica

JESI - L'ambulatorio di riconciliazione farmacologica partirà all'ospedale Carlo Urbani in via sperimentale da settembre e sarà accompagnato da un convegno per medici e internisti il 18 settembre "Less is more: più facile prescrivere che deprescrivere".

Il tavolo dei relatori: da sinistra Guidi, Storti, Candela, Cherubini, Ramazzotti, Bacci e Grinta

di Talita Frezzi

Dare il farmaco giusto al paziente giusto e nel numero giusto. E’ l’obiettivo del progetto dell’Ambulatorio di Riconciliazione Farmacologica, primo nel suo genere in tutta l’Asur, che partirà in via sperimentale da settembre presso l’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Se ne è parlato oggi in una conferenza stampa all’ospedale Murri, alla presenza del direttore sanitario dell’Asur Marche Nadia Storti, del direttore dell’Area vasta n.2 Giovanni Guidi, del sindaco di Jesi Massimo Bacci. Presenti anche il direttore del Dipartimento medico Marco Candela, il direttore del servizio farmaceutico Roberto Grinta, la dottoressa Valentina Ramazzotti dell’Unità operativa di Medicina interna di Jesi e il medico di medicina generale di Jesi Guglielmo Cherubini. I medici di medicina interna e i farmacisti partecipano alla realizzazione dell’ambulatorio e vi opereranno in sinergia.
«Si tratta di un progetto innovativo in cui l’Asur crede molto – dice la dottoressa Storti – e che nasce da una serie di studi e approfondimenti legati al tema dell’aspettativa di vita e della assunzione di farmaci. E’ importante per la possibilità che dà di rendere visibile una procedura come la deprescrizione di farmaci per limitarne l’uso, specie agli anziani che arrivano a prenderne anche 40 al giorno. E’ una forma di tutela per loro, una piccola azione che insieme ad altre, potrebbe portare a grandi risultati. Questa sperimentazione presto speriamo che diventi una realtà anche negli ambulatori medici e nelle case della salute».
Sarà l’Unità operativa complessa di Medicina interna dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi diretta dal dottor Marco Candela (direttore del Dipartimento di Medicina dell’Area vasta2) a indirizzare uno dei suoi ambulatori internistici divisionali a questa criticità, grazie anche all’opportunità di adozione dello strumento “Intercheck”, nell’ambito di un’importante collaborazione in corso con l’Istituto Mario Negri di Milano. «La riconciliazione farmacologica – spiega Candela – è un percorso virtuoso di deprescrizione per limitare l’uso dei farmaci. E’ una delle raccomandazioni del Ministero, assieme all’attenzione all’uso delle sigle nei farmaci. L’attività dell’Ambulatorio prenderà avvio da settembre. Sarà gestito da un Medico Internista, un medico di Medicina generale del Distretto di Jesi e un farmacista ospedaliero. Potrà essere attivato in pazienti politrattati (cioè con un numero di farmaci prescritti superiore a 7) attraverso una specifica impegnativa con la dicitura “visita internistica – Ambulatorio Riconciliazione Farmacologica”.

Al centro Marco Candela con la dottoressa Storti e Guglielmo Cherubini

Per far meglio comprendere gli aspetti della riconciliazione farmacologica il 18 settembre organizzeremo un evento formativo a Jesi, dal titolo: “Less is more: più facile prescrivere che deprescrivere” al quale sono invitati a partecipare medici e specialisti. Saranno trattate le tematiche della “polipatologia”, degli atteggiamenti iperprescrittivi, del fenomeno di “add on therapy” che risulta spesso legato ad un altissimo rischio di cedere all’assioma “un sintomo, un farmaco” per limitare (e auspicabilmente prevenire) l’incessante proliferare di condizioni nosologiche legate ad eventi avversi o interazioni farmacologiche, spesso motivo nella popolazione anziana di ospedalizzazioni o esiti sfavorevoli. Ridurre il carico terapeutico va a favore del paziente».
Il favorevole prolungamento dell’aspettativa di vita raggiunto negli ultimi anni ha comportato una crescita esponenziale di pazienti polipatologici, come spiega il dottor Cherubini, soggetti cioè a prescrizioni di molti farmaci, purtroppo responsabili di eventi avversi o interazioni farmacologiche.
«La Medicina interna e la Medicina del territorio – continua Cherubini – hanno le carte in regola per limitare questa problematica, sia per la frequentissima osservazione di questa specifica fetta di popolazione, sia mediante una visione globale del paziente e non di somma matematica di singoli trattamenti di plurime condizioni patologiche».

L’ospedale di Jesi Carlo Urbani (foto d’archivio)

«Riconciliazione farmacologica non come risparmio ma come ottimizzazione dei costi e appropriatezza della terapia – sottolinea il direttore dell’Area Vasta dottor Guidi – il progetto consentirà di introdurre virtuosi percorsi di “de-prescrizione”, quale atto medico formulato in base a criteri consolidati in letteratura e in grado di guidare un importante aspetto dell’appropriatezza terapeutica ovvero la prevenzione della “patologia da farmaci”». Un passo avanti importante per la medicina, come la prospettiva del fascicolo sanitario elettronico, un deposito delle informazioni sanitarie di ciascun cittadino (dalle allergie ai farmaci, allo storico delle prestazioni sanitarie cui si è sottoposto, la cartella clinica e il trattamento terapeutico…) per il quale si stanno raccogliendo le autorizzazioni dei pazienti. In alcune regioni è già una realtà. Entusiasta il sindaco di Jesi Massimo Bacci, intervenuto alla conferenza di lancio della sperimentazione per manifestare «il sostegno del Comune all’Ente in questa opportunità importante per la sanità sul territorio e a sostegno dell’utenza».

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