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Strage di Corinaldo,
perizia sui cellulari
della gang dello spray

ANCONA - Perizia affidata oggi in procura al consulente piemontese Giuseppe Dezzani, esperto informatico che in passato si è occupato dei casi di Yara Gambirasio e di Elena Ceste. L'analisi avverrà sugli smartphone sequestrati alle sette persone arrestate a inizio agosto. C'è anche un ottavo indagato, ma a piede libero. E' un 22enne di Sassuolo

Lanterna Azzurra

 

Strage della Lanterna Azzurra, una perizia sui  dispositivi informatici per scoprire i segreti della banda dello spray. A chiedere l’accertamento sui dispositivi degli indagati sono stati i pm Valentina Bavai e Paolo Gubibelli, titolari dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta a Corinaldo lo scorso 8 dicembre. L’affidamento dell’incarico c’è stato questa mattina in procura. Ad estrapolare il contenuto dagli smartphone per conto della procura sarà il perito informatico Giuseppe Dezzani, l’esperto che in passato si è occupato dei casi di Yara Gambirasio, Elena Ceste e del duplice omicidio dei coniugi Giacconi. Avrà dieci giorni di tempo per eseguire le operazioni peritali. Tra i dispositivi da analizzare ci sono i cellulari dei sette arrestati a inizio agosto dopo la misura cautelare firmata dal gip Carlo Cimini. Si tratta di sei ragazzi del Modenese, accusati di essere i componenti della gang che andava per discoteche a spruzzare spray con l’intento di derubare giovane vittime di collane o bracciali, e del presunto ricettatore della gang, titolare di un Compro Oro situato a Castelfranco Emilia e ritenuto estraneo alla strage. Per i sette, che si trovano tutti in carcere, la procura ipotizza l’associazione a delinquere finalizzata ai furti e alle rapine. L’omicidio preterintenzionale plurimo, in riferimento ai fatti di Corinaldo, è invece contestato ai sei ragazzi della banda e non al presunto ricettatore. Nel filone degli indagati è finito un altro ragazzo, per cui non sono in piedi misure cautelari. Si tratta di un 22enne originario di Sassuolo per cui gli inquirenti ipotizzano il reato di ricettazione. Sarebbe stato il destinatario della refurtiva di un colpo commesso dalla banda in un momento successivo alla tragedia di Corinaldo. A perdere la vita alla Lanterna Azzurra sono stati cinque minorenni e una giovane mamma.

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