Giuseppe Mazzarella, presidente di Confartigianato Imprese Marche, esprime una forte preoccupazione per i dazi sui numerosi prodotti del comparto alimentare e delle bevande imposti dall’amministrazione Trump che scatteranno dal 18 ottobre su 93 prodotti made in Italy, in particolare del comparto lattiero-caseario. «Al di là dei prodotti che saranno direttamente colpiti dai dazi – fa notare Mazzarella – le ripercussioni si evidenzieranno sicuramente su tutta la filiera. Quello dell’alimentare è uno dei comparti a maggiore concentrazione di Mpi e di artigianato». Nelle Marche gli addetti del comparto alimentari e bevande sono 11.962, di questi 6.531, il 54,6%, operano in imprese artigiane, 4° posto in Italia dietro a Liguria (67,7%), Basilicata (56,2%) e Sicilia (55,6%). Nelle Mpi fino a 49 addetti delle Marche sono occupati 3 addetti su quattro, il 74,8%, pari a 8.944. Inoltre, quello statunitense è un mercato molto importante per le produzioni alimentari della nostra regione. Nel I semestre 2019 le esportazioni di prodotti alimentari delle Marche verso gli Stati Uniti ammontano a 8,3 milioni di euro, valore che colloca gli Stati Uniti al 3° posto dopo Germania e Francia come principale mercato di sbocco per tali prodotti assorbendone il 7,5% di tutte le vendite marchigiane all’estero. Rispetto al I semestre 2018 si registra una crescita del 39,0%, più intensa dell’andamento complessivo delle esportazioni marchigiane del comparto (+13,9%) e anche del +14,8% dell’anno precedente. Per le bevande, quello statunitense risulta essere il primo mercato di destinazione per le Marche con una quota del 18,2% del totale delle vendite di bevande marchigiane e presenta una crescita, nei primi 6 mesi dell’anno in corso, del 10,9% a fronte del -3,3% registrato per il totale dell’export di bevande delle Marche. Tornando ai prodotti alimentari, quelli esportati maggiormente dalle Marche negli Stati Uniti sono i prodotti da forno e farinacei con il 53,2% del totale, quota rilevante, pari al 29,8%, anche per la frutta e ortaggi lavorati e conservati. «Auspichiamo – conclude Giuseppe Mazzarella – che le Istituzioni a tutti i livelli operino fattivamente per evitare danni importanti per un settore che rappresenta uno dei principali asset della nostra economia regionale. Ribadiamo, infatti, che mentre l’export complessivo dei comparti a maggiore concentrazione di Mpi delle Marche ha segnato il -4,9% nel I semestre 2019, l’export alimentare è cresciuto del 13,9%, meglio della media Italia (+5,1%). Infine, ampliando l’orizzonte di osservazione, evidenziamo che, secondo uno scenario che prevede dal quarto trimestre 2019 un aumento da parte degli Stati Uniti delle tariffe dei beni importati dalla Cina, dal Messico e dall’Unione Europea, con i paesi coinvolti che reagiscono con dazi di entità corrispondente sui prodotti statunitensi, il Pil dell’economia italiana scenderebbe di 0,2 punti nel 2020 e di 0,5 punti nel 2021. L’effetto recessivo derivante dalle minori esportazioni annullerebbe completamente la spinta sul Pil della prossima manovra di bilancio, stimata in +0,2 punti».
«Olio, parmigiano e vino devono restare fuori dalla lista dei dazi Usa»
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