Scivola in casa, battendo la testa e si sente male. Attimi di paura per una gestante, lunedì scorso a Fabriano, con i soccorsi che sono stati attivati subito per il trasporto della donna all’ospedale regionale di Torrette di Ancona per un sospetto trauma cranico. Un fatto che ha innescato il dibattito social a pochi giorni dal deposito della sentenza del Tar Marche che ha bocciato la richiesta del Comune di riaprire il reparto di Ostetricia dell’ospedale ‘Profili’.
«Il Tar dice No al punto nascita, un No secco e deciso che non tiene conto delle condizioni dell’entroterra montano assecondando le scelte di una politica scellerata. – ha commentato Katia Silvestrini, portavoce del Coordinamento Cittadino Punto Nascita e Ospedale Profili – Le condizioni in cui si trova l’ospedale Profili in seguito ad accorpamenti, tagli e chiusure sono ormai sotto gli occhi di tutti. Anche dei politici che tanto ci avevano assicurato che tutto sarebbe rimasto al proprio posto e, come sempre abbiamo sostenuto, il punto nascita è la punta di un iceberg ben più consistente. Ecco perché è indispensabile rimanere coesi per la salvaguardia dell’unico riferimento per la sanità dell’entroterra montano. E’ indispensabile che il territorio rimanga unito e che l’amministrazione comunale si adoperi quanto prima presso il Consiglio di Stato per presentare appello alla sentenza del Tar, che tempo fa aveva rigettato il ricorso adducendo come motivazione il mancato pronunciamento del Tar sul punto nascita fabrianese. Ora che la sentenza del Tar è effettiva è necessario tentare ancora una volta. Auspichiamo che l’Amministrazione comunale non molli e che l’intera popolazione dell’entroterra montano continui a lottare affinchè il sacrosanto diritto alla salute sia salvaguardato».
Il Coordinamento continuerà quindi « a mantenere alta l’attenzione sui nodi irrisolti e soprattutto – prosegue la Silvestrini – vorremmo continuare a lottare insieme ai cittadini ed al territorio, per la sanità pubblica e per il rilancio ed il potenziamento dell’ospedale di Fabriano che, giova ricordarlo, al momento è l’ospedale di tutta la zona montana e come tale va salvaguardato, tutelato e valorizzato nel rispetto della sanità pubblica e nell’affermazione di un diritto scritto nella nostra Costituzione».
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