Relazione d’amore proibita: lui all’epoca dei fatti 22enne, lei più piccola di 9 anni. Il padre di quest’ultima lo scopre e denuncia il ragazzo in questura, facendolo finire sul banco degli imputati. E’ per la duplice accusa di violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedopornografico che un operaio anconetano, oggi 24enne, rischia una condanna a tre anni e mezzo di reclusione. La pena è stata richiesta questa mattina dal pm Irene Bilotta. Davanti al gup Francesca De Palma si procedere con l’abbreviato. L’imputato è difeso dall’avvocato Gabriele Galeazzi e ha sempre sostenuto di non aver mai costretto la minore e fare qualcosa che lei non volesse: entrambi provano attrazione reciproca e per qualche mese, tra agosto 2017 e gennaio 2018, hanno portato avanti una relazione che andava oltre la semplice amicizia. La stessa versione di lui è stata avvalorata dalla minore, oggi 15enne, durante un incidente probatorio svoltosi davanti al gip. Stando all’accusa, lui – amico della famiglia di lei – avrebbe approfittato dell’età della ragazzina (e quindi una sua inferiorità psichica) per compiere atti sessuali e indurla e inviargli foto che la ritraevano in atteggiamento intimi. Sono circa 200 i file a luci rosse trovati nel cellulare dell’imputato e finiti al vaglio degli inquirenti. Secondo quanto emerso, i due avevano iniziato a scriversi e ad uscire insieme nell’agosto del 2017. La relazione è finita bruscamente nel gennaio 2018, quando il padre della minore (parte civile attraverso il legale Alessio Stacchiotti) ha scoperto le foto a luci rosse sul cellulare della figlia. A quel punto, l’uomo ha denunciato il 24enne. Sentenza il 20 gennaio 2020.
(fe.ser)
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