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Corruzione in Comune, il M5s attacca:
«Modifiche alla tutela legale
cucite addosso agli amministratori»

ANCONA – La capogruppo pentastellata Daniela Diomedi critica la revisione dell'articolato che riguarda dipendenti e politici coinvolti in procedimenti giudiziari per responsabilità civile, penale o amministrativa. Un intervento arrivato dopo la bufera scatenata dall'inchiesta "Ghost Jobs"

La capogruppo del M5S, Daniela Diomedi

 

«Veloci come saette». Esordisce così la capogruppo pentastellata ad Ancona Daniela Diomedi nel post su Facebook con il quale critica pesantemente la modifica al regolamento per la tutela legale dei dipendenti e degli amministratori, nei giorni dello tsunami dell’inchiesta ‘Ghost Jobs’. «È appena arrivata dalla segreteria del consiglio – scrive l’esponente del Movimento 5 stelle – la proposta della giunta per la revisione del regolamento della tutela legale dei dipendenti e degli amministratori coinvolti in procedimenti giudiziari per responsabilità civile, penale o amministrativa. Leggendo si evincerebbe che sia stato cucito per salvare ‘le spalle’ agli amministratori di questa giunta. Gli Uffici hanno stranamente omesso di inviare il vecchio testo vigente e, come di regola avviene quando si modificano i regolamenti, il documento con il ‘testo a fronte’ per rendere possibile l’individuazione delle modifiche intervenute. Ho richiesto quanto è dovuto agli uffici per iscritto – ricostruisce la vicenda Diomedi – e mi hanno risposto per telefono che non hanno personale per provvedere in tal senso».
In sostanza, confrontando il nuovo ed il vecchio testo, la capogruppo individua quattro revisioni. «Sono aggiunti alla tutela legale (a spese nostre) gli amministratori (leggi assessori) – spiega – È sparito il consenso dell’amministrazione quanto al legale individuato. È scomparsa la ‘decadenza’ del termine massimo di 30 giorni dalla ricezione dell’atto giudiziario per cui si chiede tutela legale». Infine, a completare l’elenco stilato dalla pentastellata, «si fa generico riferimento, per l’individuazione della sussistenza o meno di un probabile conflitto di interesse, al Comune, ma chi è il ‘Comune’? – si chiede Diomedi, che rincara la dose – è inoltre stravolto l’articolo relativo alla tutela dei dati personali, laddove, in precedenza, in presenza di un eventuale rifiuto del dipendente a fornire le informazioni o dati richiesti, l’amministrazione avrebbe potuto valutare in conseguenza, ovvero non dar luogo all’accoglimento della tutela stessa».

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