di Martina Marinangeli
(foto di Giusy Marinelli)
A pochi minuti l’una dall’altra, separate dal corridoio al secondo piano di Palazzo del Popolo, sono andate in scena due conferenze stampa che hanno tratteggiato i contorni dell’inchiesta ‘Ghost Jobs’ in maniera diametralmente opposta. A fare da contraltare alle oltre due ore di analisi condotta dalla sindaca Valeria Mancinelli, ci hanno pensato i partiti di minoranza – assenti i rappresentanti di 60100 ed Altra idea di città per motivi personali, ma presenti con lo spirito –, per una volta sullo stesso lato della barricata. Ed hanno contestualmente lanciato una «chiamata alle armi» agli anconetani: una raccolta firma per formare da subito quella commissione d’indagine consiliare – chiesta dalla Lega e sottoscritta da tutte le opposizioni – liquidata da Mancinelli come «una sciocchezza». «Usano la maggioranza che hanno in Consiglio per affossarla – attacca l’esponente del Carroccio Marco Ausili –. Così siamo esautorati e perciò chiediamo la mobilitazione dei cittadini». È solo una delle iniziative che le minoranze unite hanno deciso di mettere in campo in questo momento di estrema difficoltà per l’amministrazione, a partire dall’annuncio di «manifesti unitari» con i quali intendono tappezzare la città: «non è una posizione partitica, ma per il bene della città», dà inizio agli interventi Daniele Berardinelli (Fi), che si lancia subito in un commento al vetriolo sulla conferenza i della sindaca riguardo al «tentativo patetico di sminuire tutto, parlando di una sola mela marcia. Per come la vedo io, la mela marcia è chi dovrebbe fare controlli e non li fa. Inoltre, l’unico reato che pare interessare la sindaca è quello della corruzione, ma truffa e abuso d’ufficio sono altrettanto gravi».
Il Movimento 5 stelle, dal canto suo, ha depositato tre giorni fa la proposta di costituire una Commissione permanente di controllo e garanzia, uno strumento che permetterebbe alle minoranze di monitorare in completa autonomia le situazioni che ritengono da attenzionare. «I risultati della nostra attività, per noi preoccupanti – sottolinea la capogruppo Daniela Diomedi –, all’amministrazione sono scivolati addosso. Nella relazione ispettiva dell’Anac della fine del 2015, emerge chiaramente che c’è un problema legato ai controlli ed agli incarichi, ed ora è diventato evidente nei fatti». «Sono mancate governance e filiera di controllo, perché sono dirigenti e superiori a firmare – il commento di Angelo Eliantonio (Fdi) –. E poi gli assessori sono responsabili politici degli uffici: è impossibile che Paolo Manarini non sapesse, secondo me». Le opposizioni hanno espresso infine solidarietà al maggiore Marco Caglioti, sospeso di recente, puntando il dito contro «un’attività di ostruzionismo rispetto al corpo di polizia giudiziaria, che va avanti da tempo e che ora ha raggiunto l’acme».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati