Sono custodite nel suo Iphone le immagini dei momenti felici di Emma Fabini, le ultime scattate prima di morire a 14 anni nella tragica notte della discoteca di Corinaldo.
Il telefonino sequestrato per le indagini e poi dissequestrato, è stato riconsegnato alla sua famiglia ma ad un anno dalla tragedia risulta inviolabile a chi non conosce codici di acceso e password. Il padre della studentessa senigalliese, una delle sei vittime scomparse l’8 dicembre 2018 alla Lanterna Azzurra, ha lanciato attraverso le colonne di Repubblica un appello: «Mi piacerebbe leggere i suoi messaggi, magari non ancora spediti, vedere le sue ultime foto» ha confidato il papà Fazio, che aveva regalato quel cellulare alla figlia dopo l’esame di terza media. Emma frequentava il primo anno del liceo classico Perticari di Senigallia da pochi mesi quando è scomparsa e fino ad oggi sono stati inutili tutti i tentativi di accedere alla memoria del suo telefonino, rivolti alla polizia postale, alla casa madre Apple e a tecnici specializzati. «Vorrei tanto vivere i suoi ultimi attimi – rimarca Fazio Fabini – Nei cellulari degli indagati la polizia è entrata, quello di Emma, non più necessario per le indagini, resta secretato. Vorremmo solo rivedere il sorriso di Emma, recuperare quell’ultima notte, forse anche il suo viaggio a Londra. Ritrovare i suoi ultimi mesi». Per la morte di Emma e delle altre cinque vittime rimaste intrappolate nella calca all’uscita dal locale, sono aperti due filoni di indagine, coordinati dai pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai. Uno vede indagate 17 persone per quanto riguarda i permessi rilasciati alla discoteca per le attività di pubblico spettacolo e gli aspetti legati alla sicurezza della Lanterna e della serata che doveva portare a Corinaldo Sfera Ebbasta. L’altro ha portato in arresto lo scorso agosto sei ragazzi sospettati di essere i componenti della gang dello spray, quella che ha scatenato il panico all’interno del locale con il solo scopo di rubare monili e collane ai ragazzi presenti in discoteca. In manette c’è finito anche il presunto ricettatore dalla banda, originaria del Modenese, e titolare di un Compro Oro.
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