di Federica Serfilippi
Strage di Corinaldo: chiesto il giudizio immediato per i sei componenti della banda dello spray. A rischiare di finire direttamente a processo senza passare per l’udienza preliminare sono Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah. Originari del Modenese, sono tutti in carcere dal 2 agosto, quando è stata notificata loro l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Carlo Cimini. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine, omicidio preterintenzionale, lesioni personali e singoli episodi di furti e rapine in discoteche di mezza Italia. Stando alla ricostruzione della procura, la gang aveva spruzzato lo spray al peperoncino la notte dell’8 dicembre, serata in cui alla Lanterna Azzurra era atteso il trapper Sfera Ebbasta, con lo scopo di strappare collanine e monili in oro ai giovani clienti del locale. Proprio l’emissione nell’aria della sostanza urticante aveva dato il via all’evacuazione scomposta dalla discoteca, con centinaia di ragazzini ammassati verso l’uscita numero 3, quella teatro del crollo delle balaustre. A pochi passi dall’uscio, era stata ritrovata la bomboletta poi sequestrata dai carabinieri e analizzata nei laboratori del Ris. Era emersa una traccia di dna riconducibile a un componente della banda. Il gip che ha ricevuto la richiesta della procura avrà 5 giorni di tempo per firmare l’atto e poi notificare il giudizio immediato alle parti. Queste, per evitare il dibattimento, potrebbero decidere di richiedere riti alternativi, come il patteggiamento o l’abbreviato.
Dal procedimento è stato escluso Andrea Balugani, il presunto ricettatore della banda residente a Castelfranco Emilia. Ha patteggiato 4 anni e due mesi si reclusione per associazione a delinquere e ricettazione continuata. Non gli sono mai stati contestati i fatti di Corinaldo, ma per la procura era lui l’uomo, etichettato come il “nonno” della gang, a cui facevano riferimento Di Puorto e compagni per vendere i gioielli rubati. Risulta ancora aperto, invece, il fascicolo dove sono indagate 17 persone. Tra queste, ci sono i componenti della Commissione di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo che aveva rilasciato i permessi alla discoteca, i gestori della Lanterna, i proprietari dell’immobile (per la procura classificato al catasto come un «magazzino agricolo») e l’addetto alla gestione della sicurezza la notte dell’8 dicembre. In questa tranche, i reati vanno dal disastro colposo, all’omicidio colposo plurimo, passando per le lesioni personali gravi fino al falso. Sui 17 non sono mai state emesse misure cautelari. La discoteca è sotto sequestro preventivo.
(Servizio aggiornato alle 15,20)
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