di Federica Serfilippi
Il bruciore in gola, le lacrime agli occhi, la ricerca disperata di aria. La corsa a ostacoli verso l’uscita, la folla che si accalca e i ragazzini che cadono uno sopra l’altro nel tentativo di sfuggire a una trappola mortale. Mancano 15 minuti all’una di notte e all’interno della Lanterna Azzurra riempita all’inverosimile si scatena l’inferno. È l’8 dicembre del 2018. Una data che porta i nomi del lutto e della disperazione. Di quella tragica notte rimane il bilancio di sei morti e oltre 200 feriti, rimasti intrappolati tra un groviglio di corpi e ferraglia. A perdere la vita sono stati Daniele Pongetti, 16 anni, Emma Fabini, 14 anni, Asia Nasoni, 14 anni, Benedetta Vitali, 15 anni e Mattia Orlandi, 15 anni. Erano di Senigallia, Marotta, Fano e Frontone. Si trovavano alla Lanterna per divertisti, ascoltare musica e ballare con i compagni di scuola. La 39enne di Senigallia Eleonora Girolomini, invece, aveva accompagnato sua figlia assieme al marito Paolo per vedere il trapper Sfera Ebbasta, mai arrivato a Corinaldo. Era il loro anniversario di nozze. Doveva essere una doppia festa. Ha permesso alla figlia di salvarsi, spingendo via dalla folla quel corpo piccino che altrimenti sarebbe stato travolto senza pietà.
A un anno dalla tragedia, sono tanti i punti interrogativi ancora rimasti in piedi. Uno su tutto fa capo a questa domanda: come è possibile che un simbolo del divertimento giovanile si sia trasformato in pochi minuti in un luogo di morte? Qualcosa, a livello del rispetto della sicurezza, evidentemente non ha funzionato. Ne è convinta la procura che fin dall’inizio ha parlato di un locale sovraffollato ben oltre i limiti consentiti (oltre mille persone conteggiate a fronte di una capienza di 871 persone), facendo emergere poi un quadro di irregolarità multiple, dalla conformità delle uscite fino alle balaustre della rampa che sono sprofondate sotto il corpo dei ragazzi. Per gli aspetti burocratici e legati alla gestione della sicurezza sono indagate 17 persone. Tra queste, ci sono i sei componenti della Commissione di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo, i proprietari del locale, i gestori della Lanterna Azzurra, l’addetto alla sicurezza per la serata dell’8 dicembre, il presunto co-gestore dell’evento che richiamava Sfera Ebbasta e due consulenti esterni ai proprietari e ai gestori. A vario titolo i reati contestati sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni colpose e falso. Ma c’è anche qualcosa che ha contribuito a causare quella notte di morte e disperazione, rendendo evidenti la fragilità «inidonea alla destinazione a locale di pubblico spettacolo». E’ di qui che si innesca il secondo filone d’inchiesta, quello dove sono entrati i nomi dei componenti della banda dello spray al peperoncino. Tutti ragazzi tra i 19 e 22 anni, residenti in provincia di Modena, che per la procura si sarebbero divertiti a frequentare le discoteche di mezza Italia per strappare di dosso ai loro coetanei collanine e monili in oro da rivendere. Per farlo avrebbero sempre utilizzato lo spray al peperoncino: un modo per generare caos e distrarre la vittima dallo scippo in atto. Sarebbe stata proprio quella gang a scatenare il panico all’interno della Lanterna Azzurra, arrivata l’8 dicembre a Corinaldo a bordo di due auto. Nei pressi dell’uscita numero 3 è stata sequestrata una bomboletta di spray al peperoncino. Era esausta. Svuotata completamente all’interno del locale. Sono stati registrati sei casi di rapine e un furto la notte della tragedia. Un ragazzo è stato anche privato dalla collana d’oro mentre stava cercando di aiutare delle persone rimaste incastrate sulla rampa esterna. I sei componenti della gang sono tutti in carcere dallo scorso agosto. Per loro, la procura ha chiesto il giudizio immediato per i reati di omicidio preterintenzionale, associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni e singoli episodi di furti e rapine. Ha già patteggiato il presunto ricettatore della banda, comunque estraneo ai fatti di Corinaldo. Risulta indagato a piede libero, per l’ipotesi di ricettazione, un 22enne di Sassuolo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati