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Cena “benedetta” da Salvini,
Acquaroli: «Contento di questa vivacità»
Se c’è l’ok a Ciarapica, Civitanova a Troiani

MARCHE 2020 - Il deputato di Fdi fa buon viso a cattivo gioco: «Ha fatto bene il leader della Lega a chiamare in un'ottica di rafforzamento della coalizione. Io vado avanti, ci sono logiche che vengono discusse a Roma». Montemarani, sindaco di Morrovalle: «Con Paolo Mattei stiamo lavorando da un anno a questo progetto, abbiamo individuato in Ciarapica il profilo giusto». Dovesse lasciare palazzo Sforza il suo vice prenderà il "comando", in attesa di elezioni anticipate

 

CENTRODESTRA A DUE FACCE – Fabrizio Ciarapica e Francesco Acquaroli, due amici per una candidatura a Governatore

 

di Matteo Zallocco e Laura Boccanera

«La cena di Mattei è legittima, sono contento di vedere tutta questa vivacità attorno al centrodestra. Ha fatto bene Salvini a chiamare in un’ottica di rafforzamento della coalizione per cambiare il governo regionale».

Francesco Acquaroli con Giorgia Meloni e Pierpaolo Borroni, assessore di Fdi a Civitanova

Francesco Acquaroli non vede la cena che si è svolta sabato nella dimora di Mattei come uno sgambetto politico a favore di Ciarapica per mettere da parte la sua candidatura. Il deputato potentino, raggiunto al telefono, commenta in maniera costruttiva l’incontro e anche l’interesse del leader della Lega Matteo Salvini nei confronti delle Marche. E quindi non è stato un tentativo di farle le scarpe? «Io non mi sono autocandidato, ci sono delle logiche all’interno del centrodestra avvenute sui tavoli nazionali e non sono state fatte a caso. Io a quelle rimango. In quel tavolo che ha proposto il mio nome io non c’ero, bisognerebbe quindi chiedere alla Meloni e a Salvini piuttosto che a me. Io vado avanti e non ho motivo di dubitare degli alleati». Impatta tutto ciò col sostegno alla giunta Ciarapica? Fratelli d’Italia in questi mesi si è comportato in maniera piuttosto ambigua in Consiglio comunale con astensioni e assenze quasi “strategiche”: «Le dinamiche di Civitanova vanno chieste al gruppo locale e a Borroni. Abbiamo sostenuto l’amministrazione di Civitanova e la sosteniamo ancora, Ciarapica è una persona capace e sta facendo bene». 

Stefano Montemarani, sindaco di Morrovalle, è uno dei tanti amministratori che sostengono il progetto di Mattei e Ciarapica

Fatto sta che la cena a villa Gigli a cui hanno partecipato tanti sindaci e imprenditori sta concentrando l’attenzione di tutta la regione su Fabrizio Ciarapica (che però non rilascia nessuna dichiarazione in merito). In particolare per la telefonata di Matteo Salvini (leggi l’anticipazione esclusiva di Cronache Maceratesi) che ha il sapore di un’investitura. Ha sorpreso la presenza di alcuni sindaci di fuori provincia come Calcinaro (Fermo) e Nicoletti (Loreto), nomi che qualcuno proprio non si aspettava vedere nel progetto di Mattei e Ciarapica. Tanti gli amministratori presenti come Antonio Pettinari (presidente della Provincia), Giuseppe Pezzanesi (sindaco di Tolentino) e il presidente dell’Aato 3 Stefano Montemarani. «Ritengo che Ciarapica sia il profilo giusto come candidato governatore – dichiara a Cm Montemarani, sindaco di Morrovalle – sopratutto per l’esperienza amministrativa che sta svolgendo come sindaco di Civitanova, una della poche città in espansione nelle Marche. E in questo periodo ho avuto modo di apprezzarne le qualità. C’è un gruppo di sindaci che su iniziativa di Paolo Mattei da un anno circa sta lavorando per una lista civica che rappresenti il territorio nelle elezioni regionali. E Ciarapica ha condiviso questa iniziativa fin dall’inizio. A un certo punto del percorso ci siamo resi conto che il candidato ideale sarebbe stato un amministratore, chi meglio di un amministratore infatti può conoscere i problemi del nostro territorio? Infine, c’è il fatto che Ciarapica può esercitare un certo appeal su quella grande fetta di elettorato moderato che attualmente è senza rappresentanza politica».

E CIVITANOVA? – Diventa molto interessante anche lo scenario che si aprirebbe sulla città costiera nel caso passi la candidatura di Ciarapica. Sia in caso di vittoria che di sconfitta, Ciarapica traslocherebbe comunque ad Ancona, a meno di una rinuncia al ruolo di consigliere regionale, lasciando l’ufficio al secondo piano di Palazzo Sforza senza un vertice. Poltrona che per legge verrebbe occupata dal vice sindaco Fausto Troiani a data da destinarsi, ovvero quella delle elezioni più vicine. In questa fase sarebbe proprio Troiani a fare le veci del sindaco e poi le elezioni potrebbero arrivare con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2022. A quel punto si aprirebbero i giochi per la corsa al potere. Che lo stesso Troiani possa ambire al ruolo di primo cittadino non è da escludere anche se pesano su di lui i procedimenti penali in corso, relativi alle offese su Facebook. In uno di questi, quello per le offese a Papa Francesco, ha chiesto di fare la messa alla prova con un periodo di lavori socialmente utili, e il giudice ha ammesso la richiesta e rinviato al 18 settembre prossimo per l’approvazione del programma. Nel secondo deve rispondere di diffamazione razziale all’ex ministro Cecile Kyenge.

Matteo Salvini a Civitanova con il sindaco Fabrizio Ciarapica e il vice sindaco Fausto Troiani

Chi scalpita ovviamente è anche l’assessore al turismo e cultura Maika Gabellieri, data fin da subito come “delfina”, predestinata verso la poltrona da sindaco. Potrebbe entrare nel toto-candidati anche Claudio Morresi che dopo essersi alleato con Ghio alle Comunali del 2017, è passato al centrodestra ottenendo la presidenza del consiglio, ed ora è confluito in Forza Italia. E da quelle parti, nel centrodestra moderato c’è anche chi ha contattato Silvia Squadroni, ex presidente dei TdC, che nel giro di pochi mesi è passata da sostenitrice ad accusatrice di Ciarapica. In tutto ciò è particolare anche il comportamento di alcuni esponenti del centrosinistra civitanovese che anziché accogliere l’assist per Palazzo Sforza, contestano la candidatura in Regione di Fabrizio Ciarapica e si esprimono con toni molto più teneri nei confronti di Francesco Acquaroli. Questo è spiegabile con il fatto che a livello regionale la candidatura di Acquaroli è considerata debole dal centrosinistra (ad Ancona in molti temevano la scesa in campo di Guido Castelli) in quanto facilmente attaccabile per la partecipazione alla cena nostalgica di Acquasanta.

E IL PD? – Intanto la direzione regionale dei dem- ancora in corso ad Ancona – sta bypassando il dibattito sul nodo candidato. Al centro dell’incontro, il piano socio sanitario, con relazione del capogruppo regionale Francesco Micucci ed intervento del governatore Luca Ceriscioli. Il sindaco uscente di Senigallia Maurizio Mangialardi ha fatto un passaggio su elezioni, ribadendo la richiesta delle primarie, in caso non si trovasse un nome di sintesi. La discussione sulla questione madre in vista delle elezioni di maggio verrà messa all’ordine del giorno della prossima direzione, sperando in una partecipazione più consistente, dato che a quella di oggi mancavano all’appello pesi massimi come i sindaci Matteo Ricci e Valeria Mancinelli. Sul piatto del centrosinistra, al momento, l’unico nome ufficiale è quello del governatore uscente Ceriscioli, ma sullo sfondo resta ben evidente l’ipotesi di candidatura della prima cittadina dorica. Terza possibilità è quella dell’ex rettore della Politecnica Sauro Longhi, che potrebbe fungere da cerniera tra partiti di centrosinistra, civici, e diversi elettori pentastellati.

 

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