La violenza di genere non si combatte solo con strumenti legislativi ma soprattutto con formazione e cultura. È un fenomeno soprattutto culturale quello che è emergo dalla relazione che l’avvocato Roberta Montenovo, presidente dell’associazione Donne e Giustizia, ha illustrato nei giorni scorsi nel corso di una serata organizzata dal Soroptimist Club di Ancona. ‘Violenza contro le donne: evoluzione della normativa’, questo il tema dell’incontro che si è soffermato sul Codice Rosso e sulle sue lacune. «Nel testo – ha spiegato l’avvocato Montenovo – si parla di formazione per gli operatori di polizia, che è fondamentale come quella per avvocati, magistrati e servizi sociali, ma poi non c’è la disponibilità finanziaria per farla». Dunque, nonostante un’evoluzione normativa che nel tempo ha riconosciuto nuovi reati i dati Istat su come gli italiani (donne comprese) intendono la violenza sono allarmanti. «Il 39% pensa che una donna sia in grado di sottrarsi a una violenza sessuale, il 23,9 che la donna possa provocare per come è vestita, il 18 che se è ubriaca o drogata è corresponsabile, se l’è andata a cercare. Questo nel 2019» ha aggiunto la relatrice. «Serve un cambio di passo culturale – ha sottolineato la presidente del Soroptimist di Ancona, Maria Luisa Martinuzzi – perché solo così sarà possibile fare progressi. In Italia abbiamo sempre agito in emergenza, aggiungendo nuovi reati ma i dati sui femminicidi ci dicono che siamo di fronte a un trend stabile».
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