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Standing ovation per il grande Bosso:
«Solo la musica ci aiuta
a superare e a dimenticare il dolore»

ANCONA - Prestigiosa interpretazione ieri sera al teatro delle Muse con la Form e con l'oboista marchigiano Francesco Di Rosa. Reprimenda del maestro per uno spettatore con il cellulare squillante in platea: «L'irrompere di questi rumori è come lo squarcio su un Caravaggio, con la differenza che la tela si può restaurare, mentre per la musica non c’è rimedio al danno»

Ezio Bosso parla al pubblico delle Muse (foto Orsola Bernando)

 

di Marco Benedettelli

La grande attesa è stata onorata. Il concerto di Ezio Bosso e della Form – Orchestra Filarmonica Marchigiana che domenica ha riempito fino all’ultima poltrona il Teatro delle Muse è stato un susseguirsi di momenti d’altissima arte, col  Maestro Bosso capace di incarnare le partiture e restituire ogni silenzio, ogni vibrazione delle musiche di Mozart, Strauss e Beethoven attraverso i suoi muscoli e i suo nervi, tutto il suo corpo e la sua espressività.

Dal suo canto, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha restituito con la duttilità d’un organismo la leggerezza, la gentilezza, la gioia e l’impeto del compositore e direttore torinese arrivato a dirigerla. E alla fine,  tutto il teatro in piedi in uno scrosciante applauso. C’è stato posto anche per dei fuori programmi, come l’esecuzione  a sorpresa di un brano dall’Hide Pain (Dolore nascosto), concerto per oboe che Bosso sta componendo proprio per l’oboista marchigiano Francesco Di Rosa, considerato uno dei migliori suonatori al mondo e che, a fianco di Bosso, si è esibito da protagonista nel Concerto per oboe e piccola orchestra in re maggiore di Richard Strauss, eseguito a metà spettacolo. «Il dolore è un sentimento totalizzante, che coinvolge anche le persone attorno a chi ne è afflitto»  ha spiegato al pubblico delle Muse il Maestro, introducendo il suo pezzo,

Bosso e l’oboista Francesco Di Rosa

«Solo la musica ci aiuta a superarlo, a dimenticarsene» poi ancora, con le sue parole calde e gentili ha parlato al pubblico della sua visione di arte «come di dono, di un regalo». Tema intimo questo per il musicista Bosso, che dal 2011 convive con una malattia neurodegenerativa, aggressiva al punto da averlo costretto ad abbandonare il suono del suo pianoforte e da non renderlo più del tutto autonomo nei movimenti. Ma lo stigma della disabilità anche ad Ancona ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza, dal momento che Bosso nel dirigere ha trasformato se stesso in uno strumento capace di restituire e interpretare le pulsioni e le gioie più profonde del genio di Mozart, Strauss e Beethoven. Fra gli episodi del pomeriggio anche un momento di imbarazzo, quando il trillo elettronico di una suoneria si è alzato da un non identificato punto della platea, proprio sullo sfumare della prima parte del programma, il mozartiano Ouverture K.620 del Die Zauberflöte, (Il flauto magico) muovendo il Direttore a una pacata ma severa reprimenda contro la smemoratezza di chi non spegne il cellulare a teatro.  «Questi rumori per l’arte sono una sciagura. Il loro irrompere è come lo squarcio su un Caravaggio, con la differenza che la tela si può restaurare, mentre per la musica non c’è rimedio al danno ». Nel secondo tempo si è toccato probabilmente il clou, con la Form a suonare la Quinta sinfonia di Beethoven, eseguita per la SoundExperienceBeethoven250, nei due secoli e mezzo dalla nascita del compositore. Il primo movimento della Quinta è forse la pagina più celebre del genio tedesco contemporaneo di Goethe, Kant e Schiller, col motivo delle quattro note che rappresenta, secondo le stesse parole di Beethoven, il «destino che bussa alla porta», interpretato da molti come in lui carico di angoscia per la sordità crescente.

E anche qui la bacchetta di Bosso si è fatta implacabile, muovendo all’impeto il pubblico in ascolto, nonostante l’acustica non certo esaltante delle Muse. Sul finale, lunga standing ovation di tutto il pubblico. Quello di Ancona è il terzo concerto della Filarmonica Marchigiana per Ezio Bosso Beethoven 5, con l’oboe di Francesco Di Rosa, in un mini tour regionale con tappa a Montegranaro prima e quindi a Pesaro il 4 febbraio.  Domenica si è avuta l’apertura di “Musica alle Muse”, cartellone di musica sinfonica sostenuto dal Comune di Ancona e Marche Teatro in collaborazione con Fondazione Teatro delle Muse, Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra sinfonica Gioacchino Rossini, Società Amici della Musica Guido Michelli. Cinque appuntamenti che si concluderanno a maggio. Prima del concerto alle Muse il 2 febbraio grazie alla collaborazione di Univpm, scuole e studenti hanno avuto la possibilità di assistere alle prove generali del 30 gennaio. Bosso difatti spalanca sempre le porte, quando possibile, alla visita sopratutto dei giovani. Il musicista torinese, 49 anni ancora da compiere, è anche un grande ed empatico divulgatore. Chi ha visto la sua trasmissione “Che storia è la Musica”, recentemente andata in onda sulla Rai, se ne è potuto ben rendere conto.

 

 

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