Lascia il Movimento 5 Stelle e il seggio in consiglio comunale in nome della coerenza che ha sempre accompagnato le sue parole e azioni. Il capogruppo pentastellato David Monticelli, volto storico del grillini osimani, ha protocollato stamattina le sue dimissioni dall’aula consiliare. Una decisione drastica che arriva dopo riflessioni amare, molto amare, che lo hanno distolto da qualsiasi genere di ripensamento e anche dalla possibilità di creare un gruppo misto nella Sala Gialla.
«Il MoVimento 5 Stelle nacque per ridare voce al popolo italiano e alla sua sovranità, come recita l’art. 1 della nostra Costituzione. Era e avrebbe dovuto continuare a essere uno strumento nelle mani dei cittadini per cambiare in meglio il nostro Paese, combattendo le iniquità e restituendo gli imprescindibili diritti sociali agli italiani. – spiega in una nota stampa Monticelli – È sempre stato questo il nocciolo dell’ideale politico del MoVimento. Quando nel 2007 creai il Meetup degli “Amici di Beppe Grillo” ad Osimo, il M5S non esisteva ancora. Allora le “parole guerriere” di Beppe Grillo bucavano il muro di gomma del sistema mediatico, ai tempi ancora in grado di darci a bere qualunque cosa fosse funzionale a un modello di società disumanizzante che veniva sostenuto da una classe politica corrotta e servile. Erano belle parole che risuonarono dentro il cuore degli italiani, traditi da una politica che per anni non si era mostrata all’altezza di portare il tanto agognato cambiamento».
Da pochi pionieri che erano anche ad Osimo, «arrivò la fiammata d’entusiasmo che portò alla nascita del MoVimento nell’ottobre 2009 e che ci portò nel 2013 ad entrare in Parlamento. – prosegue la nota – Tanti si ritrovavano nel nostro messaggio innovativo e dirompente: una rivoluzione culturale di un popolo intero in nome di una ritrovata solidarietà e di una reale democrazia dal basso. I cittadini stessi – con spirito di servizio – dovevano entrare nelle istituzioni per riappropriarsene, per difendere finalmente gli interessi del popolo italiano e non più quelli delle reti clientelari (di livello locale, nazionale e internazionale) che lo volevano invece sfruttato e umiliato. Beppe ai tempi parlava di “cittadini con l’elmetto” che si impegnano in prima persona per il proprio Paese, per i propri concittadini e per un futuro migliore.
Ecco, questo è ciò che ad Osimo ho sempre cercato di fare: candidandomi alla carica di Sindaco nel 2014 e nel 2019, rivestendo poi la carica di consigliere comunale di minoranza, dando battaglia con la consigliera Sara Andreoli sia in Sala Gialla sia fuori, su tanti temi importanti come l’acqua pubblica, la gestione dei servizi primari ai cittadini (sanità, viabilità, rifiuti, luce, gas), la difesa del territorio e dell’ambiente, fino alla difesa della nostra Costituzione dalla riforma tentata da Renzi e bocciata dal popolo italiano col referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Io e tanti altri cittadini abbiamo offerto per anni il tempo delle nostre vite per costruire tutti insieme il “Sogno a 5 Stelle”: un modello concreto, un profondo cambiamento culturale, una rivoluzione pacifica e non violenta».
David Monticelli, come hanno già fatto altri iscritti, ritiene però che da tempo «in nome di una presunta responsabilità di governo, il MoVimento ha rinunciato ai propri principi identitari: dalla lotta per la ricostruzione di uno stato sociale massacrato da trent’anni di neoliberismo fino alla battaglia per la conquista della piena sovranità nazionale. La contestazione dei biechi dogmi a marchio UE è stata abbandonata e lo spirito rivoluzionario del MoVimento si è inesorabilmente annacquato: non si è più sentita una critica contro il pareggio di bilancio o la moneta unica ad esempio, meccanismi che hanno provocato l’impoverimento, la deindustrializzazione e l’instaurazione di una crisi economica perpetua in Italia, del tutto simile a quelle indotte artificialmente nei Paesi vittime del neocolonialismo.
A partire da giugno dell’anno scorso è stata poi perpetrata una serie di inaccettabili voltafaccia: durante il governo giallo-verde abbiamo assistito sia al gravissimo tradimento di Conte sul TAV sia all’accordo sottobanco in Eurogruppo sulla riforma del MES; con la formazione del governo giallo-rosa non abbiamo potuto credere ai nostri occhi quando scoprivamo che Ministeri chiave come Economia, Infrastrutture e Agricoltura venivano assegnati rispettivamente a Gualtieri (negoziatore del contestatissimo Fiscal Compact), De Micheli (membro di spicco del think tank “Vedrò” finanziato dai Benetton) e Bellanova (renziana di ferro notoriamente favorevole al CETA e ora anche al TTIP che con l’offensiva di Trump sembra ritornato in auge nell’agenda politica italiana). E non dimentichiamo il voto per approvare l’assurdo taglio alla rappresentanza parlamentare, un vero e proprio sfregio alla Costituzione che demolisce la rappresentatività democratica: in regioni medio-piccole come le Marche addirittura del 30-40%. Si è passati dalla sera alla mattina dal taglio dei privilegi che si poteva semplicemente ottenere con una legge ordinaria, al taglio della democrazia, aggredendo la Costituzione con una riforma che – anche sotto questo aspetto – proprio noi avevamo pesantemente contestato nella campagna referendaria per il NO del 2016. Questo ennesimo episodio è la rappresentazione plastica, insomma, di come la sacrosanta carica anti-sistema dell’elettorato 5S sia stata convogliata in uno sterile sfogo anti-casta».
Di fronte a tutto questo David Monticelli ha deciso di non distogliere lo sguardo e di non far finta di niente. «La stessa coerenza che tredici anni fa mi aveva spinto a imbarcarmi in quest’avventura – sottolinea – e a combattere sotto l’egida delle Cinque Stelle, ora mi impone di abbandonare una casa che non sento più mia. Sarebbe stato sciocco aspettarsi che in pochi mesi di Governo il M5S potesse portare a casa tutti i risultati che avevamo sognato in anni e anni di attivismo, ma non posso assolutamente accettare che sia venuto meno perfino il coraggio di affrontare certe battaglie. Il dado è tratto: la transizione del 5S da rivoluzionaria forza di cambiamento a timida stampella del sistema è già andata oltre il punto di non ritorno. Come tanti altri italiani, proprio perché avevo creduto con tutto il cuore in questo progetto, non posso più assistere in silenzio ad un simile snaturamento.David Monticelli Per questi motivi rassegno le dimissioni dal MoVimento 5 Stelle e da consigliere comunale. Rivolgendo un augurio di buon lavoro a chi mi succederà in consiglio, ringrazio il gruppo del MoVimento 5 Stelle di Osimo che mi ha sostenuto in tutti questi anni e ha sempre incarnato concretamente gli ideali per i quali mi sono battuto fianco a fianco con loro. Ringrazio infine i cittadini osimani che mi hanno dato la loro fiducia e il loro affetto, a cui ho sempre risposto con coerenza e lealtà. La situazione attuale non mi mette più nelle condizioni di poter continuare a svolgere il servizio alla mia comunità come sarebbe necessario. Rivolgo loro un incoraggiamento a tenere sempre alta la dignità di cittadini e di esseri umani». Nel seggio di David Monticelli dovrebbe subentrare nella Sala Gialla di Osimo, come prima dei non eletti, Sara Andreoli, compagna di battaglie e di vita di Monticelli, ma è probabile che non accetterà. Il secondo tra i non eletti è Mauro Bugari, attuale presidente del Consiglio di quartiere di Osimo Stazione Abbadia.
REAZIONI – Immediata la reazione del presidente del Consiglio comunale, Giorgio Campanari (Pd): «Il Consiglio Comunale di Osimo perde oggi un valido componente che ha svolto, in questi anni, il ruolo di cittadino attivo impegnato nelle istituzioni con grande serietà e coerenza. Le dimissioni di David Monticelli, da consigliere comunale e dal Movimento 5 Stelle, sono una brutta notizia per Osimo perchè si possono avere idee diverse ma lui merita grande rispetto per la sua storia, il suo impegno politico e per le sue battaglie. Sono certo che lo ritroveremo ancora impegnato attivamente, anche fuori dalle istituzioni, senza secondi fini e nell’esclusivo interesse della comunità, come ha sempre fatto».
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