di Giampaolo Milzi
Hanno paura del Coronavirus e non donano il sangue. In calo medio del 25% i soci dell’Avis che nelle Marche nel periodo dall’1 all’11 marzo scorso non si sono recati a compiere quell’atto fondamentale di solidarietà per cui si sono iscritti all’associazione. In 1.800 si sono regolarmente recati presso i centri trasfusionali di riferimento territoriale, rispetto ai 2.300 del periodo 1 marzo -11 marzo 2019. A riferire i dati è Massimo Lauri, presidente Avis sia a livello regionale che per la provincia di Ancona. «E’ uno degli effetti negativi e paradossali di una certa psicosi da contagio che si sta diffondendo tra la popolazione – commenta Lauri – E nel nostro caso è un paradosso perché gli affiliati Avis dovrebbero essere ancora più informati di altre persone su quali sono i veri rischi da contaminazione Covid-19, e che, soprattutto in questo periodo, i prelievi di sangue avvengono con cautele ancora maggiori». Invece hanno paura. «Il calo è stato molto sensibile, solo dall’altro ieri c’è una certa, buona ripresa, da quando abbiamo lanciato degli appelli in televisione».
Insomma, la ordinaria procedura per la donazione, per una decina di giorni è andata in tilt. Procedura che prevede che gli operatori Avis contattino il donatore, ed effettuino la prenotazione personale per la donazione comunicandola via sms al socio. «E’ successo che quando telefonavamo rispondevano che non erano disponibili per timore di contrarre il Coronavirus. O che, pur prenotati, non si sono presentati all’appuntamento per il prelievo di sangue» precisa il presidente. E ancora: «Tutti, e in particolare i nostri soci donatori, devono sapere che la riduzione delle attività non urgenti nei nosocomi rende i presidi di prelievo del sangue dei luoghi perfettamente sicuri». Come avviene il prelievo? In due fasi: la prima serve, tramite l’uso di ago e sacca, a fare scorta di sangue, sangue che serve per le trasfusioni. Una parte del sangue viene trattato da un macchinario che trattiene solo il plasma liquido, mentre i globuli rossi vengono reimmessi nell’apparato circolatorio del donatore. «Il plasma – spiega ancora il presidente Lauri – è indispensabile, in alcuni casi, anch’esso anche per le trasfusioni, per pazienti reduci da forti traumi e ferite che, appunto, hanno determinato ingenti perdite di sangue. In particolare è riservato a pazienti oncologici, a chi necessita di trapianti di midollo osseo, a malati di talassemia. Per lo più, comunque, lo inviamo alle aziende farmaceutiche che lo utilizzano per produrre plasmaderivati, medicinali salvavita per patologie particolari come l’emofilia. Tra i plasmaderivati ci sono inoltre l’albumina, farmaci per i casi di immunodeficienze e per persone con epatologie, per fare alcuni esempi». I talassemici necessitano di due sacche di sangue salvavita ogni 10-15 giorni. Le donazioni di sangue sono calate in tutta Italia a causa proprio della paura del Coronavirus. Si stima una riduzione del 10-15% e si teme che la situazione peggiori. Molti hanno paura di recarsi nelle strutture sanitarie perché temono di essere contagiati ma in realtà «il percorso della donazione è protetto e sicuro, vengono prese tutte le precauzioni anti Covid-19», ribadisce Giancarlo Liumbruno, che dirige il Centro nazionale sangue. In definitiva, occorre evitare assolutamente che diminuiscano le scorte di sangue e di plasma, perché in tantissimi hanno bisogno e avranno sempre bisogno di trasfusioni.
Per informazioni per donatori nelle Marche: presidio Avis ospedale regionale di Torrette di Ancona, (8 – 12), 071/5965601 (dove possono essere reperiti anche i numeri telefonici degli altri servizi territoriali). Sede Avis Ancona,(16 – 19,30), 071/2867653.
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